Grandezza e progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali.

(Mahatma Gandhi)

Siamo ormai entrati nella potente scia del mondo dei cortometraggi e dello spazio che alcuni di essi dedicano al tema dei cambiamenti climatici e della protezione dell’ambiente.

Questo, soprattutto, perché parte attiva e convinta del sostegno al Ferrara Film Corto Festival, “Ambiente è musica”, anche nella sua organizzazione (la prossima edizione, la settima, si terrà a Ferrara dal 23 al 26 ottobre prossimo). L’ambiente è musica e a noi piace sentire la musica dell’ambiente. Un ambiente che può avere il suo spartito.

Perché come dice Alex Loprieno, fondatore dell’innovativa piattaforma “WeShort”, “In short we trust”, ma non solo. Crediamo nelle note dell’universo e di come noi possiamo ancora scegliere di aiutarlo, di salvaguardarlo, di salvarlo. Anche con il cinema. Arma potente.

Il cinema, poi, sa parlare di ambiente molto e molto bene. Tocca corde.

Oggi è il turno, dunque, di un bellissimo cortometraggio sul futuro della nostra Terra realizzato da studenti di tutto il mondo, coordinati da Matteo Valenti dello IED di Milano.

A colpire sono subito le note di una delle più celebri canzoni dei Queen, Who Wants To Live Forever, colonna sonora di Highlander, e un attimo dopo le immagini.

Omonimo del toccante ed empatico cortometraggio dedicato alle difficoltà della nostra Madre Terra, pone un grande e inquietante interrogativo sul suo futuro e su quello dei suoi abitanti, non solo umani. Gli uni non sopravvivono senza l’altra.

La Natura è forte, va avanti, sopravvive, non ha bisogno di noi, è fieramente indipendente. Lo abbiamo capito, speriamo una volta per tutte, con il Covid, noi del Ferrara Film Corto Festival lo abbiamo cercato di spiegare, a modo nostro, con il trailer dell’edizione 2023. La Natura sostiene l’Uomo, non viceversa. Lei ha fatto estinguere, sopravvivere e far evolvere specie ben più grandi e potenti di noi. Lei c’è sempre, noi no. Lei, in silenzio, va avanti. Noi procediamo, a tentoni, e solo nella confusione, nel rumore e nel caos imperanti.

Who Wants To Live Forever è un’opera corale internazionale, realizzata da un gruppo di studenti provenienti da scuole di animazione di tutti i continenti, coordinati da Matteo Valenti, docente dell’Istituto Europeo di Design (IED) di Milano, e donato al “Brian May’s Save Me Trust”. Empatica, coinvolgente e forte.

Sei le Università e Accademia coinvolte. Per l’Europa, il noto IED Milano, per il Nord America la University of the Arts di Philadephia, per l’Asia, la Tokyo Zokei University, per il Sud America, il Núcleo de Animação PUC, di Rio de Janeiro, per l’Oceania, la Griffith Film School di Brisbane, per l’Africa, il Creatures Animation Hub di Kampala. Ciascuna rappresenta un “capitolo” del racconto, ossia uno per ogni Continente ed ecosistema.

Il punto di vista è quello degli animali, sono loro a vedere cosa succede, loro a subire gli influssi nefasti dell’uomo che hanno spinto madre natura sull’orlo del baratro, con tante specie animali a rischio estinzione, loro a metterci in guardia. Contro l’inerzia dei giusti.

Si riconoscono i cacciatori di frodo, il collasso degli ecosistemi, gli incendi delle foreste, i tagli degli alberi, le fuoriuscite di petrolio, il possibile triste epilogo. Una cruda poesia, impattante, avvolgente, sconvolgente, che ci fa capire come non si possa più attendere e stare semplicemente a guardare.

Perché, come diceva Albert Einstein, “solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, riguardo l'universo ho ancora dei dubbi”.

Questo corto è da non perdere, e, soprattutto, da non sottovalutare e di cui riflettere. Per non restare a guardare. Spettatori si diventa. Proiettato alla COP26 di Glasgow, nel 2021, lo possiamo vedere qui integralmente.