Nikolaj Gogol’, uno dei più grandi scrittori in lingua russa, era ucraino. Non è l’unico fra i grandi autori della letteratura russa ad arrivare dall’Ucraina: Michail Bulgakov, autore dello splendido Il Maestro e Margherita, era nato a Kiev. Ma mentre Bulgakov è uno scrittore oramai completamente russo (anzi, sovietico seppur dissidente), Gogol’ conserva il suo essere ucraino in maniera molto profonda. E questo appare chiaramente in uno dei suoi romanzi più noti in Russia, ma meno noti al lettore internazionale: Taras Bulba.
Fuori dalla Russia il Gogol’ più noto è quello satirico de Le Anime Morte o quello surreale dei Racconti di Pietroburgo: è un Gogol’ “russo” che si prende gioco delle assurdità della burocrazia zarista o tratteggia tipi di personaggi comuni arrivando persino ad anticipare di oltre un secolo il Villaggio di Fantozzi. Ma ci sono diversi Gogol’: c’é il Gogol’ autore di racconti horror, in particolare il Vij e il romanzo storico Taras Bulba.
In questi racconti appare un Gogol’ molto influenzato da quella corrente romantica che ha preso piede nell’Europa del suo tempo. Il Romanticismo è anche in parte una reazione al tentativo universalista della Francia napoleonica, caratterizzato dalla riscoperta dei particolarismi. Il Vij, il Re degli Gnomi, si rifà ad alcune tradizioni di quella parte ucraina confinante con il mondo polacco e tedesco. Mentre Taras Bulba è un’opera fortemente ucraina, caratterizzata dalla riscoperta di quella zona del mondo slavo.
Gogol’ aveva progettato una gigantesca Storia dell’Ucraina con intenti quasi messianici. Taras Bulba invece rievoca le lotte tra i cosacchi di Zaporozhye (laddove oggi si trova la famosa centrale nucleare catturata dalle forze russe) e i polacchi. Perché all’epoca i grandi nemici dei cosacchi ucraini non erano i moscoviti, bensì i polacchi, che avevano invaso e occupato l’Ucraina.
Gogol’ descrive senza fronzoli i cosacchi capitanati da Taras come uomini valorosi in guerra ma anche come gozzovigliatori estremamente feroci.
"A noi si rizzerebbero i capelli in testa per i segni di feroce crudeltà che in quel secolo semibarbaro gli zaporožcy si lasciavano alle spalle: bambini trucidati, seni di donna tagliati, gambe scorticate fino al ginocchio ai prigionieri rilasciati in libertà". Così Gogol’ descrive la scorribanda dei cosacchi ucraini nella città polacca di Dubno: è la vendetta dell’invaso contro l’invasore.
Ma Gogol’ non inorridisce davanti a queste descrizioni: anzi, rende Taras e i suoi cosacchi dei personaggi quasi “simpatici” nella loro ferocia: per certi aspetti ricordano il Conan di Robert E. Howard, spietato “barbaro” ma verso il quale non riusciamo a non provare empatia. Gogol’ simpatizza per i suoi connazionali ucraini ortodossi contro l’invasore polacco cattolico.
Leggendo Taras Bulba si può vedere la radice di tante situazioni esplose oggi sotto i nostri occhi. Dopo l’invasione russa del febbraio 2022 si è parlato spesso del più controverso personaggio della storia ucraina recente, Stepan Bandera, nazionalista ucraino di fatto collaborazionista di Hitler il chiave antisovietica e oggi eroe del Battaglione Azov che combatte contro l’esercito di Vladimir Putin. Bandera fu ferocemente anti-polacco e diede una mano, con le sue bande, ai nazisti che stavano facendo stragi di polacchi. Leggendo Taras Bulba possiamo vedere le origini del fenomeno banderista e dell’odio, oggi messo in pausa temporanea a causa della presenza del comune nemico russo, che intercorre tra ucraini e polacchi. Un odio talmente forte che porterà Taras a non voler risparmiare nemmeno suo figlio a causa dell’amore che questi porta ad una bella polacca.
La lettura di Taras Bulba dovrebbe anche mettere in guardia nazioni estranee alla storia di quei popoli dall’aizzare odi sopiti ma che possono esplodere ancora oggi con una violenza inimmaginabile e con una ferocia paragonabile a quella degli ucraini contro i polacchi nei tempi antichi. Si possono aprire ferite profonde che possono condurre a vere e proprie pulizie etniche.
Leggere i classici può aiutare a capire la storia e ad evitare che si ripeta.