Dal giugno referendario 1946 a oggi, il sistema inappuntabile per passare psicologicamente dalla Monarchia alla Repubblica non è ancora stato trovato. In genere gli aristocratici che furono vogliono rimanere aristocratici, terribili quelli che fanno finta di no. In genere i non aristocratici vorrebbero essere gli aristocratici che (ufficialmente) non esistono più, terribili quelli che fanno finta di no. In genere i neutri, chiamiamoli così, ovvero coloro che se ne infischiano della nascita propria e altrui, sono abbastanza pochi, una rarità singolare, e se nobili d’animo davvero entusiasmanti.
Consolata Beraudo, castellana piemontese di Pralormo, gestisce il fardello avito, dal maniero al più trascurabile dei ninnoli, mietendo allori, o forse sarebbe meglio dire tulipani visto che ne pianta a migliaia, grazie a un carattere spiritosissimo che permea di umorismo ogni iniziativa, figuriamoci quelle giocose. A modo suo abbatte le barriere. Il 29 settembre dalle 10 alle 18, per esempio, al Castello di Pralormo, situato tra Torino, il Roero e le Langhe, si terrà un mercatino di antichità e curiosità (ingresso gratuito) e lei l’ha chiamato* Aristopulci. A noi diverte un sacco, la Consolata, eppoi, oltre al sorriso immediato che suscita con le sue invenzioni, fornisce spunti di riflessione e rimandi culturali. In questo caso viene voglia di rileggere *La fattoria degli animali e parafrasare George Orwell: “Tutti le pulci sono uguali, ma alcune sono più uguali degli altri”.
Le pulci di rango sono state snidate, e ammaestrate, su iniziativa della dama di Pralormo da soffitte, solai e cantine di antiche dimore patrizie per promuovere il recupero e il riutilizzo, quindi la fiera si annuncia con un filo conduttore e non come un’accozzaglia di cianfrusaglie. Se in cerca di ciarpame ci si rivolga a pulci ordinarie.
“Cosa c’è di più intrigante del poter curiosare nelle case e negli armadi degli altri per scoprire dipinti, giocattoli, fotografie, giornali, marchingegni, porcellane, abiti e piccoli mobili? Oggetti tramandati di generazione in generazione, ma oggi non più usati, sono così rispolverati ed esposti per suscitare l’interesse dei più curiosi e, magari, trovare una nuova destinazione” dice Consolata nel presentare il mercatino a tema. Un’occasione imperdibile e unica per appassionati collezionisti, e non, di trovare pezzi originali e interessanti, ma anche per chi desidera proporre in vendita oggetti custoditi da secoli nelle proprie dimore”.
Tra le attrattive di Aristopulci sono da segnalare alcuni abiti del Settecento, che fanno capolino dai bauli, con i loro ricami meravigliosi e raffinati, seducenti scarpette da tango, stampe e manifesti pubblicitari, battipanni in giunco curvato, ferri da stiro che si scaldavano con la carbonella (non crediamo che qualcuno voglia cimentarsi), stampi per tessuti.
“Passeggiando tra i banchi vendita si possono ammirare anche alcune scenografie molto speciali dedicate ai servizi da tavola e a tutto l’occorrente per l’allestimento di momenti conviviali di famiglia o per le occasioni formali - continua Consolata - tavole con ceramiche di Mondovì, di Gien, di Bassano, cristalli e argenterie rievocano l’atmosfera delle magioni blasonate di un tempo”.
In occasione di Aristopulci si potrà tornare bambini nell’Orangerie, o magari qualcuno non è mai cresciuto, e sognare l’infanzia con una collezione di giocattoli databili dall’Ottocento alla metà del Novecento.
Nel calendario di Pralormo spicca il 20 ottobre quando, sistemate le pulci, si potrà assistere al piantamento dei bulbi di tulipano, inoltre tutte le domeniche fino a novembre le porte del castello si aprono ai visitatori. “Vedremo insieme le segrete del castello, fucina ove si compiono i riti quotidiani dedicati al funzionamento della grande dimora... il fuoco, l’acqua, la luce, il cibo - invitano Filippo e Consolata Beraudo di Pralormo - le stanze intrise di tradizioni e di storia di personaggi illustri; il salotto dedicato alle riunioni di famiglia, ai giochi infantili e agli svaghi femminili; infine il maestoso salone evocativo di musica, danze e momenti conviviali, vissuti per più di trecento anni dalla nostra famiglia che conserva con passione e dedizione questa casa anche per accogliervi”.