Bisogna andare, camminare per cercare e infine trovare. Il movimento è l’atto essenziale di ogni viandante, e lo sapeva bene William Turner, pittore e incisore inglese che macinava chilometri ogni giorno, in cerca di emozioni. Bagaglio leggero, scarpe massicce, taccuino al seguito su cui annotare ogni cosa – questo l’equipaggiamento di un artista vissuto a fine Settecento, precursore dell’impressionismo. I suoi paesaggi ad acquerello sembrano scene in movimento, in continuo divenire. Celebrano il passaggio, la bellezza dell’effimero, la transitorietà delle cose e di noi stessi.
Allo stesso modo Il gregge libro di Davide Grittani racconta la metamorfosi di un piccolo branco di anarchici in un gregge in transumanza verso l’odio. Un romanzo in movimento, che allo stesso tempo si ferma e immortala la mediocrità dell’epoca attuale, che fotografa il vuoto di valori diventato tutto: potere, successo, ferocia.
Camminare e muoversi, dunque è l’unico modo per scoprire. E quando si alzano gli occhi non si può fare a meno di pensare al principe dei nembi di Charles Baudelaire in quella meravigliosa metafora dell’albatro “che sta con l’uragano e ride degli arcieri; fra le grida di scherno, esule in terra, con le sue ali da gigante non riesce a camminare.”
Johannes Vermeer invece è uno dei pittori olandesi più celebri del XVII secolo, noto per il suo straordinario talento nella rappresentazione della luce e della vita quotidiana. Vermeer è spesso associato al periodo del Barocco olandese, un'epoca d'oro per l'arte nei Paesi Bassi. Sebbene abbia prodotto un numero piccolo di opere – circa 34 dipinti noti – la qualità e la maestria delle sue creazioni lo hanno reso una figura di grande importanza nella storia dell'arte.
Le opere di Vermeer si distinguono per la loro dettagliata rappresentazione della vita domestica e per l'uso sapiente della luce naturale. Dipinti come La ragazza con l'orecchino di perla e La lattaia sono esempi perfetti della sua abilità nel catturare momenti intimi e quotidiani, trasformandoli in scene di straordinaria bellezza e profondità. La sua tecnica, caratterizzata da un uso meticoloso del colore e della composizione, ha influenzato numerosi artisti dell’epoca e continua ad essere studiata e ammirata.
La corrente artistica a cui appartiene Vermeer, il Barocco olandese, è nota per la sua attenzione ai dettagli, l'uso della luce e dell'ombra (chiaroscuro) e la rappresentazione di scene di vita quotidiana. Questo movimento si sviluppò in un periodo di grande prosperità economica e culturale nei Paesi Bassi, e Vermeer, con la sua capacità unica di elevare il quotidiano al sublime, incarna perfettamente l'essenza di questa corrente artistica. Le sue opere, pur essendo poche, continuano a esercitare un grande fascino e a rappresentare un punto di riferimento per la bellezza e l'eleganza nell'arte.
Nonostante le sue opere non appartengano all’impressionismo (rappresentazione della luce naturale e capacità di cogliere la realtà dal vivo, quasi in movimento), esiste un’opera, a mio avviso - La donna che legge una lettera davanti alla finestra dove un abile gioco di luci e ombre è protagonista, sembra quasi un dipinto in movimento. La donna è assorta nella lettura e la luce che filtra dalla finestra è come se illuminasse anche noi, esuli in terra alla continua ricerca del modo con cui studiare documenti del passato, cercando una luce che illumini la storia. L’opera dell’artista comunica, cerca, studia.
Come abbiamo visto, Turner cammina per carpire i segreti dell’universo, il gregge di Grittani è in cammino verso il baratro, l’albatro di Baudelaire è maestoso nel cielo, ma goffo su terra ferma. E infine, cosa ci trasmette – La donna che legge una lettera davanti alla finestra? – che è necessario muoversi verso la luce, illuminare? Il movimento è l’elemento fondamentale della vita…Bisogna capire solo dove andare. Nota: La Donna che legge una lettera davanti alla finestra è un dipinto olio su tela di Jan Vermeer del 1657 conservato a Dresda.