Medico (per amore) e scrittore (per passione), ha lasciato la Sicilia al compimento del ciclo universitario, portandone sempre dentro la nostalgia: ha suggerito l’inserimento del paese nativo, Galati Mamertino, a Virginio Sabel nel programma televisivo Questa nostra Italia, Sicilia (1968) e a Federico Zeri, suo amico per trentasei intensi anni, nel volume della Storia dell’arte italiana (vol. 8, 1981).
E’ medico chirurgo, specialista in Ostetricia e Ginecologia; giornalista pubblicista; è stato collaboratore dell'Istituto della Enciclopedia Italiana di G. Treccani per il Dizionario Biografico degli Italiani, del Centro di studi filologici e linguistici siciliani, Dipartimento di Scienze filologiche e linguistiche, Facoltà di Lettere e Filosofia (Giovanni Ruffino) e del Centro Studi Filologici e Linguistici Siciliani, Opera del Vocabolario Siciliano (a cura di Giovanni Tropea); è saggista particolarmente prolifico (i saggi più significativi sono raccolti in Fascina, Roma 1991).
È stato professore di Psicoprofilassi ostetrico-ginecologica presso l'Istituto Superiore di Educazione Fisica statale di Roma (oggi IUSM) dal 1990 al 1995; Ispettore Onorario per le Antichità di Monterotondo e Mentana dal 1972 al 1977; è “Ufficiale” dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana” dal 28 febbraio 1972.
Nella prefazione del volume Un paese in montagna nel quale descrive un frammento di vita nel suo paese natale, Maria Santangelo scrive: "Opera autobiografica e storica per la raccolta di dati ancora poco noti e di elementi talvolta sconosciuti. E non era certamente facile il fissare usanze, tradizioni, della Sua Galati... con uno stile naturalmente leggero, rubando il tempo al sonno e non ai Suoi malati. Ma non sono questioni puramente erudite quelle che mancano al suo volume che raccoglie tante notizie cui attingeranno facilmente gli studiosi e quanti si occuperanno in futuro di questa zona".
La filosofia della sua vita è ben disegnata da ciò che lui stesso ha scritto nella dedica alla moglie, nell’anniversario del loro 25° anniversario di nozze, nella raccolta di poesie Foglia son io (1979).
La presenza di Vicario nel territorio nomentano è stata contrassegnata da un impegno sociale di costante volontariato; ha sviluppato molte iniziative rivolte allo sviluppo di Mentana e di Tor Lupara e ha partecipato a numerose associazioni. Durante i primi anni di permanenza nel comune dove aveva stabilito la sua abitazione, ha fondato il CONSIGLIO PARROCCHIALE DI LUPARA e l'ASSOClAZIONE PRO-LOCO [Nota]. Dopo qualche anno ha iniziato a collaborare con il CENTRO SPORTIVO MEZZALUNA, ove assunse la direzione del periodico omonimo, prima formato giornale e da lui modificato in tabloid; contestualmente era entrato a far parte dell' AGAPE FRATERNA in Roma, del ROTARY INTERNATIONAL e del PANATHLON INTERNATIONAL. Dal 1963 è stato membro della SOCIETÀ' ITALIANA DI STORIA DELLA MEDICINA, presieduta dal prof. Adalberto Pazzini. È stato membro dell' Associazione culturale "Antonello da Messina" in Roma.
Nel 1995 ha fondato, con la valida collaborazione del dott. Eugenio Moscetti, e presieduto l' ASSOCIAZIONE NOMENTANA DI STORIA E ARCHEOLOGIA Onlus (www.associazionenomentana.com) fino al compimento dell’ottantesimo anno; poi ha chiesto ai soci di passare ad altro membro la carica. L’assemblea, come era giusto, ha delegato la carica al dott. Moscetti, valente archeologo: questi ha proposto e i soci hanno approvato la nomina del fondatore a presidente onorario. Sino dall’anno di fondazione l’Associazione ha stampato gli Annali e ha istituito il premio Andrea Durantini, sostenuto dalla famiglia a ricordo del figlio deceduto a seguito di incidente della strada. Negli anni il premio, ogni terzo anno, è andato a personaggi che hanno onorato nel mondo il territorio di competenza dell’Associazione: il prof. Federico Zeri (1997), il Cavaliere del lavoro Sig.ra Laura Biagiotti (2000), il Maestro Franco Migliacci (2003), l’Abate Carlo Egger, latinista di cinque Pontefici (2006), il Generale D. Roberto Conforti (2009).
La professione medica - Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Palermo, specializzato in Ginecologia ed Ostetricia presso L’Università di Perugia, Vicario ha svolto la sua missione medica con profonda professionalità, amore e rispetto per i pazienti che, numerosi, richiedevano un supporto basato sulla sua profonda esperienza ed umanità.
Dopo aver lasciato la carriera specialistica ospedaliera iniziata presso l’Ospedale "S. Giovanni" di Roma, per essere più presente nella vita familiare che ha sempre ritenuto prioritaria, ha svolto i primi anni della sua attività nella zona di Mentana. Questa scelta, pur con la nostalgia per l’abbandono dell’impegno ospedaliero e la didattica, lo ha reso protagonista di una medicina generica dove alternava un pronto soccorso ad una nascita, supportato da un affetto e una stima che ancora oggi, dopo molti anni, gli dimostrano i suoi ex-assistiti.
In campo medico ha poi pubblicato numerosi articoli e saggi su riviste specializzate. E’ stato responsabile del poliambulatorio presso il Nomentana Hospital ed è stato co-fondatore del poliambulatorio “Linea Medica” a Tor Lupara, ove uno dei soci ne avvelenò quello che era stato un bel gruppo.
Dal 1963 al 1980 ha lavorato oltre che in qualità di specialista ginecologo pure da medico generico; la zona (Tor Lupara) era solo campagna e l’insediamento umano era così inconsistente che aveva dovuto escogitare un originale metodo per la chiamata medica: un familiare del paziente lasciava uno straccetto rosso appeso al tronco di un platano sulla via Nomentana e alla casa più vicina il nome del sofferente bisognevole di cura. Il telefono era ancora invenzione di là da venire all’ombra di quell’antica Torre medievale!….
In un volumetto di “memorie” di una sua assistita si legge l'apprezzamento della scelta fatta dal Vicario di "medico per amore" in una descrizione che mostra la realtà di una zona rurale, negli anni ‘50, quando in molte abitazioni di campagna mancava ancora la corrente elettrica:
… Poi intorno all’inizio degli anni 60 si trasferì da Mentana a Tor Lupara il dottor Salvatore G. Vicario…. era per noi non solo il medico, ma quasi un "mago", un "taumaturgo", colui al quale si ricorreva non solo in caso di malattia, ma soprattutto per ottenere consigli data la sua disponibilità. Il dottor Vicario era encomiabile, veniva per le case e quelli che non potevano pagare (la mutua non c'era) con lui non avevano problemi… [Nota].
Dal 1990 al 1995 ha svolto un corso libero presso l’Istituto Statale di Educazione Fisica di Roma oggi IUSM, grazie all’incontro con il prof. Giuseppe Massara. Quelle lezioni, registrate e integrate, furono raccolte in volume, edito da Marrapese in Roma (1993) in collaborazione con Massara per la parte tecnico-specialistica di sua competenza.
Il 14 gennaio 2019 Salvatore Giuseppe Vicario ci ha lasciati. Restano questi meravigliosi scritti e un ricordo di immensa stima per lui.