Nella moltitudine di divinità egizie, il dio Amon era considerato il re degli dei, un dio-creatore supremo. Era l'antico dio egiziano della fertilità e della vita. Amon (Imn, pronunciato Amana nella lingua egizia, in italiano anche Ammone, dal greco antico Ἄμμων, Ámmōn o Ἅμμων, Hámmōn; letteralmente il Misterioso o il Nascosto) è una divinità appartenente alla religione dell'antico Egitto. Fu un dio di massima importanza per quasi tutta la storia egizia. È attestato già durante l'Antico Regno (ca. 2680 - 2180 a.C.) con la sua sposa Amonet.
Con l’XI dinastia (circa 21° secolo a.C.), Amon salì alla posizione di divinità protettrice di Tebe sostituendo Montu. Dopo la ribellione di Tebe contro gli Hyksos e con il regno di Ahmose I (XVI secolo a.C.), Amon acquisì importanza nazionale, espressa nella sua fusione con il dio Sole, Ra, come Amun-Ra (scritto alternativamente Amon-Ra o Amun-Ra). Da solo, era anche considerato il re degli dei.
Amun-Ra mantenne la massima importanza nel pantheon egiziano in tutto il Nuovo Regno (con l'eccezione dell'"eresia atenista" sotto Akhenaton); in questo periodo (dal XVI all'XI secolo a.C.) ricoprì la posizione di divinità creatrice trascendentale, auto creata "per eccellenza"; era il protettore dei poveri o dei tormentati e legato al concetto della pietà. Insieme al dio Osiride, fu la divinità maggiormente evocata dal popolo egizio.
Come dio principale dell'Impero egiziano, Amun-Ra venne venerato anche al di fuori dell'Egitto, e secondo la testimonianza degli antichi storiografi greci in il culto era presente anche in Libia e Nubia. Come Zeus Ammon e Giove Ammon, venne identificato con Zeus in Grecia e Giove a Roma. Come patrono di Tebe, sua moglie era Mut. A Tebe, Amon come padre, Mut come madre e il dio della Luna Khonsu come figlio formavano la famiglia divina o la "Triade tebana".
Amon era il paladino dei meno fortunati, sostenendo i diritti dei poveri. Aiutando coloro che viaggiavano in suo nome, divenne il Protettore delle strade, degli itinerari e dei percorsi. Poiché sosteneva Ma'at (verità, giustizia e bontà), coloro che pregavano Amon dovevano prima dimostrare di essere degni, confessando i propri peccati. Le stele votive del villaggio degli artigiani a Deir el-Medina riportano:
[Amon] che viene alla voce del povero in difficoltà, che dà respiro al misero... Tu sei Amon, il Signore dei silenziosi, che ascolta la voce del povero; quando ti invoco nella mia angoscia, tu vieni e mi soccorri... Anche se il servo era disposto a fare il male, il Signore è disposto a perdonare. Il Signore di Tebe non trascorre un giorno intero in collera; la sua ira passa in un attimo; non ne rimane nessuno. Il suo respiro ci trasmette misericordia... Che il tuo kꜣsia gentile; che tu possa perdonare; non accadrà più.1
In seguito venne adorato come creatore di tutte le cose e responsabile della regolazione del tempo, delle stagioni, dei venti e delle nubi, simbolo di fertilità e guarigione, ma anche protettore dei sovrani egizi. Nelle raffigurazioni si presenta di solito come un uomo con il capo coperto da una corona sormontata da due lunghe piume.
Amon come tutte le divinità geograficamente vicine con il popolo ebraico sarà demonizzato sino a diventare uno dei “diavoli” più importanti delle gerarchie infernali. Lo ritroveremo infatti nei più noti Grimorii 2 medievali. Le antiche divinità (o entità extra-umane) pre-cristiane, derivanti da fonti ebraiche, greche, egiziane, assire, babilonesi, persiane, già precedentemente demonizzate dall’ebraismo3 e dal cristianesimo4, sono trasformate nei Grimorii, in diavoli che ne riprendono spesso le caratteristiche morfologiche e nominali5.
Amon lo ritroviamo ad esempio nel noto grimorio moderno: il libro rosso6. Qui viene descritto come la “Bestia Urlante”. Viene annoverato come un conte infernale della quarta schiera demoniaca. Il culto di Amon non si riferisce solo ai grimorii antichi e moderni ma anche agli odierni cultori del satanismo che tributano a lui offerte e culto in maniera assidua, divenendo di fatto uno dei Demoni più evocati di sempre.
Note
1 Lichtheim M., Letteratura egiziana antica: Volume II: Il Nuovo Regno, Berkeley, California: University of California Press, 1976, pp. 105–106.
2 Durante il Medioevo, la cultura “magica” sente il bisogno di classificare gli spiriti secondo vari criteri (spiriti dei sette pianeti e dei giorni della settimana, delle ore della notte e del giorno, dei segni dello zodiaco e dei punti cardinali), e questa esigenza conduce all’elaborazione dei Grimorii. Questi riportano gli aspetti che può assumere ciascun diavolo, in modo che il mago possa essere certo che lo spirito che gli appare sia proprio quello da lui evocato. I Grimorii sono, quindi, versioni leggendarie che hanno a protagonista entità demoniache. Non nascono solo da un’esigenza da parte del mago di classificare e definire morfologicamente le entità extra-umane (ed in particolare Demoni), ma sono frutto anche dell’influenza del Cristianesimo sulla cultura magica medioevale e rinascimentale. Il Satana veterocristiano è una presenza di cui non si specifica la natura, in quanto non era necessario specificarla. Invece nel Cristianesimo, è proprio la natura diabolica di Satana che occorre specificare. Secondo Dario Sabbatucci il diavolo è un elemento primario della storia cristiana. In esso si fondono concettualmente il male-realtà e la promozione di un comportamento peccaminoso: questa fusione fa parte dello sviluppo storico del Cristianesimo. Ad ogni livello, sia teologico, sia mistico, sia popolare, si è manifestata la una tendenza a voler dare una fisicità al male morale e a renderlo una realtà personificabile. La sua personificazione è appunto il diavolo.
3 L’Ebraismo e il Cristianesimo, sin dalle loro origini, hanno avuto sempre nei riguardi delle altre religioni un atteggiamento riduzionista, teso spesso a connotare il credo “altro” come diabolico o come una semplice forma di superstizione. Questo atteggiamento non si esaurisce la prima fase del Cristianesimo, ma si ripropone con forza anche nel periodo della Controriforma, quando i missionari riscontrano una cospicua presenza del “diavolo” nell’orizzonte mitico-rituale delle culture amerindiane.
4 Secondo lo storico delle religioni Sabbatucci la Cristianità aveva ereditato dal paganesimo un ordine mondano che, proprio perché pagano, doveva essere avversato come prodotto diabolico. Il cristianesimo dei primi secoli non negò l’esistenza degli dei pagani, negò soltanto la loro natura divina, facendo salvo così il monoteismo (vedi ad esempio la dottrina di Evemero (nel IV-III sec. D.C.). L’evemerismo non soddisfaceva però la mentalità dei credenti, i quali non negavano il potere sovrumano per tanto tempo esercitato dagli dei pagani, anche se dovevano negare la loro natura divina. Fu così che sostituirono la natura divina con una natura diabolica: gli dei pagani erano altrettanti diavoli. Il termine greco daimon, a volte usato per dire “dio”, divenne sinonimo di “diavolo”: demone, demonio. Le divinità pagane erano diavoli e non potevano più essere chiamate dei. Tra gli esseri divini o semi-divini concepiti dai greci, i meno antropomorfi erano i satiri, cornuti, caudati e con zampe caprine: fornirono al Cristianesimo il modello preferito per rappresentare il diavolo (riproposto poi nei grimorii).
5 Gli esempi sono molti, ne citerò uno per tutti: Ba’ al, antica divinità adorata a Ugarit dai Fenici (caratterizzata tra l’altro positivamente), è stato dapprima demonizzato dai testi biblici (Geremia, XIX, 5) e in un secondo momento ripreso dai Grimorii medioevali e rinascimentali (come ad esempio lo Pseudomonarchia Daemonum di Weyer del 1563) dove compare in qualità di primo re dell’Inferno caratterizzato da una forma Teriomorfa.
6 Questo testo, il cui titolo originale è Le Livre Rouge, compare per la prima volta nel luglio 1940 in Francia ad opera dell’occultista Jacues Dourcet-Valmore.
Bibliografia
Cecchini R. - Rose A., Guarire con gli Antichi Dei Vol.II: Il pagan Healing, Amazon, Torino 2024.
Cecchini R. - Lattanzi B.G.V., La Guerra Magica di Marisol Contreras, Amazon, Torino 2025.
Lichtheim M., Letteratura egiziana antica: Volume II: Il Nuovo Regno, Berkeley, California: University of California Press, 1976.