Già Platone nel Timeo aveva legittimato la vista come il migliore mezzo di conoscenza e questa è stata la posizione della cultura occidentale fino ad oggi. Dopo tutto è vero che un’immagine sintetizza un insieme di informazioni e così, grazie alla sua immediatezza e sintesi, la vista ha “cannibalizzato” gli altri sensi. La nostra cultura ci ha abituato a specializzarci in uno specifico campo facendoci perdere la possibilità di avere una visione più realistica e completa del mondo.
La multiculturalità contemporanea ci invita a comportamenti più aperti e maggiormente inclusivi che in ambito artistico si traduce in una dimensione “sinestetica”. È questo il caso del noto sound e installation artist svizzero Zimoun che padroneggia in molto bene i linguaggi dell’architettura, della scienza, delle arti visive e del suono e il fatto che si tratti di un artista autodidatta aumenta il fascino delle sue opere e della sua pratica artistica. Le sue architetture sonore sono molto avvincenti in quanto sembra di passeggiare in un formicaio, in un alveare, in una fabbrica. Crea sistemi di movimento fortemente razionali nei quali il Modernismo incontra il minimalismo. Li realizza con materiali semplici come scatole di cartone o buste di plastica e unità meccaniche motorizzate come dc-motors, fili di ferro, microfoni, ecc., producendo suoni ripetitivi e standardizzati che richiamano il caos delle nostre attività nella società contemporanea occidentale. Lo scorso febbraio Zimoun ha inaugurato [KE]³ una serie di 3 mostre personali a New York (al Simons Center for Geometry and Physics, al Knockdown Center NYC e alla bitforms gallery NYC) partendo da “KE”, la formula che in fisica indica l’energia cinetica. Presso il Knockdown Center è stato allestito il più grande progetto site-specific di Zimoun negli Stati Uniti: un ambiente immersivo di 250 listelli di legno motorizzate e corde in uno spazio di 1.500 m² di superficie e 12 m di altezza. Ho avuto l’opportunità di incontrare Zimoun in questa occasione e di parlare con lui dei suoi progetti e della sua pratica artistica.
[KE]³ è il titolo della tua ultima mostra che in realtà è una serie di tre mostre personali delle quali una ospita il tuo più grande progetto realizzato finora negli Stati Uniti. Puoi raccontarmi qualcosa in più di questo progetto?
La mostra al Knockdown Center di New York presenta una nuova installazione commissionata per l’occasione e composta da 250 listelli di legno motorizzati e corde. Ho utilizzato la parte interna dell'enorme spazio industriale per installare un gran numero di listelli industriali di legno; una "foresta" astratta di linee verticali, dove il legno è il materiale comune che collega l'architettura complessiva dello spazio con l'installazione. Ogni listello pende dal soffitto sostenuto solo da una corda sottile. Questi elementi sono poi sincronizzati con un sistema meccanico di motori elettrici che solleva individualmente ogni listello di circa 25 centimetri da terra per poi lasciarlo cadere di nuovo a terra a intervalli casuali. Attraverso questo sistema, tutti i listelli sono in movimento e generano complessi motivi visivi e acustici, ritmi e strutture. Poiché le corde sono leggermente più lunghe della distanza necessaria, ciascun listello cambia di poco la sua posizione dopo ogni attività e le linee visuali non rimangono totalmente verticali come conseguenza alle tendenze fisiche della caduta. I visitatori possono camminare intorno all'installazione ma anche dentro. In questo modo, sono circondati dall'orchestra indeterminata dei suoni prodotti da centinaia di listelli di legno che cadono a terra. I ritmi si sviluppano e bloccano in base alla posizione di ogni singolo visitatore creando diversi motivi e ritmi polimetrici. Il titolo dell'opera è «250 dc-motors, 325kg roof laths, 1.8km rope» («250 dc-motors, 325 Kg di listelli di legno, 1,8 chilometri di corda»).
Tutte le tue installazioni sono molto coinvolgenti trasformando l'architettura silenziosa degli spazi in spazi attivi che ci permettono di riflettere sulla nostra vita contemporanea, i nostri rapporti con le macchine e la tecnologia, il nostro rapporto con i ricordi, il passato e la semplicità perduta. C’è un’idea particolare di società legata alla tua pratica artistica e qual è l'obiettivo con il quale attivi gli spazi della mostra?
Come creatore di opere non ho una particolare idea di società che cerco di comunicare al pubblico. Il mio lavoro è da una parte molto concreto - quello che vedi è quello che c’è: semplici sistemi meccanici combinati con materie prime. Dall'altra parte, le mie creazioni richiamano una dimensione astratta. Il lavoro è molto essenziale e basilare, anche i titoli sono sempre solo brevi descrizioni dei materiali utilizzati. Collego le opere con varie cose tra le quali me stesso in molte direzioni diverse. Cerco di creare opere che siano in grado di attivarmi, che mi facciano pensare varie cose e creare connessioni e associazioni. In questo senso spero di essere in grado di fornire questa libertà anche al pubblico.
Se non mi sbaglio hai iniziato la tua carriera come musicista. Quando hai cambiato (se hai cambiato) il tuo rapporto con l'arte in generale creando opere d'arte visive e sonore? Come è nata e si è sviluppata negli anni la tua passione per le arti visive? Hai ancora tempo per comporre musica?
Fin da bambino ho esplorato il suono componendo musica, suonando strumenti musicali, creando composizioni così come ho esplorato le arti visive realizzando quadri e fumetti, scattando fotografie sperimentando con vecchie macchine Xerox e così via. Da quello che mi ricordo, sono sempre stato affascinato e incuriosito dalla possibilità di essere attivo nel campo del suono, della musica e delle creazioni visive. In questo senso non c’è stato prima un’interesse per la musica o il suono e dopo un ulteriore interesse maturato per le attività visive. Entrambi in un qualche modo sono sempre qui, ma possiamo dire che ho fatto attività visiva accanto alla musica come se fossero in qualche modo due cose separate. Più tardi questi interessi per le arti visive, il suono e la composizione sono stati fusi insieme nel mio lavoro attuale - che comprende tutti questi elementi nella stessa opera. Anche se oggi sto giocando molto meno di prima con gli strumenti musicali tradizionali, sento ancora di fare musica e composizioni - accanto ad elementi e interessi visivi e architettonici.
Scienza e tecnologia hanno un ruolo importante nella tua pratica artistica. Il rapporto tra arte e scienza è molto antico e ha raggiunto un importante successo in età rinascimentale. Qual è il rapporto tra te e questi campi e tra le tue opere e questi ambiti? Pensi che il dialogo tra arte e scienza sia sempre attuale? Quali sono i principali elementi?
Probabilmente da sempre arti, filosofie e scienze si sono ispirate e influenzate a vicenda e hanno preso parte nell’evoluzione e nella cultura umana. Tutti questi ambiti stanno in qualche modo esplorando la situazione in cui ci troviamo e si stanno interrogando a questo proposito. C’è quindi un punto nel quale tutti questi campi con i relativi interrogativi sono sempre molto vicini l'uno all'altro - o possono anche coincidere l’uno con l’altro. In questo senso credo che ci saranno sempre connessioni tra forme contemporanee di filosofia, scienza e arte. Spesso le cose si mescolano comunque molto velocemente; per esempio mi sto interrogando sulla percezione. Come, perché e quando percepiamo le cose? Potrebbe esistere la stabilità? Potrebbe esserci una oggettività che noi possiamo raggiungere? Generiamo tutto quello che noi percepiamo e come funzionano i nostri recettori? Queste domande immediatamente si collegano con temi e idee filosofiche, così come con le neuroscienze. Penso che non appena cominciamo a interrogarci sulle cose ci colleghiamo subito ad altri campi. Se l’arte esistesse in un contesto di totale isolamento senza nessun collegamento se non con l’arte stessa, credo che non avrebbe alcun senso.
Quando vedo le tue opere penso che non ci sia quella separazione tra razionalità e creatività come molti pensano dando origine a una visione limitata e limitante del mondo. Qual è la chiave con la quale poni queste sfere in un dialogo produttivo ?
Non credo che ci debba essere necessariamente un confine netto tra razionalità e creatività. Ma questi confini sono utili per creare stabilità. E poi stabilità significa in qualche modo limite. Così da un lato la stabilità permette alle società e ai sistemi di funzionare come sono oggi. L’instabilità in genere non è benvenuta. Dall’altro lato questa stabilità è essenzialmente costruita. Costruiamo la nostra stabilità per poterci muovere e orientare. Fino a un certo punto questo potrebbe anche avere un senso. Ma in un punto ci potrebbe anche bloccare e limitare la gamma di cose che pensiamo potrebbero essere possibili, le immaginazioni, le visioni. Se stai mettendo in discussione questo confine tra razionalità e creatività dopo aver visto la mia arte, allora questo è un grande complimento. Ma rispecchia anche il fatto che hai fatto il collegamento. Da sempre cerco di trovare equilibri tra le varie cose, come l'ordine e il caos, l'artificiale e il naturale, l’opportunità e la struttura, la precisione e l'imperfezione, ... di aprire spazi per pensieri, riflessioni e connessioni.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Domani partiremo per Bordeaux in Francia per allestire una grande mostra personale in una vecchia base sottomarina. Un edificio davvero impressionante. Le pareti hanno uno spessore di circa 8-10 m ( ! ). Si tratta di un’architettura enorme, massiccia. I tedeschi la costruirono durante la seconda guerra mondiale ma non è mai stata finita. Oggi una sua piccola parte (di circa 2000 mq) è utilizzata come museo d’arte. L'inaugurazione è prevista per il 7 aprile. In seguito inaugurerò una mostra al Klangraum Krems in Austria. L’inaugurazione è il 27 maggio. La mostra presenterà un nuovo lavoro commissionato ad hoc in un’antica e bella chiesa. Da metà giugno ci sarà una mostra a Tokyo presso il 21_21 Design Museum Sight costruito dall'architetto Tadao Ando. Tre mostre, ognuna allestita in un’architettura davvero unica.
Per maggiori informazioni:
http://zimoun.net
vimeo.com/7235817
Zimoun : Compilation Video 3.4 from ZIMOUN on Vimeo.