La casa editrice nota come Istituto Treccani, o anche Istituto della Enciclopedia Italiana, è stata fondata dall’imprenditore, e presidente, Giovanni Treccani, e dal filosofo, nonché direttore scientifico, Giovanni Gentile il 18 febbraio del 1925, a Roma.

Nomi illustri appartenevano all’Istituto ai suoi inizi: Calogero Tumminelli che ne era il direttore editoriale, Antonio Pagliaro linguista e caporedattore, quindi Luigi Einaudi, Vittorio Grassi, Luigi Cadorna maresciallo d’Italia, Alberto De Stefani, Gaetano De Sanctis, Silvio Longhi, Francesco Salata, l’ammiraglio Paolo Thaon di Revel, Ettore Marchiafava, Tommaso Tittoni, Ferdinando Martini, Gian Alberto Blanc, Pietro Bonfante, Ugo Ojetti, Vittorio Scialoja, Angelo Sraffa.

L’Enciclopedia Italiana uscì in 35 volumi, più uno di indici, tra il 1929 e il 1937 ed ebbe un successo enorme, costituendo un vero modello culturale.

In difficoltà finanziarie molto presto, Treccani costituì nel 1931 la Treves-Treccani-Tumminelli con le editrici omonime, in modo da far fronte alle problematiche, che finirono quando la Treccani assunse il nome di Istituto e, con Regio Decreto Legge del 24 giugno 1933, n. 669, venne nominata ente di finalità nazionale. In quell’anno ne divenne presidente Guglielmo Marconi.

Durante il periodo della Repubblica di Salò ne divenne commissario Guido Mancini, allora direttore dell’Ufficio Studi e Legislazione del Partito Nazionale Fascista, e la sede venne trasferita per un periodo a Bergamo, mentre le attività ripresero a Roma verso la fine del 1944. Luigi Einaudi ne divenne presidente nel dopoguerra, il 30 maggio 1946, mentre dall’anno dopo la nomina del presidente dell’Istituto venne devoluta al Presidente di quella che era da poco diventata la Repubblica italiana.

La prima opera del secondo dopoguerra fu, dal 1955 al 1961, in dodici volumi, il Dizionario enciclopedico italiano. Compie cinquant’anni, essendo uscito il primo numero nel 1975, l’Enciclopedia del Novecento, articolata in 522 saggi, pubblicata fino al 1990 e a cui parteciparono ben ventuno premi Nobel.

Pur se il fascino dell’enciclopedia Treccani cartacea, con i bei tomi dalla copertina marrone e oro, è indiscussa, dagli anni Duemila si è adeguata ai nuovi strumenti informatici, quindi digitali e online, tra i quali spicca il Dizionario Treccani, indubbio strumento utile per la tutela e l’insegnamento della lingua italiana, riconosciuto anche da accordi con il Ministero per la pubblica amministrazione e innovazione.

Rinomati sono i volumi d’arte, la riproduzione di codici miniati e molti altri gioielli della carta stampata che rendono unico l’Istituto ancora, in un tempo che, malgrado tutto, apprezza ancora la carta.

Tornando alla nascita di quella che comunemente è conosciuta come “la Treccani”, vediamo che il suo fondatore, Giovanni Treccani degli Alfieri, classe 1877, era nativo di Montichiari, in provincia di Brescia. Figlio di un farmacista e di una nobile, diciassettenne emigrò in Germania dove lavorò come semplice operaio tessile, acquisendo una capacità tecnica che, una volta rientrato in Italia, mise a frutto nel settore, divenendo ben presto un capitano d’industria.

Nel primo decennio del Novecento fu presidente del Cotonificio Rossi di Schio, poi della Società anonima manifattura tessuti Candidi, e così via, senza trascurare di sostenere la cultura. Nel 1919 fece una cospicua donazione all’Accademia dei Lincei, quindi nel 1923 donò allo Stato italiano la Bibbia di Borso d’Este, oggi alla Biblioteca estense di Modena, che aveva acquistato per cinque milioni di lire a Parigi.

Nel 1921 venne nominato Cavaliere del Lavoro e nel 1924 Senatore del Regno, mentre i suoi interessi economici videro non solo la creazione di case editrici, ma anche la presidenza del Credito Commerciale e della Siemens italiana, ad esempio. Nel 1939 ricevette la laurea honoris causa in Lettere e Filosofia dall’Università degli Studi di Milano.

Con lui ha fondato l’Enciclopedia Giovanni Gentile, artefice nel 1923 dell’omonima riforma dell’istruzione durante il primo governo Mussolini, quando ricoprì l’incarico di Ministro dell’Istruzione. Nello stesso anno di fondazione della Treccani, Gentile firmerà il Manifesto degli intellettuali fascisti e promosse la nascita dell’Istituto Nazionale Fascista di Cultura, che presiedette fino al 1937.

Malgrado fosse rimasto fascista, a Gentile si deve l’ampiezza di vedute dell’Istituto Treccani, nel quale chiamò a collaborare anche antifascisti ed ebrei, sapendo mantenere una certa autonomia rispetto al regime, benché con la rassicurazione che nessuna voce sarebbe stata autonomamente inserita nell’enciclopedia da antifascisti senza revisione, soprattutto i lemmi relativi al fascismo stesso.