Sebbene la maggior parte delle persone consideri i farmaci alla stregua di cibi magici, in virtù della loro capacità di guarire le malattie, poche sostanze sono capaci di suscitare un fascino comparabile a quello esercitato dagli antibiotici. Sarà perché sono forse gli unici farmaci, tra i tanti che affollano la farmacopea umana, ad essere in grado di sconfiggere definitivamente alcune malattie, rimuovendone del tutto gli agenti causali e restituendo così al paziente il suo stato di salute.

Gli antibiotici rappresentano infatti una delle scoperte più importanti della farmacologia del ventesimo secolo, quella a cui si deve attribuire un buon 90% dell’allungamento della vita media che si è verificato negli ultimi cinquant’anni. Gli antibiotici sono però anche i farmaci che con maggior frequenza vengono assunti erroneamente, spesso per auto-prescrizione, nella convinzione che possano guarire qualsiasi tipo di infezione (raffreddori e influenze comprese), indipendentemente dalla loro origine (batterica o virale). Questo, nel corso degli ultimi anni, ha dato origine a una serie di complicanze sfavorevoli di cui la maggior parte delle persone non si è ancora resa conto, e che rischiano di offuscare la fama e l’utilità di queste sostanze medicamentose.

Quando si parla di effetti collaterali, infatti, la maggior parte delle persone pensa che questi si riferiscano esclusivamente alla selezione di popolazioni di germi resistenti alla loro azione, un problema che è andato aggravandosi anno dopo anno in corrispondenza con l’aumentato consumo di antibiotici. Ma non è tutto qui, da qualche anno si è dimostrato infatti che un eccessivo uso di antibiotici nei primi tre anni di vita del bambino (una pratica divenuta ormai una routine, se si considera che in media due bambini italiani su tre ricevono almeno un ciclo di antibiotici l’anno) è in grado di causare complicanze ben più gravi: lo sviluppo di malattie autoimmuni e di malattie metaboliche.

Vi siete mai chiesti come mai oggi esistano tanti più bambini affetti da allergie, asma, diabete e obesità rispetto anche a soli vent’anni or sono? Anche se le risposte più facili e intuitive a questa domanda sono il maggiore inquinamento dell’aria e il maggior consumo di cibi ipercalorici, la verità non è tutta qui. Certo l’aria inquinata e i cibi ipercalorici costituiscono due agenti scatenanti ottimali per questo tipo di malattie, ma sappiamo tutti che per causare un danno sufficiente ad alterare la fisiopatologia del corpo umano non basta un agente causale, ma è necessario che questo agisca su un terreno in grado di favorirne l’attecchimento e di massimizzarne l’effetto patogeno. E questo è proprio ciò che fanno gli antibiotici con riferimento al sistema immunitario e al metabolismo intermedio.

Come? È molto semplice: distruggendo i batteri sbagliati, quelli cioè che vivono in simbiosi con il nostro organismo e che, particolarmente nei primi tre anni della vita, sono responsabili della maturazione del sistema immunitario e del sistema di gestione dell’energia. Questi effetti sono stati scoperti per caso sui topi, nei quali si è visto che gli antibiotici, distruggendo a caso la flora batterica, sono in grado di sovvertire completamente la maturazione del microbioma (il secondo genoma umano) che, guarda caso, è proprio quella parte del genoma che deriva dai batteri ed è deputato alla gestione dell’immunità e del metabolismo. Sono stati poi confermati anche nell’uomo grazie a una serie di studi epidemiologici, condotti in seguito su popolazioni di bambini affetti da allergie respiratorie, obesità e diabete.

Che sia davvero soltanto un caso che molti di questi bambini abbiano subito numerosi cicli di antibiotici nei primi anni di vita è sicuramente possibile, ma dato che in medicina le vere casualità sono rare, il sospetto che ciò sia vero è sempre più radicato all’interno della comunità scientifica. E anche se questi dati non sono ancora stati divulgati, hanno dato origine a una serie di eventi a cascata tutt’altro che casuali.

Due esempi per tutti, riferiti all’ultimo trimestre 2014, sono la nascita del Progetto Microbioma Italiano [1] che rappresenta il primo progetto italiano di iniziativa popolare avente come obiettivo la definizione di un atlante della flora batterica della popolazione allo scopo di prevenire alcune tra le più diffuse malattie del progresso. E la diffusione in televisione di una campagna pubblicitaria mirata a limitare il consumo di antibiotici, realizzata e diffusa dal Ministero della Salute.

I più curiosi tra voi se ne saranno accorti, e si saranno anche chiesti il perché, ecco dunque la risposta: sebbene gli antibiotici abbiano contribuito in passato a salvare milioni di vite umane, il loro abuso rischia di rovinarne altrettante negli anni a venire, quindi un po’ di cautela si impone perché, come dico sempre ai miei studenti: la conoscenza non può uccidere, l’ignoranza sì…

[1] http://progettomicrobiomaitaliano.org/