Nei Musei Vaticani, Isabella Salandri si impegna dal 2011 con costante energia nella progettazione e conduzione di visite guidate speciali. Un percorso mirato rivolto a persone di tutte l’età, bambini, ragazzi con disabilità sensoriale, motoria, autismo non vedenti, ipovedenti e sordo ciechi. Un lavoro dedicato alla promozione di attività museali sempre più inclusive, atte a favorire la più ampia partecipazione delle persone con diverse abilità. Il museo è sempre più uno strumento di mediazione, inclusione e integrazione.
I settori museali che sono stati resi accessibili finora sono i seguenti: Gregoriano Profano – Pinacoteca (Giotto Il polittico Stefaneschi, Melozzo L’Angelo con Liuto, Raffaello La Trasfigurazione, Caravaggio La Deposizione) Egizio ed Etnologico e i Giardini Vaticani.
In particolare, nel nuovo museo etnologico, Anima Mundi sono a disposizione ampi spazi luminosi facilmente accessibili, privi di barriere architettoniche, dedicati all’incontro educativo per tutti. Viene offerta gratuitamente ai visitatori con differenti capacità di apprendimento e percezione, nello specifico a fruitori con disabilità visiva, la possibilità di conoscere tattilmente alcune opere del Museo grazie a riproduzioni in diversi materiali. I capolavori selezionati dal Museo Etnologico sono due, il calco della statua di Quetzalcóatl, una divinità di origine tolteca, venerata anche presso gli Aztechi il cui nome significa serpente piumato e il calco della statua del Dio “Tu”, la più importante divinità dell’isola di Mangareva oltre 1.660 km a Sud-Est di Tahiti nelle remote isole Gambier in Polinesia.
Più volte ho partecipato a queste visite e ho avuto modo di sperimentare che questo incontro diretto con le opere mette in moto un processo straordinario di comunicazione empatica che permette al non vedente, davanti all’opera, di trasferirsi in essa e di recepirla. Gli operatori didattici hanno il compito di raccontare e descrivere le opere esplorate per stimolare una rielaborazione estetica personalizzata, sollecitando la rappresentazione immaginativa attraverso canali percettivi differenti da quello visivo. A tal proposito, il Museo Etnologico, Anima Mundi è un unicum anche all’interno degli stessi Musei Vaticani, poiché vengono proposte ai visitatori speciali una quantità di profumi, gusti e suoni tipici del luogo interessato dall’esposizione, supplendo alle mancanze visive e arricchendo la percezione globale.
L’immaginazione viene fortemente stimolata da questa esperienza, permettendo un’interiorizzazione delle opere molto più vivida rispetto alle tradizionali visite. Il percorso didattico si snoda attraverso fasi specificatamente studiate per creare un rapporto di fiducia col discente, per stimolare l’apprendimento e la presa di coscienza delle potenzialità estetiche e narrative degli artefatti culturali esposti. Le narrazioni e le fasi didattiche si prestano bene anche alla comunicazione dedicata alle scuole, per cui sono stati sviluppate e perfezionate numerose visite nel corso degli anni. La proposta didattica più recente è Il giro del mondo in un’ora tra suoni e profumi, un laboratorio didattico da realizzare nel Museo Etnologico per le classi di scuola secondaria di primo grado. Il percorso didattico è accessibile anche a studenti con disabilità. L’obiettivo è avvicinare i giovani al Museo, alle collezioni e alle diverse culture attraverso l’esplorazione tattile e plurisensoriale.
Esattamente, ci conferma Isabella Salandri, durante il percorso ha pensato di sollecitare la rappresentazione immaginativa delle opere attraverso canali alternativi alla percezione visiva, e di agevolare la rielaborazione autonoma del messaggio artistico al di là del dato sensibile. Per il raggiungimento di tali obiettivi si utilizzano sistemi didattico-comunicativi multidisciplinari, come i linguaggi letterari e musicali, e sistemi plurisensoriali, come i richiami analogici e sinestetici. La cecità fisica, infatti, non distrugge né la capacità né il desiderio di vedere. Le tante suggestioni danno vita ad inevitabili rielaborazioni soggettive, portatrici di intense emozioni e ciò fa comprendere a tutti che senza cuore ed intelletto nessun tipo di conoscenza sarebbe possibile: l’occhio, quindi, è solo un mezzo.
Durante il percorso ci si propone di sollecitare la rappresentazione immaginativa delle opere attraverso canali alternativi alla percezione visiva e di agevolare la rielaborazione autonoma del messaggio artistico al di là del dato sensibile. Le fasi della visita sono due, la lettura sincretica ed analitica delle opere mediante l'utilizzo di calchi, simulando l'esperienza visivo-prospettica per rendere possibile l'analisi degli effetti compositivi, tecnici, plastici e cromatici. L’ascolto di brani musicali e suoni che, uniti a richiami analogici e sinestetici, acustici, olfattivi, tattili evocano le immagini rappresentate dalle opere selezionate, favorendo il passaggio dalla semplice conoscenza alla percezione più profonda delle opere e al loro integrale apprezzamento.
Per i non vedenti e per gli ipovedenti non solo si possono verificare delle difficoltà di accesso, orientamento e sicurezza negli spostamenti in un ambiente a loro sconosciuto, ma anche il contatto diretto con gli oggetti esposti deve prevedere precise modalità di comunicazione spesso molto accattivanti anche per chi è dotato della vista. Una giovane visitatrice non vedente l’ha descritta così dopo averla esplorata ascoltando il suono di una conchiglia marina, vicino ad un tessuto leggero e profumato da un baccello di vaniglia delle isole della Polinesia.
La scultura del dio “Tu” risulta, attraverso l’esplorazione tattile, estremamente definita, accessibile e chiara, come se il “Tu” volesse indicare la propria disponibilità verso ognuno di noi, la propria e naturale inclinazione ad ascoltare le preghiere degli uomini e ad esaudirle. Notevoli, a mio parere, sono gli occhi a mandorla dal taglio inferiore a semiluna, senza alcuna descrizione della pupilla, definiti solamente dalla linea unica delle sopracciglia. Questi occhi e le sue labbra che sembrano schioccare un bacio esprimono tutta la sua dolcezza. Sono particolari del volto che mi fanno pensare che “Tu” voglia stabilire una relazione con noi esseri umani, che egli voglia esserci amico, un dolce amico che intercede presso gli altri dei del concilio spiegando loro le nostre sensazioni, emozioni, le ragioni che ci spingono ad agire.
Altri visitatori non vedenti, hanno osservato che il Dio Tu ha gli occhi chiusi, che come noi, lui sia privo della vista. Anche a me piace pensarla così, perché questo conferisce al dio una profonda sensibilità e una maggiore attitudine ad ascoltare e a non concentrarsi sulle apparenze.
È emozionante toccare il ventre prominente del dio che si immagina garantisca la fertilità e la continuazione della specie. Egli con le sue quattro gambe è legato agli animali, al loro ruolo verso noi esseri umani. Le sue spalle asimmetriche ci fanno pensare alle imperfezioni dell’essere uomo e la sua pelle liscia ricorda l’eterna giovinezza. Per tutte queste ragioni apprezzo moltissimo il Dio Tu perché, con estrema semplicità, racchiude tutte le caratteristiche che lo rendono incline ad essere adorato, pregato da ogni essere umano. L'economia della scultura trasmette a chi la osserva l'idea di un dio reale, che vuole dare ascolto ed esaudire le sue creature che lo amano, lo rispettano e lo glorificano. Credo che questa sia proprio l'idea dell'intima relazione che deve esistere tra Dio e le sue creature. Dio è un amico, un padre affettuoso pronto ad ascoltare ma anche a disciplinare coloro che ama, proprio come il dolce Tu.
Durante il percorso ci si propone di sollecitare la rappresentazione immaginativa delle opere attraverso canali alternativi alla percezione visiva e di agevolare la rielaborazione autonoma del messaggio artistico al di là del dato sensibile.
Dott.ssa Salandri il metodo didattico che utilizzate per rendere accessibile la scultura su cosa si basa esattamente?
Viene offerta ai non vedenti la possibilità di provare differenti sensazioni tattili, olfattive ed uditive capaci di attivare una plurisensorialità di emozioni, nel nostro percorso in cui i sensi vicarianti si sostituiscono agli occhi viene valorizzato quanto di non visivo sia presente nelle varie forme d’arte perché io ritengo che qualsiasi forma artistica non risulti totalmente inaccessibile se si predispongono gli opportuni accorgimenti tecnici relazionali ed umani. Attraverso le spiegazioni multidisciplinari fornite da operatori didattici appositamente formati e con il contributo di brani musicali.
Si dà vita così ad un processo sinestetico durante il quale il tatto, l’udito e l’olfatto e perché no anche il gusto, vengono risvegliati ed insieme fondendosi cercano di supplire alla mancanza della vista. Ma la vera “percezione” del soggetto artistico si ha solo quando questi riesce a godere realmente dell’opera facendola sua e trasferendo su di essa le proprie emozioni e sensazioni. Secondo la straordinaria e variegata mitologia polinesiana.