Dalle ceneri la fiamma sarà risvegliata. Una luce dall'ombra spunterà.
Rinnovata sarà la lama che fu spezzata.C’è del buono in questo mondo, padron Frodo. È giusto combattere per questo.
(Il signore degli anelli)
Uno dei generi cinematografici e televisivi più fortunati di tutti i tempi in termini di pubblico è certamente il fantasy. Tale genere audiovisivo si assume l’arduo ma proficuo (se ben riuscito) compito di trasporre sullo schermo i mondi immaginari e le avventure straordinarie della letteratura di riferimento che incantano migliaia di fan da generazioni.
Pilastro del genere è naturalmente l’elemento fantastico, lo sconfinamento oltre i limiti della realtà che stuzzica l’immaginazione dello spettatore e permette l’utilizzo di un linguaggio simbolico ed altamente evocativo. Non è un caso infatti che nel fantasy convivano un’anima ludica ed avventuriera che tesse la trama delle opere e una poetica e riflessiva che permea invece la mitologia e il processo di world building che danno spessore e profondità al contenuto.
Al centro della narrazione fantasy vi è l’eterna lotta tra il bene e il male e un protagonista che in un mondo diviso e in pericolo deve saper scegliere la giusta strada, facendosi carico del proprio destino e salvando il suo universo. Questo fattore presuppone lo schema classico che vede contrapposti, l’eroe e l’antagonista. Come dimenticare a tal proposito i protagonisti delle grandi saghe, Frodo ne Il signore degli anelli e il giovane mago Harry Potter. L’eroe tipo del fantasy è solitamente un individuo apparentemente inadatto all’avventura e ad affrontare temibili sfide, ma che grazie al proprio coraggio e forza di volontà riesce a superare gli ostacoli che gli si pongono di fronte.
Esemplare a tal proposito è la scena del film cult degli anni ‘80 La storia infinita che presenta il suo protagonista Atreyu, annunciato come grande guerriero si rivela essere un ragazzino, nonostante lo scetticismo di corte, grazie alla sua determinazione intraprende ugualmente la sua missione. Con tale profilo combaciano anche quelli di Harry Potter e Frodo, essendo il primo un ragazzino alle prime armi con la magia e il secondo l’essere meno pericoloso e fisicamente dotato della Terra di Mezzo.
Altra figura essenziale del genere è l’antagonista, il cui obiettivo deve essere opposto al protagonista per tenere alta la posta in gioco e il coinvolgimento dello spettatore. Impossibile non menzionare, anche se sarebbe proibito, uno dei villain più iconici del fantasy Lord Voldemort. Uno dei tratti che maggiormente ne hanno sancito il successo, oltre al mistero e alla complessità della sua figura che man mano viene costruita nella saga, è l’inscindibile legame con il protagonista Harry. La mitologia degli horcrux e le abilità che condividono (ad esempio parlare ai serpenti) pone i due personaggi in un dialogo costante e delinea la tentazione dell’eroe di cedere alla via del male. Ne il signore degli anelli tale intreccio è rappresentato fisicamente dall’anello, che appartiene a Sauron, ma si trova nelle mani di Frodo, la cui missione consiste nel resistere alla tentazione di usare il potere, liberandosene attraverso la distruzione dell’anello.
Un passaggio fondamentale delle storie fantasy è l’incontro con il guardiano della soglia, che ostacola o permette l’ingresso del protagonista nel mondo fantastico. Ne La storia infinita, l’anziano della biblioteca, compie entrambi i gesti, scoraggiando Bastian a leggere il libro e allo stesso tempo spingendo il bambino a tale lettura, dando inizio all’avventura. In Harry Potter, questa mansione è svolta da Hagrid che consegna ad Harry la lettera di ammissione ad Hogwarts. La soglia tra i due mondi è rappresentata nella saga dall’invisibile accesso al binario 9¾, che permette agli studenti di raggiungere la scuola di magia e stregoneria. Una volta varcata la soglia il protagonista inizia la propria missione.
Per assicurarsi che l’eroe sia pronto e all’altezza della missione un incontro essenziale è il confronto con il mentore, che informa l’eroe sulla natura del suo compito e sulle istruzioni necessarie per svolgerlo. Tuttavia si trova costretto a separarsi dall’eroe, affinché egli possa portare a termine il proprio obiettivo, contando unicamente sulle sue forze. Infatti Gandalf guida la compagnia dell’anello, ma non conduce Frodo fino al Monte Fato; così come Silente sorveglia e protegge Harry nella scuola, ma solamente dopo la sua morte potrà avvenire il confronto finale.
Nonostante il mentore non possa accompagnare l’eroe lungo tutto il percorso, non significa che la missione vada portata a termine in solitaria. L’aiutante è il personaggio che rimane a fianco del protagonista e lo spinge senza sovrastarlo a proseguire il suo percorso; come si evince dalle parole di Sam de Il signore degli anelli “Coraggio, padron Frodo! Non posso portare l'Anello per voi, ma posso portare voi! Coraggio!”. Generalmente l’aiutante svolge anche la funzione di alleggerire il tono più serio della missione dell’eroe, essendo personaggi buffi e dai tratti divertenti, come l’essere eccessivamente fifone di Ronald Weasley in Harry Potter, in tal caso l’aiutante assume anche la funzione di trickster all’interno della narrazione. Le narrazioni fantasy sono di grande respiro e vantano un’ampia gamma di personaggi, ognuno con un proprio ruolo.
Ricorrente nel genere è la presenza dello shapeshifter, ovvero un personaggio che appare in un certo modo, per poi dimostrarsi l’opposto. Saruman de Il signore degli anelli è un esempio particolare poiché è sia il mentore del mentore (Gandalf) che mutaforme, presentandosi inizialmente come alleato per poi ammettere la propria adesione alle forze del male. Tuttavia lo shapeshifter più famoso proviene ancora da Harry Potter: il professor Piton, che a lungo si finge alleato dei mangiamorte, per poi rivelarsi protettore di Harry fin dall’inizio.
Un tratto caratteristico del genere è la sua vocazione epica, incarnata nella narrazione di grandi gesta e la trattazione di conflitti universali, come il dualismo tra bene e male. Un altro aspetto che deriva da forme antecedenti di narrazione epica è il tema del destino approfondito tramite l’espediente narrativo della profezia. I protagonisti delle avventure fantasy sono prescelti e chiamati alla missione, come dimostrano i casi di Harry e Atreyu.
L’enorme successo del fantasy non è rimasto confinato al grande schermo, ma è approdato anche in televisione raggiungendo un successo planetario principalmente grazie alla serie tv evento di HBO Il trono di spade. Pur condividendo aspetti tradizionali del genere, in primis l’arena setting dal respiro medievaleggiante, costellata di castelli e fortezze, oltre ovviamente all’aspetto magico dato dalla presenza dei draghi e dei non morti, la serie ha introdotto alcune novità. La tematica dell’opposizione tra bene e male, seppur presente e incarnata dall’antagonista il Re della Notte, non è al centro della narrazione. Il perno centrale è costituito dalle lotte per il potere, simboleggiato dal trono di spade, assumendo spesso toni che si distanziano dall’epica e sono più affini al thriller politico, intriso di intrighi e complotti di corte.
Tuttavia l’elemento de Il trono di spade che maggiormente ne ha sancito l’unicità e il successo è l’assenza di un protagonista unico e continuo. Se nelle storie precedentemente gli eroi sono prescelti per la propria missione e il pubblico sa che saranno loro a portarla a termine, per la serie targata HBO non si può affermare lo stesso. L’esecuzione alla fine della prima stagione di Ned Stark ha lasciato gli spettatori orfani del protagonista della narrazione sino a quel momento. Il trono di spade ha replicato lo stesso schema nel famoso episodio “Red Wedding”, lasciando nel pubblico quella sensazione di estrema precarietà dei personaggi, mai sperimentata prima in prodotti di questo genere.
Un’opera che propone un approccio alternativo al materiale fantasy è sicuramente Il racconto dei racconti di Matteo Garrone. Nella pellicola del regista italiano il materiale fiabesco adattato guida anche la realizzazione formale e strutturale del progetto, proponendo un racconto corale, che si distacca dall’epica tradizionale del genere per proporre una narrazione maggiormente popolare. L’intreccio dei tre episodi esplora le ossessioni e i topoi della tradizione orale, il desiderio di maternità, il matrimonio e la bellezza della gioventù; temi trattati attraversi espedienti narrativi tipici del fantasy come la metamorfosi, la profezia, l’enigma e le creature e gli oggetti magici. Tramite uno stile al contempo crudo e onirico, Garrone riesce a estrapolare dal tempo luoghi, costumi e credenze.