Il Salone Internazionale del Libro di Torino 2019, appena conclusosi, ci ha dato modo di approfondire la conoscenza di una delle realtà editoriali più interessanti degli ultimi anni. Edizioni Anfora, infatti, si è presentata al Salone con nuovi titoli e best seller che ne hanno confermato il gusto ricercato nel proporre al pubblico italiano grandi scrittori ungheresi e dell’Europa centrale. L’uscita della nuova opera presentata, ci ha permesso di approfondire il loro catalogo, in questa intervista ricca di novità.
Quali titoli avete portato al Salone del Libro di Torino?
Innanzitutto, Per Elisa di Magda Szabò. L’abbiamo portato al Book Pride di Milano a marzo ed è esaurito subito. Inoltre, abbiamo presentato un nuovo libro in sola consultazione. È una collaborazione con l’Accademia d’Ungheria ed è un volume che insegna ai bambini a giocare a scacchi, scritto dalla campionessa mondiale: Judit Polgár. È il metodo acquisito da suo padre e lei vuole divulgarlo, poiché è convinta che gli scacchi siano rivolti a tutti. Questo scritto è la dimostrazione che l’impegno dà ottimi risultati, infatti, lei è diventata l’unica donna presente nella classifica mondiale. Judit è appena stata la protagonista di svariati eventi per l’infanzia a Milano e Roma e abbiamo regalato una copia ai bimbi partecipanti.
Inoltre, è stata la volta di una nuova edizione di Settembre 1972 di Imre Oravecz. Poesie in versi liberi che funzionano come un romanzo lirico. Abbiamo scelto di ripubblicarlo adesso che i riflettori sono – giustamente – di nuovo puntati su di noi.
Questo è lo scopo: presentare autori classici anche se sono ancora in vita ed è successo – a suo tempo – anche con la Szabó.
La vostra casa editrice ha vissuto un primo e un secondo tempo? In che modo sono cambiate le carte in tavola dal 2016?
Mio marito ha fondato la casa editrice nel 2003 e io ero la sua assistente. Volevo rimanere in Italia solo un anno o due. Lui pensava a una casa editrice di nicchia; gli sarebbe piaciuto acquisire i diritti per pubblicare tutto Freud e Camus, ma non li ha ottenuti. In un momento di crisi, ho proposto di pubblicare autori ungheresi e dell’Europa centrale. Un giorno a Budapest gli ho illustrato quali avrebbero potuto essere gli autori con i quali iniziare e in un paio di settimane sono riuscita a creare una buona catena di contatti.
A un certo punto lui ha deciso di donarmi la casa editrice e a gennaio del 2016 sono diventata io la responsabile. Ho rivisto tutto: contratti, copertine… partendo da Il Momento e Per Elisa, entrambi della Szabó.
Vi muoverete ancora verso altri Paesi dell’Europa centrale, come agli albori della casa editrice?
Voglio tornare a pubblicare parte del catalogo senza dubbio, tuttavia, ho stilato una lista di autori ungheresi che hanno la precedenza.
Come è entrato Anna Edes nella rosa dei libri pubblicati?
Nella mia mente c’è una biblioteca ideale che ogni lettore italiano dovrebbe avere sui suoi scaffali. Oltre ai libri della Szabó, c’è anche una tematica a me cara: quella della serva. Anna Edes è una domestica (come la protagonista de La Porta della Szabó) e nel mio inconscio potrei averli associati. Magda era giovane quando Dezsó Kosztolányi era già conosciutissimo. Anche nel libro Terra Terra di Marai c’è un capitolo interamente dedicato alla genesi di Anna Edes.
In Ungheria l’autore più importante è lui e senza questo romanzo non ci si diploma. Ho messo insieme questi autori perché non tutti sono conosciuti come Sándor Márai, agli occhi di un italiano. Per quanto riguarda la Szabó, Abigail è il romanzo più amato dagli ungheresi ma all’estero arriva soprattutto La Porta. Lei è stata un’autrice geniale e ha scritto un catalogo di libri meravigliosi. Nel 2017, per il centenario della sua nascita, ho pubblicato tutto il possibile. L’anno prossimo uscirà una raccolta di racconti che è una novità assoluta a livello mondiale. Sul nostro blog avete modi di leggere una versione editata che mi ha sorpresa, perché dopo la pubblicazione sono stata subissata di telefonate e - dato il successo - mi sono sentita obbligata a pubblicare il resto.
Non ci resta che tenerli d’occhio!