Devo alla mia amica Valentina, sempre in cerca di nuove passeggiate da far fare al suo cane Pepe nei dintorni di Vienna, la scoperta della casa di Wystan Hugh Auden a Kirchstetten.

Kirchstetten è un tipico villaggio rurale della Bassa Austria, a una quarantina di chilometri da Vienna. Non ha alcun charme né attrattive particolari ‒ se si esclude una chiesa tardo gotica con l’annesso piccolo cimitero ‒ e, come tutti i paesi della regione, è completamente morto (non c’è un ristorante, non si vede un’anima viva in giro, specie nei fine settimana). Anche l’area in cui sorge, nonostante sia definita nei dépliant turistici locali ‒ con molta immaginazione – “la Toscana (anzi, Toskana) della Bassa Austria”, non ha niente di speciale: una campagna ondulata, con campi di frumento, orzo, mais e patate, alternati a boschetti di querce, faggi e conifere. Rimasi quindi stupito nell’apprendere che il grande poeta inglese Auden avesse eletto Kirchstetten a sua dimora estiva negli ultimi anni della sua vita e vi fosse addirittura sepolto.

In un giorno di pioggia dell'ottobre 1957 il poeta si recò nel villaggio per visitare una casa di campagna con il suo partner americano Chester Kallman. Dopo averla vista per la prima volta, la acquistò immediatamente come residenza estiva. A quanto pare, si era stancato di Ischia, dove aveva trascorso le vacanze estive dal 1948, a causa del calore e dell’eccesso di turisti. Aveva quindi cercato casa in un Paese di lingua tedesca che non fosse la Germania (chissà perché), avesse buon vino e una stagione operistica facilmente accessibile (la Staatsoper di Vienna è a un’ora di auto da Kirchstetten).

Prima di visitare la casa di Auden a Kirchstetten vale la pena di rievocare a grandi linee la figura del poeta.

W. H. Auden

Wystan Hugh Auden è considerato uno dei più importanti e influenti poeti inglesi del XX secolo. Cresciuto nell'insicurezza della guerra e del dopoguerra negli anni Dieci e Venti del Novecento, sviluppa presto un personale e potente linguaggio e diventa la voce dominante della generazione poetica inglese degli anni Trenta. Alcune delle sue poesie, sono tra le più famose del Novecento, tradotte in tutte le lingue. Scrisse inoltre quattro libretti d’opera per vari compositori, tra cui Igor Stravinsky.

Ma andiamo un po’ più in dettaglio: Auden nasce a York il 21 febbraio del 1907, e stringe a scuola la prima grande amicizia, col futuro romanziere Christopher Isherwood. Il suo primo libro viene pubblicato nel 1928, dopo gli studi ad Oxford, stampato privatamente dal poeta Stephen Spender, altro grande amico e sodale. Tra il 1928 e il ’29 Auden trascorre assieme ad Isherwood nove mesi nella trasgressiva Berlino dell’epoca, potendo dare così libero sfogo alla propria omosessualità. Tornato in patria, pubblica i libri Poems, 1930 e The Orators, 1932, di grande successo critico nonostante la loro difficoltà e, soprattutto, molto apprezzati da quei giovani poeti marxisti che verranno chiamati la Auden generation (fra gli altri, Spender, Louis MacNiece e Cecil Day-Lewis). I primi libri, oltre che dall’impegno sociale e politico sono caratterizzati da una straordinaria perizia stilistica.

Nel 1935, per procurarle il passaporto britannico (i nazisti le avevano tolto quello tedesco), sposa Erika Mann, giornalista, omosessuale anch’essa, figlia del famoso scrittore. Nel gennaio-marzo 1937 è in Spagna, durante la guerra civile, un’esperienza cruciale che lo spinge a rivedere le sue idee politiche (com’era anche successo a George Orwell). Deplora in particolare la persecuzione antireligiosa e, non essendo iscritto al partito comunista, subisce l’ostilità dei “compagni”. Nel 1938 parte con Isherwood per la Cina in guerra col Giappone. Ancora una volta lo scrittore impegnato si accorge di quanto sia difficile conciliare poesia, verità e politica.

Comincia a maturare un interesse per il simbolismo cristiano e le tematiche religiose e metafisiche, che caratterizzerà le raccolte poetiche degli anni Quaranta. Al ritorno dalla Cina, nel 1939, i due amici vanno a vivere assieme a New York, un trasferimento visto con riprovazione dagli intellettuali di sinistra, che lo ritengono una fuga dalla guerra che si va profilando in Europa. Dopo l’arrivo in America incontra Chester Kallman, che gli sarà compagno per il resto della vita.

Condivide un appartamento, notoriamente sporco e caotico, nel Lower East Side di Manhattan con altri artisti, tra cui Paul Bowles e Carson McCullers e ne fa un punto di ritrovo per intellettuali e artisti. Nel 1940 pubblica Another Time, in cui prende atto della sconfitta delle utopie rivoluzionarie e definisce un nuovo ruolo, più disincantato, per l’artista. Nel contempo, sotto l’influenza di Kierkegaard, si converte all’anglicanesimo e riprende a frequentare la chiesa.

Nel 1946 diventa cittadino americano. Un’altra importante opera di questo periodo è The age of Anxiety di sapore joyciano. In seguito, la sua poesia entra in una fase più distesa, prosastica e colloquiale, pur restando elevata e solo apparentemente semplice. W. H. Auden muore per un infarto la notte del 28 settembre 1973 a Vienna, dove si era recato per una conferenza, e, seguendo sue volontà, viene sepolto a Kirchstetten.

La casa

Come tutto a Kirchstetten, anche la casa non è un granché: una costruzione bassa di colore giallo ocra, non troppo grande, a metà strada fra una fattoria e una villetta, al limitare di un boschetto e circondata da un modesto giardino. Dopo averla acquistata Auden scrisse ad un amico di New York “Chester ed io siamo incantati dalla nostra casa austriaca". Kirchstetten offrì infatti ad Auden la pace necessaria per lavorare alle sue poesie e ai suoi saggi e divenne una meta estiva per i suoi amici di tutto il mondo (tra cui noti artisti e intellettuali come Joseph Brodsky, lo storico Golo Mann e Leonard Bernstein). Pur essendo un conversatore brillante, aveva la mania di andarsene a letto puntualmente alle nove di sera, anche se gli ospiti erano appena arrivati e chiacchieravano sorseggiando aperitivi nella stanza accanto.

A dimostrazione dell’attaccamento di Auden alla casa, il libro About The House del 1965 in cui descrisse in versi ogni stanza della dimora. Dopo la morte del poeta, la casa passò ad altri proprietari. Fortunatamente il governo della Bassa Austria nel 1988 acquistò il piano superiore/solaio in cui Auden si rifugiava a scrivere, e lo trasformò in un piccolo museo con cimeli del poeta e testimonianze della sua vita ed opera. Questa è la parte della casa che si può visitare, previo appuntamento telefonico, accolti da una molto austriaca e austera signora che cura gli affari culturali del comune di Kirchstetten, parla un buon inglese e conosce bene la vita e l’opera dell’autore.

Ma iniziamo la visita: si sale al piano per una ripida scaletta e vi si accede attraverso una porticina dal basso architrave (non so quanto alto fosse Auden, io, che alto non sono, vi ho picchiato la testa). L’interno è piuttosto angusto, anche se luminoso, con soffitti spioventi, imbiancati a calce, e travi di legno a vista. Gli oggetti più commoventi che contiene sono quelli legati alla vita del poeta: la sua macchina da scrivere con gli occhiali appoggiati sul ripiano della scrivania, una pila dei suoi libri, sovrastata da una tazza sporca, portaceneri polverosi e un paio di vecchie pantofole sformate. E poi, le “amate” (da buon anglosassone) bottiglie: gin, vermouth, maraschino, sakè… D’altronde, un foglietto scritto a macchina e appeso al muro ragguaglia: The Kirchstetten Timetable.

7-10 a.m. Early work (mostly on Essays, Book Reviews, Translations).
10 a.m. Shopping time.
11 a.m. Pre-lunch drinks (two glasses of dry vermouth).
12 a.m. Lunch time at the Gasthaus (beer and sandwich).
2-6.30 p.m. Work again, occasionally interrupted by teatime.
6.30 p.m. Martini time (really strong!).
7.30 p.m. Dinner and Drinks.
9 p.m. Bed time: Reading, drinking, smoking a last cigarette.

[7:00-10:00 Lavoro mattutino (principalmente su saggi, recensioni di libri, traduzioni).
10:00 Tempo per fare la spesa.
11:00 Aperitivo pre-pranzo (due bicchieri di vermouth secco).
12:00 Pranzo alla Gasthaus (birra e panino).
14:00-18:30 Lavoro di nuovo, occasionalmente interrotto dal tè.
18:30 Tempo per un Martini (davvero forte!).
19:30 Cena e bevande.
21:00 Ora di andare a letto: leggere, bere, fumare l'ultima sigaretta.]

Fra i cimeli, una vetrinetta con le foto dei tre numi tutelari di Auden ‒ T.S. Eliot, Yeats e Thomas Hardy ‒ e una preziosa prima edizione di The Waste Land. Una foto lo ritrae giovane e sorridente, assieme ai “compari” Isherwood e Spender (dei tre Auden è decisamente il più brutto) e un’altra assieme ai componenti della famiglia Mann. Un ritaglio di giornale del tempo della Guerra di Spagna annuncia Famous poet to drive ambulance in Spain.

All’entrata, un libro per le firme e i commenti dei visitatori: due interventi ampollosi degli ambasciatori britannico e americano in Austria, le tracce lasciate da qualche luminare di Oxford di passaggio e tante parole di sincero affetto e riconoscenza da parte di suoi comuni ammiratori.

Terminata la visita ho sentito di non poter lasciare Kirchstetten senza aver omaggiato la tomba del poeta nel locale cimitero. Una semplice croce in ferro battuto, del tutto simile a quelle che sovrastano le tombe circostanti dei campagnoli del posto, e una targa: W.H. Auden – 21.2.1907 - 28.9.1973 – Poet and Man of Letters.

La poesia di W.H. Auden

Pur non essendo un critico letterario né un esperto di Auden, voglio provare ad addentrarmi nella poesia dell’autore. Per farlo non mi cimenterò con le sue opere più ardue, sul genere di The Orators ma prenderò brevemente in esame, a titolo di esempio, il suo libro forse più rappresentativo, vario e noto, il già citato Another Time del 1940. Esso contiene due delle sue poesie più popolari O Tell me the Truth About Love e Funeral Blues. La prima ha un incipit famoso, specie nei paesi anglosassoni:

Some say that Love’s a little boy
And some say he’s a bird,
Some say he makes the world go round
And some say that’s absurd.

[Alcuni dicono che l'Amore è un ragazzino
E alcuni dicono che sia un uccello,
Alcuni dicono che faccia girare il mondo
E alcuni dicono che è assurdo.]

Quanto alla seconda, è stata brevemente riportata in auge dal film di successo del 1994 Quattro matrimoni e un funerale e recita:

Stop all the clocks, cut off the telephone,
Prevent the dog from barking with a juicy bone,
Silence the pianos and with muffled drum
Bring out the coffin, let the mourners come.

[Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforte, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.]

Un’ altra poesia famosa della raccolta è September I, 1939 che rievoca in toni cupi lo scoppio della Seconda guerra mondiale.

Personalmente ho particolarmente apprezzato la ballata su Ms Gee , che mi ha fatto pensare alla Eleanor Rigby dei Beatles :

Let me tell you a little story
About Miss Edith Gee;
She lived in Clevedon Terrace
At Number 83.
She lived in Clevedon Terrace
In a small bed-sitting room.

(...)

The Church of Saint Aloysius
Was not so very far;
She did a lot of knitting,
Knitting for the Church Bazaar.

[Lasciate che vi racconti una piccola storia
Sulla signorina Edith Gee;
Viveva a Clevedon Terrace
Al numero 83.
Viveva a Clevedon Terrace
In una piccola stanza da letto.]

(...)

[La chiesa di Saint Aloysius
non era molto lontana;
faceva molti lavori a maglia,
per il bazar della chiesa]

Non ricorda tanto la protagonista della canzone sopra citata?

Eleanor Rigby
Picks up the rice in the church where a wedding has been
Lives in a dream

Waits at the window
Wearing the face that she keeps in a jar by the door
Who is it for?

[Eleanor Rigby
Raccoglie il riso nella chiesa dove si è svolto un matrimonio
Vive in un sogno

Aspetta alla finestra
Indossa il volto che tiene in un barattolo accanto alla porta
Per chi è?]

(Del resto, Paul McCartney era un avido lettore di poesia ed “Eleanor Rigby” fu apprezzata da poeti del calibro di Allen Ginsberg e Paul Muldoon…)

Guardando all’opera di Auden nel suo complesso mi pare che il poeta, pagato il necessario tributo ai due feticci del Novecento, marxismo e freudismo, nelle loro varie combinazioni, si sia via via reso più leggibile e “umano”, complice anche la conversione religiosa che lo accomunò a T.S. Eliot.

Ho da poco acquistato, in una libreria antiquaria di Londra, una prima edizione introuvable dell’ultimo libro di Auden uscito postumo nel 1974 Thank You, Fog. In esso è distillata la raggiunta saggezza della vecchiaia, dopo una vita privata e intellettuale tumultuosa, in versi epigrammatici come questi:

Man must either fall in love
with Someone or Something,
or else fall ill.

[L'uomo deve innamorarsi
di qualcuno o qualcosa,
altrimenti si ammala.]

oppure:

Nothing can be loved too much,
but all things can be loved
in the wrong way.

[Nulla può essere amato troppo,
ma tutte le cose possono essere amate
nel modo sbagliato.]

Conclusione

Nel concludere il mio pezzo mi accorgo, avendo rovistato nel privato di Auden, di avere “tradito” in pieno quelli che erano gli intenti del poeta. Ha infatti scritto Auden:

Le biografie degli scrittori sono sempre superflue e, di solito, di cattivo gusto. Uno scrittore è un creatore, non un uomo d'azione. Certo, tutte le sue opere sono trasmutazioni delle sue esperienze personali, ma nessuna conoscenza delle materie prime spiegherà il sapore particolare dei piatti che invita il pubblico a gustare: la sua vita privata non è, o non dovrebbe essere, di interesse per nessuno, se non per lui stesso, la sua famiglia e i suoi amici.

Più chiaro di così… Mi scuso con Auden e coi lettori.