Il trasferimento a Fort Lauderdale nel 1970 inaugura una fase nuova, soprattutto per la vita privata di Eddie che oltretutto tornerà sempre più raramente nella fredda Chicago per suonare nei jazz club locali come il Back Roo, sulla Rush Street o il Jazz Showcase. È del 1978 il suo primo album ‘a solo’, frutto della fusione di due precedenti LP intitolati My Time Of Day e Dream Dancing. Mentre Bill Evans sta per concludere la sua esperienza artistica e umana, Eddie, dopo averne assorbita tutta l’eleganza possibile, la rigetta in questo lavoro raffinato che gli apre la strada per un più maturo percorso pianistico.

Gli anni ‘80 infatti saranno un trampolino di lancio per la sua carriera: il primo viaggio in Giappone risale al 1980 dove per circa quattro mesi suonerà in vari hotels di Osaka e Niigata e jazz clubs in molte altre città. Oltretutto registrerà un album per la Toshiba Records che sarà distribuito con il titolo Sweet Lorraine. Il Giappone ha rappresentato per Eddie un luogo ideale per vivere e suonare tanto da descriverlo così: “ottimo pubblico, pianoforti buoni, splendidi treni e metropolitane e soprattutto cibo eccellente”. A proposito di cibo, ricorda che durante le sessioni di registrazione per l’album, durante la pausa per la cena il produttore, sperando di fare un gradito omaggio al suo ospite americano, gli fece portare uno specialissimo ‘Kentucky Fried Chicken’, non sapendo quanto Eddie odiasse il cibo dei fast food e amasse invece i piatti tipici locali. Intanto anche il soggiorno dorato a Fort Lauderdale porta i suoi frutti. Eddie suonava spesso al Bubba, un elegante ristorante che ha proposto jazz dal 1978 al 1982.

Sono gli anni migliori della carriera di Higgins poiché potè confrontarsi con musicisti di fama mondiale in un ambiente splendido. Approdarono al Bubba Dizzy Gillespie, Milt Jackson, Joe Williams, Stan Getz, Joe Pass, Al Cohn e Zoot Sims; inoltre, sempre al Bubba, ha diviso sovente il palco con il leggendario poli-strumentista Ira Sullivan.

Nel 1988 sposa la cantante e pittrice Meredith d’Ambrosio, sua partner in una nutrita sequela di album per la Sunnyside. Da allora incomincia per la coppia una serie di ininterrotti viaggi in Europa ma soprattutto nell’amato Giappone, dove Higgins nel frattempo è divenuto una vera e propria star del firmamento jazz, con notevoli picchi di vendite dei suoi dischi registrati e prodotti dall’etichetta Venus. Moltissimo materiale sarà inciso ancora dagli anni ’90 in poi, alternando formazioni diverse e un repertorio estremamente variegato.

L’uomo

Vorrei dare un’ultima campitura di colore a questo breve ritratto di Ed Higgins, forse la più calda perché non basata su interviste o fonti indirette ma su vicende vissute insieme. Come ho già accennato, ho avuto l’occasione di incontrare Eddie a Torino e poi, onore non concesso a tutti, di averlo ospite per ben due volte a casa mia.

Questi due momenti avvennero rispettivamente nel marzo 2007 e nell’aprile 2008. Una serie di circostanze avevano fatto sì che un amico comune, cantante per passione, scegliesse la mia abitazione, in quanto dotata di pianoforte e di apparecchiature adatte per la registrazione, per una incisione casalinga di ballads accompagnate da Eddie. La cosa interessante è stata ovviamente avere a tu per tu un grande musicista libero di esprimersi in una situazione intima: questa opportunità rende manifeste a chi ascolta tutte le sfumature artistiche e l’approccio con lo strumento atte a creare un sound decifrabile altrimenti solo se veicolato dai soliti mezzi di riproduzione meccanica.

Registrammo nelle due sessions circa trenta brani scelti dal cantante e comunicati seduta stante a Eddie, il quale si rese versatile non solo nella loro esecuzione nella tonalità suggerita, ma spesso nella trasposizione dello stesso brano, rimanendo impassibile di fronte all’idea di improvvisare in tonalità per i più ‘scomode’ o inusuali. Quasi sempre fu buona la prima versione, senza incertezze o sbavature.

Ne venne fuori un saggio di maestria, versatilità e mestiere indescrivibile: quello che colpiva e che avevo già notato nel concerto di Torino, era l’uso di una formularità negli attacchi e nei finali che giustificava a pieno titolo i cinquant’anni di storia del jazz che aveva attraversato e che si nota bene nelle incisioni successive agli anni ‘90. Anche se si stava giocando in modo informale, Eddie curò molto anche i soli, cercando viceversa di non scivolare nella ripetizione di modelli che necessariamente aveva acquisito e costruendo talvolta delle improvvisazioni quasi esclusivamente armoniche o con pacate variazioni accordali.

Dimostrò un grande enciclopedismo non solo nella conoscenza del repertorio, ma anche degli stili, spaziando dal dixieland all’hard bop. Una piccola curiosità: durante la prima sessione di registrazione, uno dei brani scelti fu l’immancabile Autumn leaves. Il cantante disse a Eddie che l’avrebbe interpretata in francese mantenendo intatta la struttura originale del brano; presa la tonalità e declamate le prime parole sulla melodia della strofa, Eddie si interruppe e sostenne di non aver mai sentito quel brano. Stupiti scoprimmo presto che in quasi sessant’anni di carriera e dopo aver interpretato il pezzo centinaia di volte, non gli era mai capitato di eseguire quello standard nella sua versione originale e che di conseguenza era convinto che Les feuilles mortes consistesse unicamente nel refrain.

Ci lasciò con un inedito: finiti i brani cantati volle ancora inciderne uno che aveva composto in quei giorni in albergo e intitolato, forse provvisoriamente, April in Torino. Non mi risulta che abbia avuto il tempo di editarlo come si deve ed è per questo che conservo gelosamente quello che considero il suo testamento artistico. È morto l’anno successivo, il 31 agosto 2009 presso l’Holy Cross Hospital in Fort Lauderdale per un tumore ai polmoni e al sistema linfatico e le sue ceneri sono state disperse a Cape Cod, a sud-est di Boston.

Discografia essenziale

Come leader:

  • 1986: By Request (Solo Art)
  • 1990: Those Quiet Days (Sunnyside)
  • 1994: Zoot's Hymns (Sunnyside)
  • 1996: Portrait In Black And White (Sunnyside)
  • 1997: Haunted Heart (Sunnyside)
  • 1998: Speaking Of Jobim (Sunnyside)
  • 1999: Time On My Hands (Arbors Records).

Come sideman:

  • 1958: Relaxin´ With Sandy Mosse con Sandy Mosse (Argo)
  • 1959: Blowin’ Up A Breeze con Coleman Hawkins (Spotlite)
  • 1960: Expoobident con Lee Morgan (Vee Jay)
  • 1960: The Thinking Man’s Trombone con Al Grey (Argo)
  • 1962: Wayning Moments con Wayne Shorter (Vee Jay)
  • 1963: Jack Teagarden Sextet In Person At The Beach Club Hotel con Jack Teagarden (Fanfare Records)
  • 1981: What’s New con Sonny Stitt (High Definition Jazz).

(Fine seconda parte)