Naturalista fotografo e medico, nasce a Bologna nel 1960 e vive la sua giovinezza in anni in cui viaggiare era ancora un rito di iniziazione alla vita.
Il primo vero “Viaggio” lo compie a 18 anni a bordo di una Vespa di soli 125cc.
Con un amico attraverso la Francia e la Spagna valica le colonne d’Ercole e arriva in Africa, in Marocco, e da qui, su strade polverose, con quell’ improbabile, mitico scooter che aveva poco più di 100 km di autonomia, passa la frontiera con l’Algeria e infine, via Tunisia, torna in Italia. Due anni dopo, con un gruppo di amici, a bordo di un piccolo furgone Citroen si imbarca a Venezia e su uno strano traghetto, ora soppresso, arriva ad Alessandria d’Egitto.
Sono anni in cui il turismo di massa era ancora di là da venire. Risalendo il Nilo e dormendo sempre alla luce di un falò e delle stelle, sotto le Piramidi, tra le rovine di Luxor e della valle dei Re, arriva sulle coste del Mar Rosso. Per più di un mese, con i compagni di viaggio, vive di pesca subacquea e dei viveri che aveva portato dall’Italia arrivando a esplorare la costa fino al confine con il Sudan.
Appassionato di fantascienza decide qualche anno dopo di incontrare un suo mito: il grande scrittore e scienziato inglese Arthur Clarke, autore del racconto “2001 Odissea nello spazio” da cui Stanley Kubrick aveva tratto l’omonimo film uscito nel 1968, l’anno prima dello sbarco sulla luna.
Clarke, che viveva a Colombo nello Sri Lanka, dopo una indimenticabile giornata di aneddoti e racconti di viaggio, si congeda con considerazioni su un futuro dominato dalla cibernetica che nasceva proprio in quegli anni e che solo oggi, alla luce dello strapotere del WEB e della cupa minaccia dell’ IA, rivelano il loro formidabile valore profetico.
Nel frattempo Marco Cavara si avvicina alla fotografia per fissare sulla pellicola i momenti vissuti nei viaggi che negli anni lo portano ancora, oltre che in Sri Lanka, più volte in Egitto, e poi Messico, Costarica, Yemen, Ladah, nelle isole del Mediterraneo, Grecia e Corsica. E viaggiando la macchina fotografica, da semplice strumento redazionale, diviene una autentica passione.
In Birmania naviga attraverso l’arcipelago delle Mergui vivendo come i Moken, gli zingari del mare.
Poi va in Nepal, alle pendici dell’ Himalaya, a Sulawesi, in Oman, in Nuova Guinea nel favoloso arcipelago di Raja Ampat, nelle ultime barriere coralline intatte e in California, tra le colossali sequoie e i pini di Matusalemme, gli alberi più grandi e più antichi della terra.
Fin dall’ adolescenza frequenta il mare in ogni suo aspetto e ben presto consegue i brevetti che gli consentono di svolgere immersioni subacquee in ogni tipo di ambiente marino: dai reef un tempo ricchissimi delle Maldive e delle Seychelles a quelli ancora relativamente integri dell’Indonesia e della Thailandia fino agli incredibili fondali vulcanici dell’ isola di Coco, al largo del Costarica, in pieno oceano Pacifico a poche centinaia di miglia dalle Galapagos tra banchi sterminati di squali martello, tonni e mante oceaniche.
Nel 1986, durante il servizio militare - allora obbligatorio -, che svolge in Trentino in qualità di Ufficiale Medico, conosce Shozo Tanaka un maestro giapponese che lo inizia al Bonsai, la millenaria arte di coltivare alberi in vaso, nata in Cina ma giunta ai massimi splendori nella terra del Sol Levante. Il maestro Tanaka - secondo cui il bonsai è “l’unione della natura con l’arte e l’amore” - è anche uno dei pochissimi testimoni sopravvissuti alla bomba atomica di Hiroshima. Così, negli anni, prima con la guida del maestro Tanaka poi con il maestro Enrico Savini di Progetto Futuro, acquisisce le basi di quella meticolosa disciplina che gli consente di coltivare con successo alcuni esemplari di Bonsai poi esposti e premiati in diverse mostre nazionali e internazionali.
L’amore per la natura e per gli animali lo porta a frequentare istituti universitari al di fuori di quelli per lui “istituzionali” come Medicina e Chirurgia. Nella facoltà di Entomologia dell’università di Bologna, dove si recava per classificare esemplari di insetti raccolti o fotografati nei suoi viaggi, conosce e frequenta Giorgio Celli, l’entomologo più celebre d’Italia etologo e professore emerito noto soprattutto per lo studio dell’etologia delle api e i possibili metodi di lotta biologica in agricoltura, ma anche per la sua appartenenza alla neoavanguardia letteraria del Gruppo 63 insieme a Eco e Manganelli.
Con l’esperienza accumulata visitando per il mondo i santuari della natura e delle civiltà, Marco Cavara acquisisce conoscenze in ampi settori delle scienze naturali e umane che si aggiungono a quelle che gli derivano dagli studi di sapienza Tradizionale, di filosofia e di storia delle religioni.
Nel 2022, fonda con l’autrice Costanza Savini la casa editrice Ethesia (www.ethesia.it) e vede l’uscita di “Nel cuore verde dell’Arcipelago” - Cronache di viaggio tra le isole di smeraldo e i coralli del mare di Celebes - , un romanzo fotografico in forma di diario, tratto dal primo viaggio a Sulawesi compiuto quando l’isola era appena stata aperta ai viaggiatori internazionali, dopo un famoso rally automobilistico.
Oltre alle pubblicazioni scientifiche riguardanti la sua professione di medico, collabora dal 2015, in qualità di giornalista freelance, con la rivista Wall Street International, ora MEER, pubblicando articoli e brevi saggi di antropologia, filosofia, scienze naturali e geografia.
Vive e lavora tra le Dolomiti bellunesi e l’Appennino toscano.