Fino al 17 gennaio abbiamo avuto l'opportunità di visitare presso la Real Academia de España a Roma Hic Et Nunc e Ibi Et Nunc, due progetti speciali curati da Imma Prieto con opere di artisti spagnoli (Daniel G. Andújar, Eugenio Ampudia, María Cañas, Mateo Maté, Chus García-Fraile, Jordi Colomer, PSJM, Avelino Sala, Marta de Gonzalo y Publio Pérez, Núria Güell, Jorge García, Pelayo Varela, Maria José Argenzio) e latino americani (Gina Arizpe, Pedro Barrail, Monika Bravo, Iván Candeo, Regina José Galindo, Ximena Labra, Adrián Melis, Jorge Méndez Blake, Tomás Ochoa, Patricio Palomeque, Wilfredo Prieto).
I meravigliosi spazi della Real Academia de España di Roma, come in occasione di altri eventi organizzati nei suoi spazi, hanno accolto tematiche contemporanee, infatti con le parole della curatrice Imma Prieto "questo progetto curatoriale ci permette di comprendere come le posizioni artistiche possano essere una forma simbolica di resistenza ai danni della nostra società". Il progetto si compone di tre parti, Hic Et Nunc, Ibi Et Nunc, Beyond the Tropics, e a Roma abbiamo avuto l'opportunità di vedere le prime due.
Hic Et Nunc è nato a Barcellona nel maggio del 2013, nella cornice del festival di video arte Loop Screen Festival e comprende opere di dodici artisti spagnoli. "Il filo concettuale di questo primo stadio del progetto, propone una riflessione intorno alla situazione di crisi economica, politica e sociale che caratterizzava in particolar modo Stati Uniti ed Europa". In seguito, in collaborazione con l'Agenzia spagnola per lo sviluppo della cooperazione internazionale la mostra è stata allestita in America (Ecuador, Stati Uniti, Messico, Repubblica Domenicana, Paraguay e Guatemala). "In ognuno dei luoghi nei quali abbiamo portato Hic Et Nunc, abbiamo invitato gli artisti locali a collaborare con il progetto sia integrandosi in tempo reale nell’esposizione, sia mantendendo un dialogo vivo, durante e dopo l’evento. Il risultato è stato l'inclusione di dodici nuove proposte che, dal continente latinoamericano, analizzano la situazione socioeconomica europea attraverso i propri lavori".
In altri termini Ibi Et Nunc, arricchito della visione di Alex Brahim, critico e curatore colombiano porta avanti l'iniziale riflessione attraverso la sensibilità di artisti, che partendo da altre coordinate geografiche e storiche, si avvicinano al contesto europeo apportando una lettura che apre nuovi interrogativi e permette di riconoscere nuovi errori.
“Si condivide a livello mondiale un malcontento generalizzato che dà visibilità, sempre con più forza, all’abisso esistente tra politici e cittadini, tra politica, forse malintesa, e vita, che è indiscutibilmente politica. L’obiettivo è comune. Latitudini e meridiani restano fuori. La volontà è quella di condividere e invitare altri ad analizzare dalle loro latitudini e storie la situazione attuale con una nuova luce. Questa situazione è familiare a tutti noi ma solo combinando le esperienze individuali di ognuno l'insieme può diventare manifesto. Così come ci si proponeva con la prima parte del progetto, attraverso questa esposizione, abbiamo voluto, di nuovo, stabilire un legame con il pubblico, invitandolo a partecipare attraverso la scoperta e la discussione dei temi proposti dalle opere. Il progetto legittima la necessità di diversificare i punti di vista per stabilire, mediante il dialogo, quel nesso di comunione imprescindibile per dibattere senza filtri".
Ho iniziato il mio ultimo libro con queste parole: “è indubbia nella società contemporanea la supremazia dell'economia e più genericamente del tecnicismo e del calcolo sulla cultura ed il pensiero così come sulla creatività, fantasia ed immaginazione”. Questo per dire che se cerchiamo una via d'uscita alla crisi della società occidentale contemporanea abbiamo la necessità di ripensare le nostre abitudini, cultura, modelli organizzativi. Non possiamo usare soluzioni basate sugli stessi valori che hanno generato la crisi. Dobbiamo pensare diversamente e per poterlo fare abbiamo bisogno di creatività, fantasia e immaginazione. È per questa ragione che trovo molto importante il contributo di Imma Prieto che ci aiuta a uscire dal sistema nel quale ci siamo chiusi partendo proprio dal ripensare la relazione tra arte ed economia.