Un articolo pubblicato sulla rivista European Journal of Archaeology riporta i risultati di uno studio dei rituali legati a un cumulo di crani umani nel sito di Masseria Candelaro, in Puglia. Un team di ricercatori guidato dalla dottoressa Jess Thompson dell'Università britannica di Cambridge ha analizzato i reperti scoperti nel sito scoprendo che si trattava di almeno 15 individui, soprattutto uomini raccolti nel corso di due secoli e aggiunti al cumulo con modalità ritualistiche. Il confronto con altri esempi etnografici e archeologici ha convinto i ricercatori che si trattava di una pratica rituale nei confronti degli antenati risalente al periodo Neolitico tra il 5.500 e il 5.400 a.C. circa.

Il sito archeologico di Masseria Candelaro è a pochi chilometri a sud-ovest della città di Manfredonia. L'antico villaggio faceva parte di una comunità che si era sviluppata intorno alla laguna del Candelaro. Tre fossati concentrici circondano quel villaggio con al centro un fossato più piccolo che racchiude una struttura ovale. I reperti trovati in quel fossato interno indicano che risale all'occupazione più antica di cui sono state trovate le tracce.

Le pratiche funerarie scoperte nel sito di Masseria Candelaro sono solo alcune delle tante diverse tra loro risalenti al periodo Neolitico, tra il 6.000 e il 3.800 a.C. circa, dell'Italia meridionale. In molti casi, quelle pratiche includevano un trattamento speciale delle ossa e in particolare dei crani, ai quali veniva dato un significato spirituale ed erano al centro di rituali religiosi. Questo tipo di pratica religiosa è stato scoperto anche in altri siti molto lontani in Europa e nell'area mediterranea.

La storia dei crani del sito di Masseria Candelaro cominciò con gli scavi condotti dalle archeologhe Selene Cassano e Alessandra Manfredini tra il 1985 e il 1993. Facevano parte di indagini archeologiche iniziate nel tavoliere foggiano già negli anni '70 con scoperte che coprono un ampio periodo preistorico. Nel corso degli anni, le due archeologhe hanno riportato alla luce varie opere e manufatti.

Le strutture del villaggio del Neolitico di Masseria Candelaro che diventarono oggetto di questo studio rivelarono quella che venne chiamata Struttura Q. Lì vennero trovati frammenti di crani di almeno 15 individui la cui datazione indica che risalgono a un periodo tra il 5.500 e il 5.400 a.C. circa. In realtà, il totale di quasi 400 frammenti suggerisce un numero molto superiore di crani, forse oltre 50. I vari frammenti mostrano diversi segni di usura che aggiungono ulteriori difficoltà ai tentativi di rimetterli assieme. È come comporre un puzzle i cui pezzi possono essere danneggiati e scoloriti.

Complessi esami e analisi dei dati raccolti sono stati condotti per ottenere una datazione dei crani e per capire per quanto tempo siano stati utilizzati a scopo rituale. Le ricostruzioni tengono anche presenti le informazioni etnografiche e archeologiche riguardanti le conoscenze della vita delle popolazioni neolitiche dell'area nel corso del tempo. Le scoperte fatte nel corso degli anni indicano che all'epoca e in quell'area la sepoltura dei morti costituiva la normale consuetudine. Ciò significa che la creazione di un cumulo di crani separati dal resto dei corpi venne fatta con uno scopo diverso.

Per approfondire gli esami condotti per capire come vennero usati e per quanto vennero usati, i frammenti di cranio sono stati sottoposti anche a uno studio tafonomico. Si tratta della branca della scienza che studia come si formano i fossili seguendo gli eventi che causano modifiche di vario tipo ai resti. Nel caso dei crani di Masseria Candelaro, gli esami dei frammenti hanno cercato di stabilire quali segni fossero stati causati da manipolazioni e usura causata dal loro uso rituale.

La pratica rituale che è emersa da quegli studi suggerisce l'esistenza di un culto che onorava gli antenati e aveva lo scopo di interagire con essi. Quella scoperta nel sito di Masseria Candelaro rappresenta una nuova testimonianza di quel tipo di culto che offre qualche indicazione sulle credenze di quella popolazione riguardo all'aldilà. È un tipo di credenza basato su un legame con le generazioni precedenti e con le radici che rappresentavano.

La pratica di accumulo dei crani e i relativi rituali risulta essere continuata per circa due secoli. Capire perché a un certo punto quel tipo di cerimonie rituali sia stato interrotto non è facile. È possibile che i crani appartenessero a personaggi importanti il cui ricordo si affievolì con il passare delle generazioni. Nuovi rituali potrebbero aver portato a nuove tradizioni che finirono per soppiantare i rituali incentrati sui crani. Il deterioramento delle ossa potrebbe aver contribuito a quel cambiamento.

Questo studio ricostruisce circa due secoli di storia ma si tratta di un periodo piuttosto limitato pensando ai millenni del periodo Neolitico con le diverse culture che si avvicendarono con le loro pratiche funerarie. Rimane un pezzo importante di storia e non solo a livello locale dato che anche all'epoca c'erano scambi e influenze di vario tipo tra diversi territori. La storia di Masseria Candelaro è un pezzo di storia più ampia del Neolitico che continua a essere scoperta.