Ho incontrato molte persone che mi hanno detto di non riuscire a dimagrire perché per loro “fare una dieta è troppo difficile”. Alla mia richiesta di come possano esserne così sicuri più o meno ricevo sempre le stesse risposte: “ci ho provato, ma è più forte di me” “dimagrisco e poi ingrasso di nuovo”, oppure “le diete non fanno per me, voglio godermi la vita”. È in questi momenti che divento piuttosto cinico, così controbatto dicendo “beh, si vede che ti piace essere sovrappeso!”.

No, non è un modo sadico di infierire sul mio interlocutore, sia chiaro, piuttosto è un tentativo, disturbante sì, che faccio apposta per scuotere chi cerca una motivazione più accettabile per giustificare il proprio insuccesso. Con quell’affermazione infatti cerco di arrivare al reale punto della situazione perché, a meno che non si tratti di una disfunzione o un reale problema di salute, essere sovrappeso è una scelta, magari non del tutto consapevole, nonostante le scuse che proviamo a raccontare agli altri e a noi stessi. Sono cattivo? Forse, ma se segui il mio ragionamento mi spiego meglio e provo a guidarti secondo quelle che, a mio parere, sono le reali motivazioni che ti spingono a mantenere il tuo peso e, a volte, a peggiorarlo.

Mangiare è ormai più un’abitudine che un bisogno primario. Con l’avvento dell’era moderna, ovvero da quando è possibile reperire generi alimentari senza dover andare a cacciare selvaggina, pesce e coltivare la terra, il cibo è diventato non solo un modo per nutrirsi ma anche (in certi casi soprattutto) un piacere ed un modo per stare insieme. Cibi grassi, semilavorati, dolci e salati, merendine, snack, bevande super caloriche hanno peggiorato ancora di più le cose e hanno fatto sì che il bisogno primario di soddisfare la fame sia divenuto solo una scusa, un trigger per la ricerca di qualcos’altro (magari compensazione di altre patologie anche gravi) a discapito della salute.

Così, oggigiorno, cosa e quanto mangiare è divenuto appunto una scelta.

Ci capita di mangiare spesso e volentieri senza nemmeno particolare appetito ma solo per “trascorrere del tempo”. Così facciamo gli aperitivi, le seconde colazioni a metà mattina o degli spuntini. Ciò che ci porta ad ingrassare è soprattutto la qualità oltre che la quantità di quello che ingeriamo ma in particolar modo è quello che pensiamo, come ci vediamo, come vediamo la vita. Con l’avvento dei supermarket, ristoranti e fast food l’essere umano ha iniziato a portare a casa e a mangiare non più solo ciò di cui ha bisogno ma ciò che più gli piace o, peggio, ciò che va di moda. Il delivery poi ha dato la botta finale e ci facciamo recapitare ogni cosa ogni volta che abbiamo una “voglia particolare”.

Ecco cosa intendo quando dico che mangiare è un’abitudine, un mindset, un modo di vivere. scegliamo quando ordiniamo al ristorante, scegliamo quello che ci piace, quando siamo a casa, quando cuciniamo e dunque scegliamo quello che vogliamo e nelle quantità che desideriamo, ergo scegliamo consciamente di seguire la nostra dieta e il nostro regime alimentare.

Ribadisco il concetto se non fosse chiaro: se non dimagriamo è perché abbiamo scelto di non dimagrire. Ovvio, non sto affermando che dobbiamo fare la fame, né che dobbiamo, autonomamente, decidere di mangiare meno e diventare asceti rischiando di creare un danno ancora maggiore. Se dobbiamo e vogliamo seguire un regime alimentare, deve essere controllato!

E così si ritorna al punto iniziale con una frase che spero ti possa rendere meglio l’idea: siamo noi che scegliamo di non fare una dieta, perché il sacrificio che dobbiamo sopportare è superiore al piacere del risultato che vorremmo ottenere. Non dimagriamo perché il sacrificio che dobbiamo sopportare è superiore al beneficio che vorremmo ottenere, in poche parole per noi non vale la pena sopportare il peso del regime alimentare per tornare e rimanere in forma. Punto.

A peggiorare le cose è il fatto che in molti non si rendono conto che un regime alimentare non è episodico, non è un periodo circoscritto di sacrifici me è per sempre, sì hai letto bene: per sempre. Per sempre come il diamante (questa è una citazione che forse non tutti ricorderanno). Battute a parte, sto affermando che è totalmente inutile dimagrire per poi ingrassare di nuovo, anzi è peggio, perché è un meccanismo, una cattiva abitudine molto diffusa che innesca addirittura un danno maggiore e che crea uno scompenso perché conferma al tuo inconscio che non sei capace di seguire un regime alimentare.

La dieta dimagrante, la disciplina alimentare, il controllo di quello che si mangia e di quanto si mangia, è l’inizio di un percorso anche psicologico, è un mindset, è una convinzione. Lo sforzo iniziale sicuramente è maggiore perché bisogna instaurare un nuovo modo di approcciare al cibo, più controllato, più consapevole. I primi giorni sono sempre i più duri perché, a seconda del livello di dipendenza che si è sviluppato nei confronti di alcuni cibi, le rinunce sono più difficili. Col tempo man mano ci si abitua, ma ci deve essere una motivazione forte che, appunto, come detto prima, supera di gran lunga lo sforzo che si deve fare.

Come l’aeroplano che, in fase di decollo consuma più carburante perché deve superare la forza di gravità che lo tiene incollato al terreno, noi dobbiamo sforzarci di più per superare il vero e proprio bisogno, la sensazione di non farcela, per poter resistere e seguire il regime. Una volta sollevatici dal terreno, una volta instaurata quell’abitudine, l’organismo si abitua e soprattutto il nostro cervello si tara su quel nuovo modo di mangiare e si può iniziare a planare senza troppi sforzi fino alla discesa.

Dicevo prima del mindset perché, il nostro atteggiamento rispetto alla dieta è molto importante per far fronte ai momenti di crisi che sicuramente avremo durante il percorso. Ci sono tantissime (troppe) opportunità per fare quello “sgarro” che ci riporterebbe indietro: aperitivi, banconi del bar, attacchi di fame, gelatino, dai assaggia un pezzo di questo che è buonissimo, il trancio di pizza quando hai il languorino etc. Personalmente, quando decisi di iniziare il mio percorso, il mio approccio fu piuttosto drastico ma molto semplice allo stesso tempo: iniziai a pensare di comportarmi, da subito, per scelta di vita, come se già fossi magro, come alcune persone che conoscevo (e di cui “invidiavo” la forma fisica).

Lo feci da un giorno all’altro senza aspettare lunedì, 1° settembre o 1° gennaio. Decisi di iniziare di punto in bianco di chiamare una dietologa e, ricevuta la dieta, anche a pensare e comportarmi come quelli che sono magri, perché io non solo volevo dimagrire, ma volevo diventare una persona considerata magra, volevo essere e rimanere una persona magra che vive e mangia così.

E dunque, ecco la domanda fatidica finale: ti piace davvero essere magro o magra oppure è solo un’idea, un sogno chiuso in un cassetto che ti racconti e che hai paura di aprire per scoprire che non ne sei capace? Tu, davvero sei disposto a cambiare modo di vivere e di pensare o preferisci continuare a mangiare senza pensarci, perché tanto si vive una volta sola e i piaceri della vita sono anche questi? Sei disposto o disposta a farlo oppure trovi una nuova scusa?