Determinazione, gentilezza e professionalità, solo alcuni dei tratti distintivi di Daniela Rullo, da più di 14 anni attivamente impegnata nell’organizzazione di eventi culturali con l’IGIIC, il Gruppo Italiano dell’International Institute for Conservation (IIC) un’organizzazione internazionale di grande prestigio con sede a Londra, fondata nel 1950 che conta ormai migliaia di soci in 75 Paesi.
Attivo dal 2002 in Italia, Il gruppo italiano IGIIC, è uno strumento fondamentale per lo scambio di esperienze nel campo del restauro e della conservazione dei beni culturali.
Si rivolge a restauratori, operatori del settore museale, dei monumenti, dell’archeologia, ai ricercatori scientifici del mondo accademico e di laboratori specializzati, nonché a professionisti e studenti che vogliano approfondire e aggiornarsi sulle tematiche legate al restauro e alla conservazione.
Una risorsa preziosa per lo sviluppo di contatti e l’interscambio tra diverse figure coinvolte nella tutela dei beni culturali, che favorisce, attività e progetti concernenti la conservazione dei beni culturali, nell’ambito delle regole deontologiche delle relative professioni, ed in particolare nei limiti statutari propri dell’IIC.
Daniela Rullo organizza eventi, congressi, giornate studio, fiere e discussioni con lo scopo di riunire specialisti ed interessati allo stato dell’arte per discutere insieme gli ultimi progressi nelle pratiche conservative, e per presentare le recenti ricerche scientifiche e le nuove sfide della contemporaneità.
Quale motivazione la rende così entusiasta e proattiva e quali sono i momenti più incoraggianti di questo lavoro di gruppo che mai come oggi, è indispensabile per il futuro dei professionisti della conservazione e del restauro?
Lavorare per l’IGIIC, mi ha offerto l’opportunità di ampliare le conoscenze in ambito artistico e nel settore della conservazione e restauro dei Beni Culturali. Un’associazione come questa ha uno scopo molto importante per chi lavora nel restauro e per chi ha la volontà di sviluppare la propria professionalità.
Dal mio punto di vista, da una prospettiva diversa rispetto chi ha un approccio diretto con le opere d’arte, ho colto negli anni l’essenza della passione, che per molti restauratori, o operatori nel settore, non è meramente passione per il proprio lavoro, ma appare come una vera missione di vita. Come un flusso di energia, questa vibrazione positiva, mi ha dato lo sprone a non gettare mai la spugna, anche nei momenti meno floridi che fisiologicamente alcune realtà come la nostra, non ricevendo ingenti proventi dall’esterno, a volte deve affrontare.
Posso dire che i momenti più motivanti sono quelli in cui ci si ritrova insieme, durante i convegni, sia per il piacere di incontrarsi, sia per la realizzazione di una nuova occasione di crescita umana e professionale, che non si ferma alle giornate di studio trascorse insieme, ma che, ove possibile, trova spazio nelle pubblicazioni, diventando strumento di implementazione, ricerca e disseminazione di informazioni ed esperienze. Questa è la motivazione più forte, poter contribuire alla formazione continua e all’arricchimento di conoscenze utili per la salvaguardia del Patrimonio Artistico Culturale.
Pensi che riusciremo, dopo questo periodo di lungo isolamento dovuto alla pandemia, a ritrovare la voglia di discutere insieme, in presenza, gli obiettivi comuni come quelli cruciali dell’Agenda delle Nazioni Unite 2030/50 per avviare il nostro mondo sulla strada della sostenibilità?
Certamente è faticosamente doveroso, nel senso che è necessario affrontare le riflessioni dell’Agenda delle Nazioni Unite 2030 e 2050 con rinnovata determinazione. Noi siamo una realtà che in maniera trasversale tange, in forma più o meno incisiva, tutti i 17 obiettivi. È inutile negare che da un certo punto di vista vi sia una sorta di affaticamento diffuso, ma è in queste circostanze che non bisogna fermarsi e lasciarsi sopraffare, ma trovare nel raggiungimento degli obiettivi la giusta energia per continuare a perseverare e a renderci più responsabili.
Grazie Daniela per la tua instancabile e generosa energia, grazie a tutto il gruppo IGIIC, al Comitato Direttivo, al Comitato Tecnico Scientifico per il grande impegno mai interrotto in questo anno durissimo per la promozione e valorizzazione della cultura della conservazione e del restauro in Italia e nel mondo.