"Le fotografie possono raggiungere l'eternità attraverso il momento". Henri Cartier-Bresson
Sabato pomeriggio di agosto, una fresca Mosca che invita a passeggiare per le sue strade curiose e variopinte. E’ estate ma qui la vita non si ferma mai, ci sono tante mostre da visitare e tutte stimolanti. Come stimolante è questa metropoli incredibilmente creativa e vivace, dove ognuno può trovare il suo spazio e il suo momento, sempre. Instancabilmente.
Attraversiamo il lungo ponte sulla Moscova, incrociando spose candidamente vestite che, sulla scalinate della Cattedrale del Cristo Salvatore, sorridono felici agli obiettivi di fotografi saltellanti e vocianti. Le cupole d’oro riflettono la gioia di quel momento indimenticabile e unico. Un cenno di augurio di felicità e ci dirigiamo al Centro di Fotografia dei Fratelli Lumière, il Gotha moscovita della fotografia, nel rinnovato quartiere di Ottobre Rosso. Qui brulicano gli artisti di ogni genere, tante idee nascono in questo luogo, quasi magicamente. In occasione del suo quinto anniversario, il Centro Lumière organizza, fino al 6 settembre, una mostra dedicata alla rivista Soviet Photo, che dal 1926 al 1996, ha delineato le tappe principali della storia russa. Una vera Russia per immagini. Sulle bianche pareti sfilano l'arte del ritratto e il fotogiornalismo, dalle occasioni ufficiali alle perfette geometrie delle ginnaste russe, un’intelligente e accurata selezione degli scatti d'epoca. Siamo di fronte a tante tessere di un puzzle in bianco e nero che mette insieme la vita di un Paese dalla storia complessa e talora un po’ enigmatica. L’anima russa malinconica e orgogliosa permea ogni immagine di grandi fotografi come Aleksandras Macijauskas (uno dei più famosi fotografi lituani, classe 1938), Alexander Abaza (fotografo sovietico degli anni ’60), Alexander Ustinov (fotoreporter durante la II guerra Mondiale), Boris Ignatovich (nato a Lutsk, Ukraine nel 1899, fotografo sovietico e esponente del movimento avanguardista russo) o George Petrusov (di lui il grande Alexander Rodchenko disse: "in fotografia assorbe tutto come una spugna").
Soviet Photo fu il magazine di fotografia più popolare dell’Unione Sovietica, che, nonostante il controllo governativo, all’epoca inevitabile, riuscì ad affermarsi come circolo alquanto flessibile, unico luogo di discussione di fotografia in grado di ospitare i contributi di storici dell'arte, critici, fotografi professionisti e amatoriali. Sule sue pagine spesso si trovavano anche interventi dedicati alle tecniche della fotografia o a dettagli del processo creativo delle immagini. Fra tali teorici ricordiamo Ilya Ehrenburg, Viktor Shklovsky, Lev Anninsky, Sergey Morozov, L. Volkov-Lannit, Anry Vartanov, Valery Stigneev.
La mostra oscilla fra le sezioni della fotografia amatoriale e quella del fotoreportage, fino a farle convergere. Vi sono l’orfanello che fa il bagno in una misera e scarna stanzetta, scene rurali o la ballerina del Teatro Bolshoi con le scarpette in mano, pietre miliari simbolo di un così grande Paese. Evoluzione della tecnica, storia e pelli che cambiano, da uno Stalin che, nel 1927, prevale su Trotzkij, all’inizio del comunismo, quello vero, con un sorridente Fidel Castro che pranza in un kholkoz in Giorgia insieme a Nikita Khrushchev, nel 1963. All’epoca, il trentottenne Castro visitò l’Unione Sovietica e, primo leader di Stato (oltre che primo straniero a ricevere il titolo di Eroe dell`Unione Sovietica), viaggiò per tutto il paese, per ben 40 giorni. Un’avventura curiosa che attraversò lo sterminato Paese.
Nella parte dedicata al reportage, vi sono molte immagini d’archivio dello stesso Centro Lumiere a ricordare il settantesimo anniversario della fine della II Guerra Mondiale (e della sua vittoria, la Pobeda), che, in Russia, quest’anno ha grande spazio. Alexander Ustinov fotografò la linea del fronte e alcuni volontari che lavoravano a Mosca durante i primi anni della guerra. Si sposto con le truppe sovietiche e riprese alcuni momenti topici della Guerra, oltre che l’incontro delle truppe americane e sovietiche sul fiume Elba, il 25 Aprile 1945.
Durante tale tragico periodo, gli stili dei vari fotografi iniziarono a convergere: lo Stato emanò protocolli specifici per ogni fase del conflitto, precisando cosa dettagliare o meno. La fotografia divenne uno potente strumento di politica estera e interna. Durante i primi anni, i giornali pubblicarono immagini che istigavano odio verso il nemico. Nulla di strano.
Dopo la guerra, il corrispondente di guerra Georgiy Lipskerov, poi giornalista alla TASS, disse che “una buona fotografia è come una buona pallottola”. Verissimo.
L’immagine che apre la mostra, e che si trova anche sul suo manifesto, è quella della macchina fotografica sovietica Start, scattata, nel 1959, da Vladimir Stepanov. Le fotografie che descrivevano i dettagli della produzione dell’apparecchio fotografico furono pubblicate in un articolo che ne descriveva gli ultimi sviluppi tecnologici. Era la tecnologia nazionale. Vi sono poi scatti di Dmitry Baltermansh, uno dei pochi fotografici sovietici che espose a Londra e New York negli anni ’60, un esperto di collage fotografici realistici; e alcune immagine più romantiche di quel periodo, come quelle di Nina Sviridova, Hello, love!, del cane sotto la neve di Vladimir Bogdanov o de l’inverno di Yuri Lunkov. Belle anche le immagini dietro le quinte del famoso Bolshoi di Vladimir Vytkin, membro della giuria del premio internazionale World Press Photo e vincitore dello stesso per ben sei volte.
Alcuni editoriali e articoli introducono il fenomeno della fotografia amatoriale sovietica del Photo club del Palazzo della Cultura Vyborg di Leningrado, del club fotografico Novator di Mosca e della sua evoluzione nelle Repubbliche sovietiche (Kazan, Chelyabinsk, Lithuania).
La mostra è un passaggio obbligato per ogni cultore della fotografia; merita anche la sosta finale all’intimo ed elegante caffè del Centro, dove una squisita e dolce torta al limone accompagnerà la lettura di uno dei tanti libri esposti negli scaffali. Per curiosi gourmand.
Il bookshop fornitissimo aiuterà poi il visitatore a orientarsi nel mondo della fotografia. Da non perdere, allora. Buona visita e buona lettura.
"Soviet Photo" è al Centro di Fotografia dei Fratelli Lumière di Mosca (http://lumiere.ru/exhibitions/id-170/), dal 14 Maggio al 6 settembre 2015; la mostra è curata da Yana Iskakova e Ekaterina Zueva. Ringrazio Ekaterina per il materiale fotografico fornito.