“Carlo Placci” scrisse Ugo Ojetti “è conosciuto da tutte le persone conosciute da tutti”. Singolare premessa che ha consentito il partire delle ricerche, da parte dello scrittore Giorgio Villani, atte a far luce su questo singolare personaggio fiorentino, dedito alla letteratura, alle arti, alla musica ed in stretto contatto con l’intellighezia dell’epoca. Villani ne riordina i diari, all’interno dei quali si susseguono nomi illustri: Marconi, Duse, Monet, d’Annunzio, Rilke e Berenson fra i tanti. Il risultato è un volume raffinato che incasella i pensieri e gli incontri di Placci, ripercorrendo non solo una vita, ma l’inquietudine artistica caratterizzante il passaggio tra Otto e Novecento.
Carlo Pacci, dilettante e cosmopolita (edito dalla Fondazione Listri) è al centro della nostra intervista, che dà modo – altresì – di conoscere gli ultimi progetti dello scrittore.
Partirei col chiederle di condividere qualche dettaglio a proposito della genesi dell’opera? Com’è giunto ai diari di Carlo Placci?
Delle memorie di Placci si favoleggiava come dell'Araba fenice. Mi capitò di leggerne in Mario Praz, in Emilio Cecchi, così mi incuriosii. Appresi dell'esistenza di un Diario conservato alla Biblioteca Marucelliana di Firenze: si trattava di materiale fitto di annotazioni, quasi quotidiane. La personalità di Placci prese ad incuriosirmi molto. Sotto certi aspetti era una figura tipica della sua epoca, per altri, invece, assolutamente unica. Se infatti il cosmopolitismo, la volontà un po' snobistica di conoscere tutte le personalità famose del proprio tempo, collezionando biglietti da visita come trofei, il dilettantismo sono caratteri che si ritrovano in molti suoi contemporanei, Placci portò tutto ciò ad un grado quasi patologico di bulimia.
Non volevo, tuttavia, fare una pubblicazione scientifica. Desideravo piuttosto comporre un'antologia che offrisse al lettore un ritratto godibile del personaggio. Il testo della Marucelliana era troppo minuzioso per lo scopo. Più attraenti erano le Memorie ereditate dalla famiglia Piccolellis Bombicci Pontellis e pubblicate, purtroppo assai parzialmente, su La Nazione negli anni '60 che avevano un respiro più largo e narrativo. Andai in cerca di quelle. Non le trovai. Ma attraverso un erede riuscii a recuperare una terza versione, dimenticata per molto tempo tra degli scartafacci, dalla quale ho ricavato molti degli estratti raccolti nella sezione del libro intitolata Amicizie e incontri.
Placci fu un perno importante nella società intellettuale dell’epoca. Quali pensa siano le motivazioni del relativo oblio successivo? Da studiosa di Gabriele d’Annunzio, inoltre, sono curiosa di chiederle cosa si evince dai diari a proposito dei loro rapporti.
Quanto al suo oblio postumo, penso lo si possa attribuire al fatto che Placci lasciò poco di scritto, affidando il suo ricordo più che alla carta alla memoria degli uomini. Scomparsi loro, scomparve anche lui. Con D'Annunzio furono molto amici. Credo sia stata una delle poche figure con le quali intrattenne un rapporto piuttosto lungo, che va dagli anni fiorentini (il Poeta fu spesso suo ospite prima di trasferirsi alla Capponcina) fino a Fiume, dove Placci andò a trovarlo. Si conobbero presto, tramite Nencioni o Primoli, sicuramente nell'ambiente della Roma "bizantina", quando entrambi erano piuttosto giovani. Il loro primo contatto avvenne per lettera nel novembre del 1885, allorché d'Annunzio, da poco direttore della "Cronaca bizantina", gli domandò di contribuire con un articolo. Si incontravano spesso ai pranzi e alle cene, presso la Serao, Primoli, con Boito, con Richard Strauss di passaggio in Italia. La loro amicizia dovette fondarsi soprattutto sul fatto che fossero quasi coetanei e che avessero mosso i loro primi passi nello stesso ambiente culturale, ch'era quello romano degli anni Ottanta dell'Ottocento. La relazione di d'Annunzio con la Duse poi, già molto amica di Placci, contribuì a consolidare il loro rapporto.
A seguito di questo splendido lavoro, e dopo la pubblicazione del volume I Luoghi degli Impressionisti, sta lavorando ad altri progetti?
È molto gentile da parte sua far cenno anche all'altro mio libro uscito in questi mesi. Mi dedicherò adesso al progetto d'un libro su Palermo per l'editore Franco Maria Ricci che curerò. Sarà un racconto della città attraverso un'antologia di testi e di immagini. Non abbiamo ancora stabilito il piano ma so che verrà stampato con la consueta cura delle edizioni FMR, il che già mi basta.