Paolo Genovese torna al cinema con un film da lui scritto e diretto ed è già campione d’incassi al box office. Follemente, dal 20 febbraio al cinema con 01 Distribution, è una divertente commedia romantica che analizza i pensieri dei due protagonisti, per scoprire i meccanismi misteriosi che ci fanno agire. Una forma di Inside Out (Disney-Pixar) ma di un’altra fascia generazionale.
Firma di punta della commedia brillante con il grande successo di pubblico e di critica dopo l'amore e il tradimento di Perfetti Sconosciuti (2016, Premio Miglior sceneggiatura ai David di Donatello), Paolo Genovese torna nuovamente sulle dinamiche relazionali e sentimentali, svelando il caos e la bellezza della nostra mente, continuamente in bilico tra desideri contrastanti e decisioni difficili. Tante le personalità che affollano il nostro cervello, costantemente in conflitto alla ricerca di un equilibrio interiore.
Follemente, scritto insieme a Isabella Aguilar, Lucia Calamaro, Paolo Costella e Flaminia Gressi, è un film che ha tutto: un cast straordinario, una tematica avvincente e divertente che smaschera l’animo umano: “il non detto”, le complessità di impulsi e le identità che convivono dentro di noi. Una cena, due persone, una stanza, un’ambientazione teatrale a renderla unica. È la storia di un primo appuntamento, anche tra due generazioni, quella di Piero (Edoardo Leo) un cinquantenne professore di storia e filosofia, divorziato e con una figlia, e di Lara (Pilar Fogliati) una giovane trentenne, restauratrice di mobili.
Una confusione incredibile scuote le loro menti, tra le insicurezze e l’ansia costante di dover mostrare, sempre e a ogni costo, il meglio di noi stessi. A guidare i due protagonisti nei diversi aspetti della personalità (che hanno voce e corpo), un doppio quartetto di personaggi: Vittoria Puccini, Emanuela Fanelli, Maria Chiara Giannetta e Claudia Pandolfi nella mente di Lara (Pilar Fogliati); Maurizio Lastrico, Claudio Santamaria, Rocco Papaleo e Marco Giallini in quella di Piero (Edoardo Leo). Un caos interiore simpaticamente narrato, in cui l’aspetto razionale viene affiancato a quello più frivolo, erotico e romantico, che trascina lo spettatore al centro di un ring, in un gioco sicuramente molto divertente.
Una pellicola che esaudisce un desiderio comune a tutti noi, cioè entrare nella testa del nostro interlocutore, al fine di conoscere i retropensieri e prevederne le mosse. Abbiamo incontrato Paolo Genovese a Palermo, una delle tappe del tour promozionale di Follemente e ci ha concesso alcune domande.
Dopo nove anni da Perfetti Sconosciuti (2016), Lei ritorna alla commedia romantica, facendo ridere ma al contempo svelando i segreti e lati oscuri della mente.
Ha un filo rosso Follemente con Perfetti Sconosciuti. E comunque è un racconto dell’uomo e della donna, del rapporto di coppia da un punto di vista curioso e inedito. In Perfetti Sconosciuti era il cellulare lo strumento che stava completamente trasformando la nostra vita, mandando il mondo vecchio borghese in frantumi. In Follemente invece c’è un posto ancora più inaccessibile che è la nostra mente. È pure più difficile entrare poiché non c’è neanche un Pin che puoi scoprire quando accendi il telefono. L’idea di Follemente era quella di mettere in scena il caos assoluto che abbiamo in testa. Tuttavia c’è un punto di vista curioso in questa pellicola secondo me, cioè ti invita a spunti di riflessione sul passato, il presente e il futuro delle nostre relazioni sentimentali e le semplici cose della vita.
Follemente esplora il rapporto di coppia con i cambiamenti nel corso degli anni della società.
Follemente in particolare, gioca sul rapporto di coppia. E questo è un momento storico che mette in discussione molti aspetti per cui mi sembrava importante agganciarci a questa realtà storica, tenendo conto del fatto che nel corso degli anni il ruolo dell’uomo e della donna è cambiato velocemente e profondamente.
È un film sulla fragilità e tenerezza.
Sì, ho voluto mettere a nudo una parte di noi stessi, che poi è quello che ci identifica con chiunque. Quei dubbi e quelle paure dei due protagonisti che alla fine appartengono a ciascuno di noi. E la scelta della canzone dei Queen Somebody to Love dice tutto. Ognuno di noi, nonostante l’aspetto caratteriale, ha bisogno di amare ed essere amato.
Entrare nella mente dei personaggi, un’idea originale che immancabilmente vuole sorprendere…
Sì, un regista ha sempre voglia di sorprendere il pubblico, se qualcuno entra al cinema aspettandosi qual è la storia che devo raccontare, sinceramente a me non piace.
Oggi, che autore è Paolo Genovese?
Oggi stanco, stanchissimo perché sono quindici giorni che siamo in giro per l’Italia. Concettualmente ho sempre molta voglia di raccontare storie, soprattutto storie diverse. Per esempio in Perfetti Sconosciuti non ho fatto il sequel, ma ho fatto un film molto strano che era The Place (2017), in cui i personaggi avevano una libertà di movimento più teatrale che cinematografica. E poi ho realizzato una commedia drammatica che era Supereroi (2021), una storia surreale, che si muove per flashback continui su e giù nel tempo, tra presente e passato, tra realtà e magia. Io credo che per essere una coppia e amarsi un’intera vita sia necessario avere dei superpoteri, altrimenti sono solo due persone che stanno insieme.