Il giorno o i giorni in cui ci si dedica a pulizie della città o di volontariato “ambientale” sono ormai divenuti un importante appuntamento in molte città del mondo. Solitamente accade a primavera, ma non mancano iniziative durante tutto il corso dell’anno. Anche a Roma ve ne sono molte. Ma dove nasce questa tradizione? Lontano e tanto tempo fa…
In Russia, da quasi 100 anni, un sabato all’anno viene dedicato ai lavori che oggi chiameremo di “volontariato” o di utilità sociale. Il Subbotnik è entrato nella mentalità, nella cultura e nella tradizione di ogni russo. Un germe di solidarietà, di attenzione e cura del bene comune che è spesso un buon esempio. Vediamo le origini e come si è evoluto oggi.
Nel lontano 1919, nel deposito ferroviario della linea Mosca-Kazan, 15 lavoratori comunisti e simpatizzanti, sacrificavano il loro sabato notte e non rientravano a casa a riposarsi, per riparare locomotive che sarebbero servite al paese. Il bene e il futuro del paese. Da quel momento, avrebbero deciso di continuare l’esperienza, con assidua regolarità. Era nato il primo Subbotnik o sabato comunista. La parola rappresenta la combinazione dei vocaboli Subbota (sabato) e Nik (giorno di lavoro volontario, non pagato, per il bene della società). Si trattava e si tratta di un modello di cittadinanza attiva che si sta diffondendo sempre di più in Russia, ma non solo, direi nel mondo. Insieme a molte iniziative di volontariato ambientale che, in qualche modo, si originano anche dallo spirito di quel momento.
La storia di questo sabato comunista ha avuto la sua evoluzione naturale, come è ovvio che sia. Se, infatti, il 1° Maggio 1920, il Partito Comunista annunciò il primo subbotnik ufficiale, al quale partecipò anche Vladimir Lenin nella Piazza del Cremlino (dipinto da Vladimir Krikhatsky), l’evento fu utilizzato dalla propaganda sovietica per mostrare quanto il padre della rivoluzione fosse davvero vicino ai lavoratori. Divenuti poi parte del sistema, i sabati si trasformarono in eventi simbolici utilizzati per aumentare l’entusiasmo del popolo e promuovere l’idea generale di socialismo, fino ad arrivare a ricoprire un ruolo fondamentale e cruciale nel costruire la stessa società socialista, unendo studenti e insegnanti, lavoratori di ogni categoria e genere, capi e dipendenti in un impulso comune che unisse e portasse a un sentimento condiviso di noi solidale.
Negli ultimi anni dell’era sovietica, il subbotnik veniva organizzato all’inizio della primavera, subito dopo lo scioglimento della neve che avvolgeva il lungo inverno russo, che, anche oggi, pare non finire mai. Per questo motivo, venne associato ai lavori di pulizia dopo la stagione fredda: si lavavano le strade e le finestre, si raccoglieva la spazzatura, si pulivano i giardini e le facciate grigie degli edifici. Via la polvere e con essa il colore fuligginoso del gelo. La gente piantava alberi, fiori e piante, tutti si colorava di primavera. Durante il periodo dell’U.R.S.S., l’evento divenne obbligatorio, come quello annuale, che si teneva il giorno del compleanno di Lenin, il 22 aprile.
Negli anni ’50, i sabati comunisti vennero promossi anche nei paesi del blocco comunista, in particolare nella Germania dell'Est e in Cecoslovacchia, dove presero il nome di Akce Z (Iniziativa Z). Qui non erano, per così dire, amatissimi ma erano, comunque, diffusi. Ma questa è storia.
Lontani da ogni ideologia, del quale ne è stata del tutto spogliata, oggi, l'usanza del subbotnik è rimasta viva in Russia e in altre ex Repubbliche sovietiche, per esempio nella raccolta di rifiuti e di materiali riciclabili, nelle riparazioni di beni pubblici e in altri servizi a beneficio dell’intera comunità. In tutta la Russia, da tempo ormai, questo subbotnik continua a vivere, in un forte spirito collettivo e di solidarietà.
Ne sono stata testimone varie volte, a Mosca. Scomparsa la neve, in primavera, i volontari liberano prati, giardini, corti e vialetti dai rifiuti e dalle foglie vecchie, riverniciano le panchine e piantano fiori profumati nelle aiuole. Aria, idee e umore cambiano improvvisamente. Il volontariato ambientale oggi, quindi, cresce, si sente e si vede.
Ma il tutto si espande al mondo imprenditoriale e del lavoro. Le imprese russe, infatti, organizzano i subbotnik, per creare un team building speciale. L’organizzazione di subbotnik aziendali comincia a diventare un’abitudine anche per motivare i collaboratori. Molti lo considerano solo uno svago, un modo per passare il tempo insieme e socializzare; ma molti altri, invece, dopo aver partecipato alla pulizia dei parchi, cominciano a fare la raccolta differenziata anche a casa. Non va sottovalutato l’effetto psicologico: si è osservato, infatti, che, nei luoghi dove si tiene pulito, i rifiuti diminuiscono del 50%.
Dal vecchio subbotnik è nata una nuova e giovane coscienza collettiva. Un forte senso civico nei confronti di un bene pubblico utilizzato sia dagli stessi volontari e dalle loro famiglie che da tutti i cittadini. Un noi affascinante, interessante e bello. Ovunque accada.
Dalla Russia, con amore.