Se il mare in tempesta non incutesse timore e cullasse anziché distruggere, i suoi moti avrebbero la stessa intensità della prosa di Roberto Michilli.
Lo scrittore e poeta abruzzese, recentemente scomparso, ha donato ai suoi lettori un ultimo capolavoro. La Trama di Giorni è un romanzo classico nell'accezione migliore del temine, con personaggi profondi e approfonditi al servizio di una trama che non ha punti d'arresto. Miracolosa.
Il debito, se di questo si può parlare al cospetto di una cifra narrativa di così straordinaria rarità, verso la letteratura russa - da lui amata e commentata - è evidente in modo non sfacciato, ma celato tra le pieghe delle pagine.
Il volume non è che l'ultimo tassello di una fitta bibliografia, la quale - negli anni - lo aveva portato a collaborare con la Edizioni Di Felice. Per l’elegante realtà editoriale abruzzese, Michilli ha pubblicando i propri romanzi nella Collana Gli Occhi del Pavone e ha diretto la Collezione I Contemporanei del Futuro, inaugurata dal suo superbo lavoro di ricerca: Lermontov. Vita attraverso le lettere, nel 2020.
Nella nostra intervista, Valeria Di Felice, responsabile dell’omonima casa editrice, analizza le tante sfaccettature dell’autore ed illustra i progetti futuri che la attendono.
Inizio col chiederle com’è nata la collana Gli Occhi del Pavone, all’interno della quale è inclusa l’ultima opera letteraria di Michilli.
È nata dieci anni fa con l’intenzione di sviluppare temi legati alla mediterraneità attraverso la lente del romanzo. Ogni libro della collana è un'occasione per immergersi nella complessità del mondo mediterraneo, con le sue caratteristiche, i suoi conflitti, le sue storie, i suoi infiniti crocevia. In questo mare nostrum, i romanzi della collana vogliono offrire al lettore la possibilità di confrontarsi con la mediterraneità, di percepirne i diversi volti dell’immaginario identitario collettivo, e di riflettere sulle possibilità dello stare al mondo nella continua tensione tra tradizione e cambiamento.
In questi dieci anni abbiamo pubblicato 18 romanzi, eterogenei per stile e tematiche, di autori di diverse nazionalità (italiana, marocchina, palestinese, francese). Sono voci accomunate da uno sguardo narrativo attento e ostinato nello spingersi oltre i confini del senso comune. Il lettore troverà spunti per riflettere su alcune grandi tematiche che, pur non essendo esclusive del Mediterraneo, certamente appartengono alla storia collettiva dei Paesi mediterranei: la difesa della libertà, l’emancipazione femminile, la dittatura, le migrazioni, le rivolte sociali, i fermenti politici, ecc. La trama dei giorni, per esempio, è un affondo negli anni Settanta, vale a dire gli anni delle contrapposizioni ideologiche e della rivoluzione studentesca, gli anni “dell’ira e della speranza, della fantasia e della tragedia, nei quali si consumò la fine di un’epoca e si gettarono i semi di un tempo nuovo”.
La Trama dei giorni sorprende per audacia e coraggio. La narrazione è incandescente e indimenticabile. Quali pensa siano i punti di contatto e quali le eventuali divergenze con gli altri titoli di Michilli presenti in collana?
Ci sono sicuramente più punti di contatto che divergenze con i romanzi precedenti. Tutti i romanzi di Roberto Michilli nascono da una capacità di intuizione così acuta da rendere i personaggi autentici e attendibili e ricreare una sorta di mondo parallelo dal materiale emotivo denso e coinvolgente. “L’incandescenza” della narrazione è direttamente legata alla credibilità dei personaggi, colti nelle rispettive fisionomie psicologiche e interiori, e alle loro interazioni.
Le vicende narrative si susseguono in un addensamento di esperienze, relazioni, attese, disillusioni, slanci e ripiegamenti. Il lettore è costantemente teso tra i discernimenti interiori dei personaggi e i grandi avvenimenti del secondo dopoguerra: il movimento femminista, il compromesso storico, il terrorismo, le stragi, la scoperta degli elenchi della P2 e altro ancora.
La bibliografia di Michilli è vasta. Sapeva conquistare il lettore con romanzi, traduzioni, saggi e poesie. Com’è nata la vostra collaborazione?
Un giorno mi contattò perché voleva pubblicare un romanzo (che era L’attesa della felicità). Ci incontrammo per un pranzo. C’era anche Leandro Di Donato che aveva fatto da tramite. Nacque subito una profonda empatia tra noi: condividevamo la stessa visione editoriale, gli stessi valori, il rispetto per la letteratura, un tocco di idealismo. A quell’incontro seguì la creazione della collana di classici “I contemporanei del futuro. Omaggio a Giuseppe Pontiggia” di cui Roberto assunse la direzione. Seguì il saggio sui decabristi, La rivoluzione immobile, e altri romanzi, l’ultimo dei quali è La trama dei giorni che Roberto ha stretto tra le mani la settimana prima di morire.
Cosa può dirci, invece, a proposito della collana I Contemporanei del futuro, da voi creata?
La collana è un omaggio a Giuseppe Pontiggia che Roberto stimava molto. Condivideva di Pontiggia la forte considerazione sul valore dei classici, come “riserva del futuro”, ma anche la preoccupazione per una deriva culturale e letteraria che allontani – invece che avvicinare – il lettore a modelli valoriali.
La collana in questi anni ha accolto in nuove traduzioni col testo originale a fronte, classici di fine Ottocento e inizio Novecento sconosciuti, come Anna De Brémont, dimenticati, oppure celebri per i quali proponiamo traduzioni che siano più aderenti al linguaggio contemporaneo.
Finora nella collana, inaugurata nel 2020, risultano pubblicati sei titoli:
- Michail Jur’evič Lérmontov, Dalla fiamma e dalla luce. La vita attraverso le lettere, traduzione e saggio critico di Roberto Michilli (2020);
- Prosper Mérimée, Carmen, cura e traduzione di Paola Tiberii (2021);
- Gustave Flaubert, La leggenda di san Giuliano l’Ospitaliere, traduzione e saggio critico di Roberto Michilli (2022);
- Anna de Brémont, Sonetti e poesie d’amore, cura e traduzione di Valeria di Felice (2023);
- Stendhal, La badessa di Castro, cura e traduzione di Roberto Michilli (2023);
- Theodor Storm, La signora delle piogge, traduzione e saggio critico di Isabella Horn (2024).
Posso chiederle se avete in mente progetti futuri per onorare il lascito letterario di Roberto?
Roberto sarà sempre ricordato per affetto e anche per gratitudine. È stato un amico e un mentore, un consigliere fidato con cui condividere i traguardi della casa editrice e anche i momenti di difficoltà. Come editrice gli sarò sempre grata per le sue opere che sono sicura cammineranno nel tempo e incontreranno gli occhi di tanti lettori, e per la sua fede per i libri. Nei prossimi mesi ci saranno vari incontri per ricordare la sua persona e la sua importante eredità letteraria.
La collana, come gli avevo promesso, continuerà e sarà diretta da una traduttrice che lui aveva già coinvolto nella collana. Ma non dico di più e presto svelerò il nome!