Oggi è martedì 27 agosto e continua il grande caldo e io continuo a perdere oggetti preziosi per il mio lavoro. In questi giorni sono impegnatissima nella ricerca di questo dischetto misterioso “di ultima generazione” direbbero gli esperti, che contiene tutto il mio lavoro dagli inizi ad oggi. Lo cerco da giovedì scorso, ma oggi Riccardo, l’amico che lo ha realizzato, ha espresso i suoi dubbi; pare che l’oggetto della mia ricerca non corrisponda per spessore, grandezza e contenitore al dischetto originale. Praticamente sto cercando un oggetto diverso da quello che devo trovare, ma nella ricerca non ho visto niente che assomigli alla descrizione dell’hard Disc. Ricordo solo la mia mano che l’ha preso dal ripiano dove sta altro materiale simile e poi il vuoto.

Lo so, la mia vita privata viaggia nell’assurdo un po’ demenziale che però rispetto al “ pubblico” è una fucina di saggezza. Tutt’altra specie di assurdo accade a Ravenna e, come un fiume in piena, si allarga e si dilata in altre città, in altri paesi e in altri continenti vicini e lontani per arrivare, quasi ci siamo, alla disfatta finale. Ci troviamo, infatti, come scrisse Pier Paolo Pasolini, “in un mondo unificato dal neocapitalismo, ossia da un internazionalismo creato, con la violenza, dalla necessità della produzione e del consumo”. Soprattutto dalla necessità della produzione e del consumo di armi. Perché è così che la violenza si manifesta. E ha nella guerra la sua massima espressione.

Oggi è lunedì 9 settembre e dopo quasi 2 mesi di caldo insopportabile sono ritornata in studio. Ieri è finalmente piovuto e l’aria si è fatta respirabile, ma continuo ad essere avvolta da una cortina di ansia mista a depressione e a rabbia. Sono uscita nel terrazzo e ho fatto sette fotografie alla mia ombra nera e svolazzante. Le nuvole accompagnano questo mio tempo stanco e sofferente. Tempo stanco e sofferente che mi rimanda al niente di niente. Però sono fortunata perché nonostante lo zar annunci un giorno sì e l’altro pure la terza guerra mondiale, ancora, qui, viviamo con i nostri problemi quotidiani -che sono tanti- ma senza missili o droni o bombe di altro tipo fatti apposta per eliminare noi e altr* nemic* che magari prima erano amic*.

Sì, sono arrabbiata e quindi non so se riuscirò a scrivere quei pensieri che da tanto sono ingabbiati nella mente. Non mi accontento più di leggere articoli, di ascoltare conferenze, di vedere immagini e trasmissioni in televisione, di firmare petizioni. Certo, anche nella mia testa corrono e si moltiplicano pensieri su ciò che accade, ma non li trovo scritti, non li sento, me li sono sicuramente persi, perché fino ad ora, da qualsiasi parte sto, guardo vedo e ascolto, solo le millenarie disfatte condotte dagli uomini e dalle loro intelligenze predatrici. Avverto l’assenza di una memoria collettiva fondata sul rispetto dei fatti e sul rifiuto dei pregiudizi. Non prendo una posizione di parte sulle guerre in atto ora, perché mi pongono, tutte, in una condizione di sudditanza; è il patriarcato con il suo potere che le fa nascere e le conduce a termine.

Assisto a giochi già fatti che neanche mi prevedono. Anzi, mi prevedono solo come vittima. Vedo l’autorappresentazione narcisista che l’uomo continua a ripetere in una Storia sempre uguale a sé medesima, data per Assoluta, e che in realtà appartiene solo agli uomini. Da qui nasce il grande inganno e per questa ragione credo proprio che la conoscenza ricevuta a scuola sia pericolosa. Fin dalle primarie, appena ci sediamo sul banco, magari con le rotelle, se non sono già stati tutti rottamati, ha inizio il racconto di una Storia che si vuole ben protetta e fondata ed è invece solo un arbitrio originario al quale si dovrebbe rinunciare. La sua lettura infatti è solo la propaganda di immani e crudeli macchinazioni. Eppure lì, fin da subito, la nostra formazione culturale parte con l’eccesso dell’assoluto e il vuoto dell’assenza.

Oggi è il 6 novembre e se potessi, novembre, lo toglierei dal calendario. È il mio mese maledetto; incidenti con ossa rotte, interventi, analisi, diabete fuori controllo, prime giornate fredde e il riscaldamento non funziona e adesso ecco questo nuovo accidente: l’Herpex zoster. Nei miei malanni questo proprio non era previsto e mi ci imbatto a novembre.

Il tempo, quello che ci divora, corre troppo veloce: è lunedì faccio una giravolta ed ecco che arriva subito venerdì, per non parlare poi del sabato e della domenica giorni nei quali il suicidio è sempre lì a portata di mano, ma anche di piede - quello sinistro naturalmente. Niente, invece non accade niente. Neanche la giravolta e neppure il suicidio. Eppure la mia testa è piena di progetti, ma è già venerdì, per non parlare del sabato e…

E mentre scrivo le guerre si moltiplicano perché agli uomini le guerre piacciono. Ogni scusa, anche la più banale, è cosa giusta per farla: sono le razze - altra loro invenzione- le religioni, i confini, la fame, la paura, nuovi territori, la produzione in eccesso di armi, la lotta per poteri regionali, nazionali, mondiali e si aggiungeranno tra breve -ora- l’acqua e il clima. Per educazione ricevuta ecco che prendono corpo valori inesistenti come Nemico, Patria, Coraggio virile, Eroe, Onore. I temi del nemico, della patria, dell'eroe, della religione, devono essere coltivati fin dalla tenera età. Sono solo menzogne che non richiedono l'uso del pensiero, della ragione, della condivisione. Vanno veloci, in superficie e con loro il mondo se ne va a pezzi.

Allora cosa faccio? Da sola proprio niente.

Cammino in compagnia di altre donne.

In questo momento la mia compagna di viaggio è Carla Lonzi e ne riporto alcuni brani presenti nel libro “Sputiamo su Hegel”1:

Il pensiero maschile ha ratificato il meccanismo che fa apparire necessari la guerra, il condottiero, l’eroismo, la sfida tra le generazioni. L’inconscio maschile è un ricettacolo di sangue e di paura. Poiché riconosciamo che il mondo è percorso da questi fantasmi di morte e vediamo nella pietà un ruolo imposto alla donna, abbandoniamo l’uomo perché tocchi il fondo della sua solitudine. …

E ancora:

Noi diciamo all’uomo, al genio, al visionario razionale che il destino del mondo non è nell’andare sempre avanti come la sua brama di superamento gli prefigura. Il destino imprevisto del mondo sta nel ricominciare il cammino per percorrerlo con la donna come soggetto. …

E ancora:

Abbiamo guardato per 4.000 anni: adesso abbiamo visto!

E ancora:

La specie dell’uomo si è espressa uccidendo, la specie della donna si è espressa lavorando e proteggendo la vita: la psicoanalisi interpreta le ragioni per cui l’uomo ha considerato compito virile la guerra, ma non ci dice niente sulla concomitanza dell’ oppressione della donna. …

E infine:

La specie dell’uomo ha sfidato continuamente la vita e oggi sfida la sopravvivenza; la donna è rimasta schiava per non aver accettato; è rimasta inferiore, incapace, impotente. La donna rivendica la sopravvivenza come valore. L’uomo ha cercato un senso della vita aldilà e contro la vita stessa; per la donna vita e senso della vita si sovrappongono continuamente. …

E ancora ancora e ancora, riporterei qui tutti i libretti verdi di Rivolta Femminile. Magari consiglio di leggerli per meglio comprendere quel che tento di dire.

E per dirlo mi allontano ancora di più.

Vado a trovare le Herbarie, le prime donne che si sono riconosciute negli infiniti mondi della natura. Quando la terra era ancora tenera "hanno lavorato i territori dell'assenza, piantandovi semi di vitalità gratuita. Era il loro modo di intrattenersi nel mondo, di colmare il vuoto delle perdite. Hanno ricostruito a poco a poco mappe d'identità".

Da mare a mare da terra a terra, le guaritrici e tutte le altre disubbidienti, le inaffidabili e le ribelli hanno portato inquietudini sane e hanno segnato nuove vie. I loro passi hanno reso praticabile il luogo della contingenza, del senso, dell'intenzione. La loro visione, prevede il prendersi cura di tutto ciò che respira.

Le Herbarie conoscono l’insonnia del bosco e il sonno dei campi / raccolgono albe e tramonti / ascoltano il respiro del mare, del vento, degli alberi e di tutte le altre creature. / Si inchinano alla terra, se ne prendono cura e piantano semi di vitalità gratuita / seguono il cammino delle comete. Da millenni ci indicano, in infiniti modi, che tra uccidere e morire è possibile una terza via; vivere.

Dimenticavo, sono 59 le guerre in corso nel mondo, ora.

Note

1 Scritti di Rivolta Femminile, 1978, pag. 48, 60, 16, 58.