…Rafforzare il collegamento fra la formazione nell’ambito dell’eredità culturale e la formazione professionale; incoraggiare la ricerca interdisciplinare sull’eredità culturale, sulle comunità di eredità, sull’ambiente e sulle loro interrelazioni…
(Art.13 Convenzione di Faro)
È importante che in Italia sia la società, sia la politica prendano finalmente coscienza del ruolo insostituibile dei luoghi di formazione e precipuamente delle Accademie di Belle Arti e di tutte le altre istituzioni di Alta Formazione Artistica e Musicale (Conservatori, Accademia di Danza, ISIA - Istituti Superiori Industrie Artistiche - e Accademia di Arte Drammatica), valorizzandole e dando loro strumenti legislativi ed economici adeguati: «Solo una seria Formazione in campo artistico potrà assicurare all’Italia quella leadership nelle arti che il mondo le riconosce e su cui la nazione stenta a scommettere per il suo futuro».
Le parole di Giovanna Cassese risuonano forti e chiare; la qualità della formazione culturale è l’unica via di uscita dalla crisi del mondo dell’arte. Dallo scorso 21 giugno è Presidente del Consiglio Nazionale delle Arti e della Musica (Cnam), Dottore di ricerca in Storia e critica delle Arti, è Professore di Storia dell’arte contemporanea e di problematiche di conservazione dell’arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Napoli che ha diretto dal 2007 al 2013 e tra il 2005 e il 2007, ne è stata il vicedirettore. Dal 2021 coordina la scuola di restauro e cura la Gipsoteca. Ha insegnato nelle ABA di Venezia e Bologna. Dal 2016 al 2022 è stata Presidente dell’ISIA di Faenza e dal 2018 al 2023 della Conferenza Nazionale dei presidenti e Direttori degli ISIA. Dal 2006 al 2014 e dal 2020 ad oggi è responsabile scientifica per la salvaguardia delle opere del Metrò dell’Arte a Napoli. Ha diretto l’ABA dell’Aquila (2014), l’Accademia Nazionale di Danza (2015), è tra gli alti esperti ANVUR per l’AFAM. Ha rappresentato dal 2016 al 2021 l’AFAM nella Commissione MIBACT- MIUR per la vigilanza sull’insegnamento del restauro. È autrice di saggi, volumi e ricerche in storia dell’arte, storia del design e problematiche di conservazione dell’arte contemporanea. Nel 2013 ha curato il Convegno: Patrimoni da svelare per le Arti del Futuro (atti Roma Gangemi, 2016) e il volume Accademie/Patrimoni di Belle Arti (Roma Gangemi, 2013) prima ricognizione unitaria sui patrimoni delle Accademie. Ha curato il Premio Nazionale delle Arti sezione Arti visive nel 2010 e sezione Design nel 2017 e la pubblicazione deli atti del convegno internazionale con M. Paderni: Oltre il confine. Per un’estetica e una didattica del design del terzo millennio, Roma Gangemi, 2021. Dal 2013 coordina per il MIUR AFAM il tavolo tecnico delle Scuole di Restauro e attualmente coordina il tavolo tecnico decretato il 10 luglio 2023 dai Segretari Generali MIUR e MIC a seguito del nuovo protocollo d’intesa sottoscritto nella primavera del 2023 tra i due ministeri per la salvaguardia e la valorizzazione dei patrimoni materiali e immateriali delle istituzioni AFAM. Con il suo straordinario impegno, alla luce della sua consolidata esperienza afferma con determinazione che, oggi solo investendo su una formazione artistica eccellente, si potrà assicurare che l’Italia continui a essere la patria delle arti e del Made in Italy, elementi identitari della nostra cultura e grande motore dell’economia.
Cosa significa oggi difendere e promuovere il patrimonio italiano attraverso l’Alta Formazione Artistica nelle Accademie e, più in generale, nelle istituzioni AFAM?
Da sempre l’arte più di ogni altra cosa, rende visibile la storia del nostro Paese, ne rafforza l’identità culturale, nonostante questo dato incontrovertibile, non si è mai puntato fino in fondo sulla formazione artistica, dalle scuole elementari all’università. Non si è pensato fino ad ora d’investire seriamente in nuovi modelli formativi a livello superiore per sviluppare tale vocazione della nazione. Ancora non è riconosciuto fino in fondo il valore della ricerca artistica e l’Italia aspetta ancora l’attivazione dei dottorati nelle discipline artistiche, musicali, coreutiche e performative.
Proprio in Italia, nel XVI secolo a Firenze con Giorgio Vasari è nata la prima accademia nel mondo, nel corso del Novecento le accademie hanno subito trasformazioni anche molto sfortunate, oggi è necessario reintrodurre la centralità della Formazione Artistica all'interno del sistema contemporaneo delle Arti e del Design, poiché molto spesso la formazione è separata sia dal sistema della produzione artistica sia dalla valorizzazione, dalla conservazione e dalla tutela del patrimonio. È fondamentale lavorare nell'ottica dell’articolo n. 9 della Costituzione Italiana: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi.
Le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica rappresentano oggi, il luogo privilegiato della ricerca multidisciplinare e, contemporaneamente sono un’eccezionale eredità culturale nell'ottica imprescindibile della Convenzione di Faro. Eredità culturale che è stata nei secoli e continua oggi ad essere la base per la didattica dell'arte da tramandare. Pensiamo solamente a quello che ha fatto Antonio Canova, l’artista che ha creduto fermamente nel ruolo strategico delle accademie per la trasmissione delle tecniche artistiche e dello stile e ha creato un sistema tutto basato sulla concezione neoclassica dell'educazione all’arte, donando, sia le copie dall’antico che dovevano essere l’archetipo per la formazione, sia i suoi stessi calchi in gesso: proprio su questo tema stiamo organizzando un convegno il prossimo novembre all’Accademia di Belle Arti di Napoli Canova Gran Regista delle Accademie.
Generalmente situate in edifici storici monumentali, le accademie di belle arti italiane, conservano un patrimonio materiale inestimabile: biblioteche, fototeche, videoteche, archivi storici e gipsoteche, collezioni di grafica, migliaia di disegni, sculture e dipinti esposti e non esposti. Senza pensare alla ricchezza degli strumenti didattici, delle attrezzature tecniche d’epoca e moderne. Le accademie custodiscono e tramandano anche un patrimonio immateriale, sono il luogo del saper fare, della vitalità delle buone pratiche e tecniche. Oggi purtroppo con uno scempio politico sono stati chiusi gli Istituti d’Arte, è dunque ancor più necessario, tramandare e trasmettere le diverse tecniche artistiche, i materiali autoctoni. Il sapere laboratoriale è alla base della formazione in accademia, ci sono una serie di discipline che si studiano e si possono acquisire solo in queste sedi. Anche i conservatori di Musica in Italia vantano una tradizione eccellente e patrimoni musicologici, bibliografici, archivistici e storico artistici eccezionali.
Come sono organizzate queste istituzioni di Alta Formazione Artistica e a quali categorie di studenti si rivolgono?
Le istituzioni AFAM, hanno una struttura di tipo universitario, operano nel campo della formazione superiore dello spazio europeo e nell’ultimo decennio con profondo senso di responsabilità, hanno messo in campo percorsi didattici che godono della fiducia e dell’attenzione degli studenti, come dimostra il raddoppio del numero di iscritti. E sono luoghi di grande attrazione e fascino per migliaia di studenti provenienti ogni anno da tutte le parti del mondo. Inoltre, hanno attivato processi virtuosi, grazie soprattutto alle competenze professionali e all’impegno culturale e didattico dei docenti, attraverso un’offerta formativa ampia e articolata che, nel confermare la centralità della formazione laboratoriale, apre alle nuove esigenze e varie richieste della società del terzo millennio, quali luoghi di eccellenza di dibattito, ricerca e produzione delle arti, del design, della musica, del teatro, della danza e del restauro. «Gli occhi raccolgono molte cose quando uno ci vive dentro» ha scritto Andrea Emiliani che riconosceva accademie e ISIA quali «scuole con un brillante futuro alle spalle».
Nel complesso sistema delle arti, oggi tutte le istituzioni dell’Alta Formazione Artistica sono luoghi del contemporaneo, frequentati da decine di migliaia di giovani e da artisti e da professionisti, accomunati dalla convinzione che le arti costituiscono una prospettiva di vita e di lavoro, una scelta esistenziale importante, un progetto per proporre chiavi di lettura e riflessioni per un futuro migliore e perché «un altro mondo è possibile», per dirla con Marc Augé. Negli ultimi 12 anni, per esempio, sono state conservate e restaurate dalle Scuole di restauro delle Accademie accreditate MIC, abilitate a rilasciare il diploma di restauratore di beni culturali più di 40.000 opere pubbliche, non soltanto di beni storico artistici ma anche etnografici e demo antropologici.
Le Accademie di Belle Arti costituiscono una vera e propria rete di Istituzioni pubbliche per la formazione nel campo delle arti visive, delle arti progettuali, del restauro e della didattica dell’arte disseminate su tutto il territorio, contribuendo alla crescita culturale del nostro Paese anche attraverso le scuole di comunicazione, di cinema e di fotografia. La didattica, la ricerca, la produzione oggi, impegnano l’intero corpo accademico e gli studenti anche in un rapporto sempre più intenso con il territorio, soprattutto il più prossimo, stabilendo miriadi di rapporti proficui di collaborazioni con Istituzioni pubbliche e private, ovvero azioni importanti di Terza Missione. E lo stesso si può dire per i tanti e prestigiosi Conservatori di Musica disseminati in tutta la penisola, per gli ISIA, e le Accademie di Danza e Arte Drammatica. Protagonisti sono i giovani artisti e i giovani designer, i musicisti, i performer, i restauratori che vediamo nascere, crescere e quindi incamminarsi nel complesso sistema dell’arte. Non dimentichiamo che il 90% degli attuali artisti contemporanei, anche di fama internazionale, escono dalle nostre Accademie di Belle Arti.
Formarsi in un’Accademia, significa apprendere, venendo a contatto con opere, donazioni degli stessi artisti e docenti che hanno voluto lasciare in eredità la loro arte agli allievi. Formarsi in un’istituzione di Alta Formazione Artistica significa respirare un’atmosfera particolare, poiché sono luoghi identitari, carichi di patrimoni materiali e immateriali, di storia, di bellezza e di futuro, composti da beni materiali mobili ed immobili, e da beni immateriali, costituiti dall’immenso patrimonio di conoscenze e competenze che si tramandano da secoli all’interno di tali Istituzioni.
Nell’ambito dei patrimoni materiali delle istituzioni AFAM si annoverano le sedi storiche e contemporanee di interesse monumentale, le raccolte di disegni, le stampe, le raccolte di gessi, quadrerie, bozzetti e dipinti, le biblioteche, gli archivi cartacei e digitali, foto e videoteche, attrezzi e strumenti particolari quali: torchi, strumenti musicali, manoscritti, spartiti autografi e a stampa, archivi del progetto; nei patrimoni immateriali si devono considerare tutte le forme di definizione del progetto artistico e culturale, i saperi specifici delle Accademie, dei Conservatori di Musica, degli Istituti superiori delle industrie artistiche, dell’Accademia Nazionale di Danza, dell’Accademia d’Arte Drammatica e il valore culturale e simbolico della produzione e della ricerca artistica e progettuale connesse a tali istituzioni.
Il patrimonio, dunque, non può che tornare a essere laboratorio per antonomasia, luogo fisico e ideale della contaminazione di saperi, della ricerca e della sperimentazione, funzionale ad una moderna didattica dell’arte, alla difesa e allo sviluppo dei valori peculiari del Made in Italy e fonte di nuova ispirazione per i creativi del futuro, così da garantire il passaggio generazionale e sede privilegiata del fare artistico che sempre è la sintesi la più alta di pensiero e azione. Le istituzioni AFAM possono, dunque, essere essenziali anche per tramandare con uno sguardo nuovo l’eredità culturale alle generazioni future.