Nel primo capito del capolavoro di Michail Bulgakov “Il Maestro e Margherita” il direttore di una rivista letteraria sovietica, Michail Aleksandrovič Berlioz, discute col poeta Ivan Bezdomny su un’opera di propaganda marxista imperniata sull’inesistenza storica di Gesù. Verranno sbugiardati da uno strano personaggio, un sedicente professore di magia nera di nome Woland che altri non è che il Diavolo in persona. E qui inizia quello straordinario romanzo nel romanzo che è il “romanzo di Pilato” (perché è “il crudele quinto procuratore di Giudea” vagamente ispirato al Grande Inquisitore dostoevskiano il vero protagonista del metaromanzo) narrato un po’ da Woland e un po’ dal romanzo del personaggio indicato come “il Maestro” Ma chi è il Gesù del racconto del Diavolo bulgakoviano?
"il Vangelo secondo Woland" è molto differente da quello che conosciamo. Il padre di Michail Bulgakov, Afanasij Ivanovič Bulgakov, docente universitario di storia e critica delle religioni occidentali presso l'Accademia Teologica di Kiev, oltreché traduttore di testi religiosi e quindi nel suo "romanzo di Pilato" ci sono diverse suggestioni.
Gesù, o meglio Yeshua ha-Nozri, non è nato nè a Betlemme nè a Nazareth. Ecco l'interrogatorio da parte di Pilato "Di dove sei?" "Della città di Gamala" rispose l'imputato, indicando col capo la città di Gamala che si trovava alla destra, verso nord "Che origini hai?" "Non lo so esattamente" rispose pronto l'imputato "non ricordo i miei genitori. Mi hanno detto che mio padre era siriano".
Qui Bulgakov mescola due ipotesi moderne: la città di Gamala, comunque in Galilea, era la città degli zeloti. Il padre siriano si rifà alla calunnia talmudica ripresa da Celso secondo cui il padre di Gesù era un soldato romano di nome Pantera. Nel XIX secolo venne trovata in Germania la lapide di un legionario romano di origine siriana di nome Tiberio Giulio Abdes Pantera che era stato di stanza anche in Giudea. “Ha-Nozri” non significherebbe “Nazareno” ma “Nazireo” ovvero consacrato a quei voti pronunciati anche da Sansone, Samuele e Giovanni il Battista.
Yeshua ha un solo apostolo, Levi Matteo, che lo segue con la pergamena e annota tutto quello che dice ("Ma una volta ho guardato la pergamena e ne ho avuto terrore. Io non ho detto nulla di quello che c'è scritto là"). Nonostante l'aspetto dimesso Yeshua parla aramaico, greco e, caso eccezionale in Oriente, anche latino. Ha abilità mediche eccezionali e diagnostica a occhio l'emicrania di Pilato. La sua dottrina è umanitaria ("non ci sono uomini cattivi, solo infelici") e anarchica ("ogni potere è violenza contro gli uomini e verrà un un giorno in cui cesserà sia il potere di Cesare che altri poteri"). Qui Bulgakov attribuisce a Yeshua una dottrina che mescola lo stoicismo greco-romano e l'escatologia giudaica.
Giuda è solo una persona che ha sentito da Yeshua queste dottrine e lo inguaia. Yeshua viene crocifisso con Disma e Gesta (Bulgakov riprende i nomi dei ladroni dagli apocrifi) e viene ucciso da un colpo di lancia. L'ultima parola è "Hegemon", il titolo di Pilato. Il corpo viene trafugato da Levi Matteo e sparisce ma Yeshua appare ancora come vivo a Pilato. E 1900 anni dopo Woland parla di lui come vivo.
Ivan Bezdomny, il poeta cui era stato affidato il compito di provare l'inesistenza di Gesù, alla fine ha una visione.
"Dopo la puntura tutto cambia: dal letto si distende fino alla finestra una strada fatta di luna, larga, e per quella strada sale un uomo avvolto in un mantello bianco foderato di porpora e va verso la luna. Vicino a lui cammina un giovane col chitone stracciato e il viso deturpato. Camminando fianco a fianco discorrono con calore, discutono, cercano di concludere un colloquio.
"Oh dei, dei - dice, volgendo il suo viso altero verso il compagno di viaggio l'uomo col mantello - che orrendo supplizio! Ma dimmi, ti prego - e il suo viso si fa da altero a implorante - dimmi che non c'è stato! Ti scongiuro, dimmelo, non c'è stato, vero?"
"Naturalmente non c'è stato -risponde il compagno di viaggio - è stata soltanto la tua immaginazione". Bulgakov riprende la teoria docetista secondo la quale Cristo non sarebbe stato crocifisso ma sostituito sulla Croce da una specie di fantasma, teoria poi accolta anche dall'Islam.
«Hanno detto: “Abbiamo ucciso il Messia, Gesù figlio di Maria, messaggero di Dio”, mentre né lo uccisero né lo crocifissero ma così parve a loro … ma Iddio lo innalzò a sé, e Dio è potente e saggio» (Corano IV:157-158).