In generale, vedo questo disco come un continuum rispetto al disco precedente. Ci sono delle composizioni che ho scritto durante tutto questo tempo di pausa e che appartengono nelle tematiche a riflessioni più personali…

(Elena Paparusso)

Uscito ad aprile per la Parco della Musica Records, Anatomy of the Sun è il nuovo album della cantante Elena Paparusso. Un paradigma di stile, 9 tracce di puro jazz cantautoriale, che vede la firma dell’autrice nel testo, nella musica e negli arrangiamenti.

L’album, che vanta la collaborazione di Domenico Sanna al pianoforte, Francesco Poeti alla chitarra, Giuseppe Romagnoli al contrabbasso, Matteo Bultrini alla batteria e Francesco Fratini alla tromba, è stato presentato in concerto alla Casa del Jazz di Roma.

In Anatomy of the Sun, Elena Paparusso interpreta variazioni sul tema attraverso uno sguardo che è al tempo stesso rivolto all’universo ma anche al centro di se stessa, alla continua ricerca di un punto fermo, di gravità ed esistenza. Il linguaggio del jazz si fa universale, tra colori, espressioni, idiomi che l’artista può utilizzare per esprimere e raccontare qualcosa di inafferrabile. Nasce così la sua Anatomy Of The Sun, un disco che è il naturale continuum della sua opera precedente, un progetto profondo e personale, che racchiude composizioni che sono state scritte in questo periodo di pausa e che appartengono proprio nelle tematiche a riflessioni più intime.

Un lavoro che mette ancora più in evidenza la fusione tra la tradizione del jazz e un percorso di ricerca compositiva e sonora tutta personale dell’artista. Il riferimento al sole, stella madre e antica, prende ispirazione dalle Cosmicomiche di Italo Calvino, storie del Sole, stelle e galassie: come tutti i cosmonauti, anche Elena Paparusso investiga in parallelo i propri sentieri emotivi attraverso suggestioni musicali ricche ed eterogenee. La sua è una scrittura che affianca le varie influenze della canzone afroamericana a un gusto che tende alla contemporaneità.

“Stiamo navigando nel Sole, all’interno dell’esplosione solare dove non contano bussole né radar” scriveva Calvino. E in questa metafora di visioni emotive e trasversali, la musica e il jazz sono la colonna sonora di questa continua esplorazione.

Originaria di Noci (Bari), oltre ad insegnante di canto al Conservatorio, Elena Paparusso lavora da diversi anni anche nel mondo della danza contemporanea, sia come docente, che come organizzatrice di eventi, sempre nell’ottica di una collaborazione di linguaggi e forma artistiche più sperimentali. In Anatomy of the Sun, infatti, non solo la danza è presente in due titoli, ma il movimento dei corpi e le loro relazioni sono argomenti che trovano forma e spazio, come in un continuo e reciproco rispetto di “pesi”, orbite, consistenze, realtà.

Parlami, se puoi, e se c'è, della danza e di quanto "corpo" c'è nel progetto.

La danza sicuramente c'è. Intanto è contenuta in due titoli. Non è un caso. E poi il movimento dei corpi e le loro relazioni sono argomenti che mi affascinano da sempre. Mi piace pensare che siamo effimeri, ma che anche il Sole lo sia. Ed in qualche modo, mi sembra un discorso legato anche al rispetto che ci deve essere per il corpo, lo spazio dell'altro. Un rispetto che parla di tensione e ascolto e che appunto tiene sempre in considerazione la mutevolezza delle relazioni. Mi ritrovo spesso in una costante ricerca del "Centro", ma quasi mai lo trovo… e allora mi godo questo vacillare come un ago della bilancia che cerca di definire e definirsi.

Possiamo parlare, anche a grandi linee, di cantautrice?

Boh, mi fa un po' strano, perché tutti questi concetti cerco di restituirli con tutta la musica che scrivo, testi e musica. Non ho mai pensato di essere una cantautrice, categoria che forse non esiste quasi più. Mi sembra di essere una musicista, che si occupa di un suo percorso di ricerca, che ha molte sfumature, come ad esempio il rapporto con la danza, o con la poesia. Per diversi anni ho curato un evento di improvvisazione chiamato “Fatti d'Arte”, legato alla musica e alla danza contemporanea, a cui io stessa ho anche preso parte. Ho lavorato a diversi progetti in site specific con la musica, al fianco della danza ed ho anche tenuto un laboratorio di Musica e Movimento della durata di tre anni presso l'Accademia Nazionale di Danza di Roma. Lavoro spesso con la poesia, il brano "Dark August” ha come testo una bellissima composizione di Dereck Walcott. Per un altro progetto, ancora non registrato, mi è capitato di adattare a musiche originali, anche mie, i testi di Pessoa, Salinas, Antonia Pozzi. E nel cassetto c'è uno spazio con brani originali e testi nel mio dialetto, scritti dal poeta pugliese Vittorio Tinelli. Diresti cantautrice?

Chi ha curato gli arrangiamenti?

Per questo disco ho fatto quasi tutto da sola. Ho scritto e fatto gli arrangiamenti. Chiaramente i brani vengono poi sottoposti ai musicisti che mi accompagnano e si cerca insieme di modificare qualcosa se non va o di gestire nuove idee.

Formazione

Elena Paparusso, voce Domenico Sanna, pianoforte Francesco Poeti, chitarra Giuseppe Romagnoli, contrabbasso Matteo Bultrini, batteria e Francesco Fratini, tromba (brano 3).

Tracklist

1 Unreal Lands 08:02
2 My First Dance With You 05:22
3 Labile 04:05
4 Dark August 04:18
5 Who Am I? 03:59
6 The Best is Yet to Come 03:51
07 Suitcase 05:38
8 Where Flamingos Fly 06:16
9 Let’s Face the Music and Dance 04:35.