Giunto al terzo volume della serie dedicata agli artisti che avrebbero meritato un posto di maggior rilievo nella storia dell’arte, Alfredo Accatino* ci guida alla scoperta del processo che genera i suoi saggi sui generis i quali, da alcuni anni, aiutano lettori curiosi a varcare territori inesplorati.
Non solo! L’autore romano ha, recentemente, dato alle stampe (oltre ad Outsiders 3) uno splendido lavoro dedicato al Bauhaus (La linea e l’ombra, N.d.R.), confermando il suo approccio interdisciplinare e poliedrico; consentendo al lettore di entrare, davvero, nelle aule di quella che fu una delle rivoluzioni più significative degli anni ruggenti.
Considero Outsiders il reference book che chiunque si avvicini all’arte si sente e si sentirà in dover consultare; ma cosa rappresenta per lei, ormai giunto al terzo volume?
Urca. Aver creato un testo definito reference book mi provoca una scarica di adrenalina. Quando ho iniziato a concepire il progetto, avrei pagato per sentirmelo dire… Scherzi a parte, credo che sia semplicemente il riconoscimento di avere solcato un mare che stava lì davanti, e che nessuno aveva mai provato a navigare. E quando inizi a farlo, capisci che c’è tanto di quel mare da percorrere e così tante terre da scoprire che una vita, da solo, non basterebbe. E che magari anche altri, come me, anche solo in pedalò, inizino a farlo. Basta avere qualche libro in casa, o una buona connessione a internet. Gli artisti sono lì, e aspettando solo di essere aiutati.
Com’è scattata la scintilla e come si è mosso nella ricerca del materiale? Se non erro è stata, in parte, una spinta autobiografica, legata a suo padre Enrico Accatino…
Sì. Mio padre era un artista e un teorico dell’arte, autore di libri di educazione artistica ai quali ho collaborato, giovanissimo. L’arte mi è diventata così familiare da non avere timori riverenziali, anche quando passavo le giornate a studio a dargli una mano, come un lavorante. Ho scoperto così che tanti artisti, per motivi a volte casuali, vengono oscurati da altri, dimenticati. O che non hanno potuto assurgere alla fama per via delle difficoltà della vita o del loro stesso carattere. O perché non avevano eredi o seguaci. A Parigi all’inizio del secolo scorso c’erano 75.000 artisti. Anche un esperto ne conosce poche decine o centinaia. E gli altri? Il problema è che spesso la storia è stata scritta dai mercanti.
Li definisce: artisti geniali, dimenticati. Perché lo sono, a suo avviso?
Ognuno di loro lo è per motivi diversi, senza nulla togliere alla grandezza di Picasso di altri grandi maestri. Ma è certo che certi steccati siano troppo stretti. Così è ormai fatto accertato che una donna, Hilma af Klimt (di cui parlai in Outsiders 2 e tra i primi in Italia) ha realizzato grandi tele astratte prima dello stesso Kandinskij, E che prima ancora ci siano stati precursori poco noti (Ciurlionis) o sottovalutati (come i dipinti del commediografo Strindberg). Quasi tutti gli “artisti degenerati” messi alla berlina nella mostra Entartete Kunst non poterò più lavorare, molti morirono. Eppure se scorrete l’elenco su 112 artisti ne conoscerete una ventina. E gli altri? Ecco, io mi sono solo posto la domanda. E li considero fondamentali per la nascita dell’espressionismo e dell’arte contemporanea.
Pensa ci sia un fil-rouge che accomuna i tre libri e gli artisti trattati?
Per me è come aver scritto una lunga lettera d’amore. E credo che sia quello che abbia conquistato il lettore, la sincerità. Esprimere parere chiari, concetti “dritti”, con parole semplici. E con un filo di ironia.
Chi l’ha appassionata di più e chi, magari, ha tollerato meno, ma meritava un posto d’onore, in ogni caso?
Ci sono stati due casi, uno è in Outsiders 3. Un artista erotomane (ma soprattutto cinico ed egoista) che ha rovinato la vita della propria famiglia e forse abusato della figlia. E il caso di un probabile pedofilo seriale che sfruttava il suo status di occidentale in Oriente per adescare centinaia di minorenni. Ho pensato a lungo se evocarli, poi alla fine l’ho fatto raccontando le cose con estrema chiarezza, lasciando a ognuno il diritto di condannarlo all’oblio. Ma non fuori dal posto che occupano.
Pensa sia possibile individuare gli outsiders anche fra artisti strettamente contemporanei?
Sì, e l’ho fatto indicando questa volta tre artisti ancora in attività: Fausto delle Chaie, Mario Pischedda e del fotografo non vedente (sì, avete letto bene) Evgen Bavčar. Ma l’ho detto chiaramente, io non sono uno scopritore di talenti incompresi, non è il mio lavoro e non è la mia volontà. Sto facendo un’operazione storica sul novecento. Mi limito a ricordare solo artisti che conosco da anni, i miei “outsiders”, invitando gli altri a fare lo stesso con i loro. E a comprare arte. Se ami l’arte. Per questo vi invito anche a firmare su change,org l’appello per far riconoscere a Fausto delle Chiaie, oggi 78enne, la Legge Bacchelli.
Posso chiederle se si sta già dedicando a futuri progetti?
Assolutamente sì, perché oltre ad Outsiders, è appena uscito un romanzo con Giunti, dedicato al Bauhaus, la scuola di design che provò a cambiare il mondo, e solo Dio sa quanto ho bisogno di supporto.
Si chiama “La linea e l’ombra” e racconta il percorso di un ragazzo dal passato doloroso, che vive la maledizione di non avere talento nel luogo simbolo del talento. Anzi, che si illude che la creatività lo possa condurre al successo e al riscatto personale, e che perseguirà questo obiettivo ad ogni costo, con cinismo e ottusità, sino a rovinarsi la vita. Lo seguiremo così nella sua continua lotta per emergere, dall’apertura della scuola (1926), sino a quando Walter Gropius ne lascia la direzione (maggio 1928). Una sorta di “giro di vite” tra Maestri quasi mitologici (Kandinskij, Klee, Schlemmer) e studenti geniali, mentre sullo sfondo scorgiamo l’onda nera del nazismo e gli ultimi fuochi della Repubblica di Weimar e, infine, nell’epilogo, la guerra e le ferite di una Germania divisaSecondo me è un bel romanzo, e la Bauhaus, fidatevi, è pazzesca! Emanuela Borgatta Dunnett
Alfredo Accatino È uno dei più noti e premiati creativi italiani, autore di grandi eventi in tutto il mondo, dalle Cerimonie Olimpiche e Paralimpiche di Torino 2006 a quelle di Expo Milano 2015, ma anche di show, progetti culturali, live experience. Scrittore, autore televisivo e polemista, ha al suo attivo una vasta e variegata produzione editoriale. Figlio del pittore e teorico dell’educazione artistica Enrico Accatino, con cui collaborò alla realizzazione di numerose pubblicazioni, è autore di un blog di successo, Il Museo Immaginario – Outsiders, e dell’omonima rubrica su “Art e Dossier”. Con il precedente volume, Outsiders, ha fatto conoscere per la prima volta in Italia autori e storie dimenticate, proponendo un approccio nuovo e originale alla storia dell’arte del Novecento.