Il 9 luglio 2024 a Roma, presso lo storico Palazzo Falletti di via Panisperna, nella sede dell’Università per la Pace delle Nazioni Unite (UPEACE), è stato sottoscritto l'accordo che ha reso "Pace, Shalom e Salam" l’inno ufficiale dell’Università. L’accordo è stato firmato da me, Salvatore Grasso, autore del testo e della melodia, e da Francisco Rojas Aravena1, Rettore dell’UPEACE.

Il legame tra musica, canto e pace è profondo e complesso, con radici che affondano nella storia dell’umanità. La musica e il canto sono linguaggi universali che trascendono barriere linguistiche e culturali, facilitando l'unione tra persone di diverse origini e promuovendo il dialogo e la comprensione reciproca. È noto anche che certi canti possano ridurre lo stress, portando serenità interiore. Queste riflessioni hanno ispirato questo articolo, volto a illustrare il legame tra l’inno adottato e l’Università. Di seguito, alcune informazioni sulla prima esecuzione dell’inno nel 2001, sul suo testo, significato e simbolismo.

La prima esecuzione dell’inno

Non si era ancora spento l’eco dell'attentato dell’11 settembre 2001 al World Trade Center di New York, quando a Catania, in qualità di presidente dell’associazione "Aisi Sicilia – Mediterraneo per la Pace"2, con la collaborazione di Moshe Lerner3, responsabile dei rapporti internazionali dell’associazione, e Roberto Savio 4, Segretario Generale della SID 5, ho organizzato un convegno internazionale sulle religioni abramitiche. Dal 29 novembre al 1° dicembre, l’evento ospitò importanti figure politiche, sociali e religiose di 16 Paesi, includendo cattolici, ebrei e musulmani (sciiti, sunniti e sufi).

Il convegno, tenuto sotto l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo e altri importanti enti, si svolse in un contesto internazionale segnato da tensioni elevate, soprattutto tra ebrei e musulmani. Durante l’evento si affrontarono temi cruciali, suddivisi in tre sezioni: Pace e promozione dei popoli: fra spirito di Dio e realtà quotidiana, L’attività economica e sociale: strumento di salvezza tra profitto e sviluppo sostenibile e La condizione delle donne: tradizione religiosa, famiglia e società.

Nella serata conclusiva, al Teatro dell’Opera "Massimo Bellini," durante la consegna di tre premi per la pace conferiti a un cattolico italiano, un ebreo israeliano e un musulmano palestinese, l’inno fu eseguito da un tenore accompagnato da un’orchestra d’archi. L’emozione suscitata dall'inno fu palpabile e rappresentò un segno forte dell’evento. Dopo quell’occasione, tuttavia, decisi di mettere l’inno in stand-by, aspettando il momento opportuno per farlo tornare alla luce.

Il testo e il significato dell’inno

Il "risveglio" dell’inno avvenne grazie a Roberto Savio, il quale, ricordando il successo dell’inno nel 2001, mi chiese recentemente di inviargli il testo e la melodia. Tale richiesta portò alla firma dell'accordo con l'UPEACE.

Il titolo dell’inno, "Pace, Shalom e Salam", è composto dalla parola “Pace” in italiano (rappresentante le lingue neolatine), “Shalom” in ebraico e “Salam” in arabo, evidenziando le affinità spirituali e culturali tra popoli che si riconoscono figli dello stesso Dio. Il testo, di seguito riportato, è un appello alla pace universale, rivolto non solo ai popoli del Mediterraneo, ma a tutti coloro che credono nell’Essere Supremo, indipendentemente da come esso venga chiamato5.

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Il simbolismo delle "ali della pace"

Il Mare Nostrum, simbolo di civiltà millenarie, è stato scelto come riferimento geografico e culturale, auspicando che possa divenire un elemento di unione tra i popoli che lo circondano. L’inno fa riferimento a un’area geografica dove popoli di discendenza abramitica vivono da anni in un contesto di conflitto, nella speranza che una reciproca conoscenza e fratellanza possa portare alla pace. Si è dunque scelta, come riferimento simbolico, un’area dove sembra che la pace sia possibile e non un’utopia, se tra i popoli ci sarà una loro maggiore reciproca conoscenza e senso di fraternità.

Un’altra immagine simbolica è quella delle ali della pace, che rappresentano la libertà. Le ali della colomba, simbolo di pace, evocano un mondo libero da conflitti. La colomba stessa è spesso raffigurata con un ramo d’ulivo nel becco, richiamando il racconto biblico in cui essa porta a Noè il segno della fine del diluvio e del ritorno della pace sulla Terra7. L'inno sottolinea inoltre che le diversità esistenti tra le popolazioni, come lingua, costumi e colore della pelle, sono solo superficiali. Il vero legame tra i popoli si trova nelle antiche tradizioni e nel comune modo di pregare, che unisce spiritualmente persone di fedi diverse.

Il simbolo del pellicano ferito

Un altro simbolo forte dell’inno è il pellicano ferito che porta lo stesso un segna di pace. Il pellicano, dunque, diventa portatore di un segno di pace tra popoli che ancor oggi sono in guerra, invitandoli ad esaltare i valori positivi che li uniscono e ad allontanare quelli che vengono definiti i mali dell’umanità. Il pellicano ha talvolta sulla punta del suo becco una piccola macchia di color rosso vivo. Proprio a causa di questa macchia è sorta la leggenda del pellicano che, a corto di cibo, suole ferirsi il petto col becco per nutrire i piccoli con il sangue che ne sgorga e di cui si macchia il becco8.

Il pellicano è, pertanto, un simbolo ricco di significati soprattutto nella tradizione cristiana, dove è spesso rappresentato con le ali aperte e ferite mentre nutre i suoi piccoli con il proprio sangue. Un simbolo che rappresenta Cristo, che si è sacrificato sulla croce per nutrire i suoi figli dando la propria vita per la loro. É il simbolo della generosità e della filantropia che diffonde fra gli uomini il suo messaggio di fraternità, affinché sia di stimolo all’amore reciproco. Rappresenta l’amore che viene dato in senso unilaterale: dare senza sapere di essere ricambiati.

In senso cristiano rappresenta, quindi, l’amore senza il quale il più colto e potente degli esseri umani, secondo San Paolo, sarebbe simile a una campana che risuona od un cembalo che tintinna9. Con ciò volendo indicare che senza amore (carità) anche le azioni più straordinarie e i doni più impressionanti sono vuoti e privi di valore, simili al suono di un cembalo che tintinna, che rappresenta quindi solo rumore senza alcuna armonia musicale.

Nella tradizione islamica, il pellicano è considerato un uccello sacro per aver trasportato acqua ai costruttori della Ka’ba10, quando in un periodo di siccità dovettero interrompere i lavori e stormi di pellicani avrebbero trasportato nelle loro borse naturali l'acqua occorrente a consentire il completamento dell'importante costruzione sacra.

Nel nostro inno, il pellicano ferito porta un segno di pace, simboleggiando il sacrificio necessario per raggiungere la serenità e la fratellanza tra i popoli.

L’Università per la Pace delle Nazioni Unite (UPEACE)

Roberto Savio, da ottimo giornalista economico politico italo-argentino, attivista per la giustizia sociale e climatica e sostenitore della governance globale, da uomo che ha dedicato buona parte della sua vita alla difesa dei diritti umani operando da decenni anche con importanti strutture delle Nazioni Unite, alla luce dei suoi ricordi e nella rilettura dell’inno, intravide la chiara possibilità che esso potesse diventare di interesse dell’Università per la Pace delle Nazioni Unite, con sede in Costarica, di cui egli è uno stretto collaboratore. Pertanto, forte della sua conoscenza degli aspetti politici, economici e sociali di diversi Paesi, propose al Rettore dell’Università di valutare se l’inno avesse i requisiti per potere diventare l’inno ufficiale dell’Università, in armonia alle motivazioni che avevano determinato la sua nascita.

L’UPEACE è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione 35/55 del 5 dicembre 1980, con la missione di “Fornire l’umanità di un istituto internazionale di istruzione superiore per la Pace con l’obiettivo di promuovere tra tutti gli esseri umani lo spirito di comprensione, la tolleranza e la convivenza pacifica, per stimolare la cooperazione tra i popoli e per contribuire a ridurre gli ostacoli e le minacce alla pace e al progresso nel mondo, in linea con le nobili aspirazioni proclamate nella Carta delle Nazioni Unite”. È l’unica istituzione all’interno del sistema delle Nazioni Unite dedicata esclusivamente all’educazione per la pace.

La sede principale dell’Università si trova a S. José in Costa Rica, in omaggio al Paese che da molti anni aveva abolito l’esercito destinando i fondi risparmiati all’istruzione e alla salute. Altre sedi secondarie, coordinate con la sede centrale, sono state costituite in diversi Paesi. Attualmente, la sede centrale della Costa Rica ha 124 studenti provenienti da 37 paesi diversi, rendendola una delle università più eterogenee al mondo per la sua dimensione. I programmi di studio integrano diverse discipline per affrontare le cause fondamentali dei conflitti e promuovere la pace e lo sviluppo sostenibile e comprendono:

  • programmi di Master (Pace e Risoluzione dei Conflitti, Diritti Umani e Educazione alla Pace, Diritto Internazionale e Diritti Umani, Ambiente, Sviluppo e Pace, Mediazione e Negoziazione);
  • programmi di dottorato (Dottorato in Studi sulla Pace e sui Conflitti);
  • educazione a distanza (Corsi online e certificati in vari ambiti legati alla pace e allo sviluppo sostenibile);
  • programmi di Certificazione (Certificati professionali in aree come leadership positiva, negoziazione efficace e valutazione dei progetti).

Questi programmi sono progettati per fornire agli studenti le competenze necessarie per affrontare le sfide globali e promuovere la pace e lo sviluppo sostenibile e sono con validità ed efficacia estesa a tutti gli Stati Membri dell’ONU.

Opera anche con corsi in tutto il mondo in versione online e rilascio dei relativi certificati che sono accessibili a chiunque sia interessato a temi legati alla pace e allo sviluppo sostenibile, con corsi progettati per essere flessibili e adattabili alle esigenze di chi lavora o ha altri impegni.

Ulteriore nota di pregio di UPEACE è il suo qualificatissimo Consiglio, organo di governo dell'Università, composto da prestigiosi membri10, di cui dieci sono nominati dal Segretario Generale delle Nazioni Unite in consultazione con il Direttore Generale dell'UNESCO, e sei sono membri ex officio: il Rettore dell'Università delle Nazioni Unite, il Rettore dell’Università per la Pace delle Nazioni Unite, due membri nominati dal Governo del Costa Rica, paese ospitante, un rappresentante del Segretario generale delle Nazioni Unite, un rappresentante del Direttore generale dell'UNESCO.

Il logo dell’inno

Durante la prima esecuzione dell’inno nel 2001, fu creato un logo, abbinato all’inno stesso, rappresentativo delle tre religioni abramitiche, con i simboli delle tre fedi legati da una "catena d’unione" che simboleggia la solidarietà umana, come riferimento simbolico da estendere a tutte le religioni aventi come riferimento l’Essere Superiore.

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Le tre bandiere contengono i simboli delle tre religioni abramitiche con la scritta “Pace”: in ebraico (shalom), in latino (pax) e in arabo (salam), disegnati nell’ordine della loro nascita. Le tre insegne religiose rappresentano simbolicamente la solidarietà umana e simboleggiano anche la Forza, la Tenacia e la Fierezza attraverso le quali la Libertà si libra verso le mete della Saggezza, dell’Amore e della Giustizia Universale.

L’accordo ufficiale con l’UPEACE

Grazie all'intuizione di Savio, l’inno è stato adottato ufficialmente dall’UPEACE. In occasione della firma dell'accordo il 9 luglio scorso, l’inno è stato eseguito in una versione orchestrale provvisoria di cui il musicista Roberto Liso12 ha creato l’armonizzazione della strumentazione per orchestra sinfonica, coro e voce solista femminile. Lo stesso giorno è stato preannunziato che l’inno, nella sua veste definitiva, verrà eseguito, diretto da Roberto Liso, in occasione del venticinquesimo giubileo universale ordinario della storia della Chiesa cattolica, nell’ambito di un importante concerto che si terrà nella Basilica dei Santi XII Apostoli a Roma il 20 settembre 2025, vigilia della giornata internazionale dell’ONU per i diritti umani.

Inaugurazione della sala di UPEACE intitolata a Nelson Mandela

Il Rettore Francisco Rojas Aravena ha inaugurato la sala “Nelson Mandela” dell’Università il 18 luglio scorso, data di ricorrenza della nascita del simbolo dell’anti-apartheid, con l’esecuzione dell’inno. Sono stati momenti di vera emozione per i partecipanti che ne hanno così sancito l’effettivo gradimento. Rileggendo il testo dell’inno non è difficile che possano tornare alla mente le parole di Margherita Hack con cui ha sottolineando l’importanza della pace, della tolleranza e del rispetto delle differenze:

Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra.

Questi nobili obiettivi, facenti parte dell’inno “Pace, Shalom e Salam”, sono pienamente compresi tra i programmi di UPEACE.

Considerazioni finali

L’adozione dell’inno "Pace, Shalom e Salam" da parte dell’UPEACE è un esempio di come la musica possa contribuire alla promozione della pace. I canti di pace, spesso utilizzati in contesti di celebrazione e riconciliazione, rafforzando il senso di comunità e solidarietà, rappresentano esempi concreti di come la musica possa unire le persone e promuovere la pace.

La musica può essere un potente strumento per contribuire a risolvere i conflitti in vari modi, ad esempio attraverso:

  • la promozione del Dialogo e della Comprensione, con la creazione di uno spazio neutrale dove le persone possono incontrarsi e comunicare;
  • permettendo alle persone di esprimere le proprie emozioni in modo non violento;
  • educando e sensibilizzando le persone su temi di pace, giustizia e diritti umani con messaggi di pace che possono ispirare cambiamenti positivi e promuovere la riconciliazione;
  • rafforzando il senso di comunità e appartenenza, poiché, musica e canto possono unire persone di diverse origini, creando legami che superano le divisioni e promuovono la coesione sociale.

In sintesi, la musica e il canto possono essere un mezzo efficace per contribuire a risolvere i conflitti, promuovendo il dialogo, riducendo lo stress, esprimendo emozioni, educando e creando comunità.

L’adozione dell’inno “Pace, Shalom e Salam” da parte di UPEACE è probabile che non sia stata frutto della semplice casualità, ma di una visione futuristica di Savio. Infatti, avendo egli dedicato la sua intera vita alla pace e al rispetto dei diritti umani, ha ritenuto che l’adozione dell’inno e i nuovi rapporti conseguenziali che si sono creati e che certamente continueranno a crearsi siano in sintonia con i programmi di pace dell’Università. Forse siamo dei sognatori ma, come disse Nelson Mandela: “La pace è un sogno, può diventare realtà… Ma per costruirla bisogna essere capaci di sognare”.

Note

1 Francisco Rojas Aravena, Rettore dell'Università per la Pace (UPEACE) ha un dottorato di ricerca. in Scienze Politiche presso l'Università di Utrecht (Paesi Bassi) e un MS presso la FLACSO (Facultad Latinoamericana de Ciencias Sociales), organizzazione internazionale emersa nel 1956 alla Conferenza Generale dell'UNESCO. Ha una vasta esperienza su relazioni internazionali, sicurezza umana, sistemi politici latinoamericani e sui negoziati e alla sicurezza e difesa internazionale. Ha ricoperto ruoli significativi come segretario generale della FLACSO e direttore della FLACSO Cile. Ha impegni di insegnamento in importanti Università e Accademie. Fa parte del comitato editoriale di varie riviste accademiche e ha ricevuto riconoscimenti come il Premio Malinalli e riconoscimenti da Costa Rica, Paraguay e Repubblica Dominicana per i suoi sforzi di integrazione in America Latina e nei Caraibi. Inoltre, è autore di numerosi libri e ha fornito consulenza ad agenzie internazionali e governi regionali.
2 L'AISI_SICILIA (Associazione Italiana per lo Sviluppo Internazionale - Sicilia), è stata la sezione italiana della SID (Society for International Development), un'organizzazione non governativa e apartitica e senza fini di lucro, con obiettivi principali: la crescita e lo sviluppo, specialmente dei paesi del Terzo Mondo, e la facilitazione di corretti rapporti Nord-Sud fra paesi industrializzati e paesi emergenti.
3 Moshe Lerner, nacque a Haifa nel 1926 da genitori ebrei della Galizia, già entrata a far parte della Polonia e oggi Cecenia, di famiglia ebrea ashkenazita . Il papà era un ingegnere elettrotecnico e nel 1925 dirigeva dei lavori in Medio Oriente. A seguito della ben nota persecuzione che gli ebrei cominciavano a subire in Europa, ben intuendo il pericolo per la sua famiglia, nel 1926 si trasferì con la moglie in Palestina, ben prima della nascita dello Stato d’Israele, dove erano già presenti altri suoi parenti. La famiglia Lerner si trasferì poi nella siriana Aleppo dove restarono fino alla nascita dello Stato d’Israele. Moshé si trasferì poi in Libano, dove si sposò e dove nacque il figlio Gad, per trasferirsi poi nel 1956 a Milano da dove curò i rapporti tra alcune aziende e istituzioni italiane e Israele e dove morì il 23 dicembre 2013.
4 Roberto Savio, nato a Roma, ma di nazionalità argentina, è giornalista, commentatore politico, attivista per la giustizia sociale e climatica e grande sostenitore della governance globale. Ha lavorato a stretto contatto nel campo dell'informazione e della comunicazione con molte organizzazioni delle Nazioni Unite, trattando problemi relativi all’ambiente, la scienza, la cultura, l’informazione e la ricerca, l’infanzia, ecc. Ha fondato nel 1964, insieme al giornalista argentino Pablo Piacentini, Inter Press Service (IPS) che ha presieduto per molti anni e di cui è adesso Presidente Emerito e Presidente del Consiglio di Amministrazione. Nel 2008 ha lanciato il servizio online “Other News” che pubblica reportage già apparsi su media di nicchia, ma non su quelli di massa, con analisi su questioni internazionali, in particolare sono trattati i temi sulla governance globale e sul multilateralismo. Insignito di vari premi e onorificenza tra cui nel 2013 l'Hiroshima Peace Award, istituito dalla Soka Gakkai , un'organizzazione buddista laica con sede a Tokyo, per il suo "contributo alla costruzione di un secolo di pace 'dando voce a chi non ha voce' attraverso l'Inter Press Service per quasi cinque decenni". Nel 2019 ha ricevuto un diploma speciale dalla Presidente del Cile, Michelle Bachelet, per il suo ruolo di solidarietà durante la dittatura militare cilena. Nel 2021 è stato uno dei dodici Cavalieri dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana nominati dal Presidente della Repubblica Mattarella. Nel 2021 ha ricevuto una laurea honoris causa in Scienze Politiche dalla United Nations Peace University. Ha prodotto cinque film, due dei quali sono stati presentati ai festival cinematografici di Venezia e Cannes e un documentario in tre parti su Che Guevara intitolato "Che Guevara – Inchiesta su un mito". Autore di diversi libri e pubblicazioni.
5 La SID è un'associazione promossa dalle Nazioni Unite, fondata a Washington nel 1957 per studiare, a livello internazionale, i problemi dello sviluppo sociale, culturale, agricolo, industriale ed economico-finanziario e per contribuire a risolverli. La sede centrale ed il segretariato della SID sono stati trasferiti a Roma nel 1977, sotto gli auspici del governo italiano.
6 - Dio è conosciuto con nomi diversi nelle varie religioni. Di seguito sono elencate le principali religioni, tra le più antiche, in ordine cronologico.
- Induismo: è una delle religioni più antiche, con origini che risalgono a oltre 10.000 anni fa, ci sono molti nomi per Dio, tra cui Brahman (l’Assoluto), Vishnu, Shiva, e Devi (la Dea).
- Ebraismo: fondato circa 4.000 anni fa, è la prima grande religione monoteista, i nomi principali includono YHWH (Yahweh o Jehova), Elohim, Adonai (Signore mio).
- Buddismo: fondato circa 2.500 anni fa da Siddhartha Gautama, il Buddha; anche se il Buddismo non ha un concetto di Dio creatore, ci sono figure divine come Buddha e Bodhisattva.
- Cristianesimo: fondato circa 2.200 anni fa da Gesù Cristo; Dio è spesso chiamato Padre, Creatore, Signore, e nella Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo.
- Islam: fondato circa 1.400 anni fa dal profeta Maometto; Dio è chiamato Allah, che significa “Il Dio” in arabo.
7 Genesi (8,11) - Nel versetto 11 si ricorda quando Noè inviò la colomba per vedere se le acque si fossero ritirate “e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco un ramoscello di ulivo. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra”.
8 La macchia in realtà, al di là della leggenda, è spesso dovuta al sangue delle sue prede, principalmente pesci, che si accumula mentre li cattura e li trasporta nella sua sacca membranosa.
9 La frase “cembalo che tintinna” proviene dalla Bibbia, precisamente dalla Prima Lettera ai Corinzi 13:1. In questo contesto, l’apostolo Paolo dice: "Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna".
10 Ka'ba, in arabo significa dado e indica un piccolo edificio sacro in pietra, di forma parallelepipeda, che sorge nel cortile della Grande Moschea della Mecca e rappresenta l'edificio più sacro dell'islam. Durante il pellegrinaggio annuale milioni di musulmani da tutto il mondo si recano alla Mecca per compiere vari riti, tra cui girare sette volte in senso antiorario attorno alla Ka’ba.
11 Componenti dell’attuale Consiglio di UPEACE: Antonio Guterres Segretario generale delle Nazioni Unite, Fatima Akilu Direttore esecutivo della Fondazione Neem, Enrico Barone Crespo Ex presidente. Parlamento europeo, Fernando Blasco Ex direttore dell'ufficio esecutivo dell'UNSG, Irina Bokova Ex direttore generale dell'UNESCO, Ouided Bouchamaoui Ex presidente dell'UTICA, Meenakshi Gopinath Fondatore-direttore,di WISCOMP, Hal Klepak Professore, Royal Military College del Canada, Tshilidzi Marwala Rettore, Università delle Nazioni Unite, Gabriela Ramos Vicedirettore generale dell'UNESCO, Francisco Rojas Aravena Rettore dell'Università per la Pace, Arnoldo André Tinoco Ministro degli Affari Esteri del Costa Rica, Bettina Tucci Bartsiotas Ex segretario generale aggiunto delle Nazioni Unite, Signe Ziekate First Lady della Costa Rica, Xiaoyu Zhang Vicepresidente esecutivo di CICPMC.
12 Roberto Liso è un musicista romano noto per il suo impegno nel campo della musica corale e sinfonica. La sua attività musicale è connotata da una forte impronta solidaristica, con concerti organizzati per scopi sociali prevalentemente in Chiese e in luoghi di sofferenza come ospedali, residenze per anziani e carceri. È il direttore del Coro Polifonico Liturgico “S. Giuseppe all’Aurelio” a Roma, noto anche come MUSIPAX.