Tutto cominciò con un idillio, nel 1938. L’idillio fra Lucerna e la musica. L’idillio fra Lucerna e la libertà. Nel giardino di una villa affacciata sul lago dei Quattro Cantoni, la villa di Tribschen con i fiori sui davanzali dove Richard Wagner aveva vissuto dal 1866 al 1872, Arturo Toscanini, sullo sfumare degli anni Trenta, diresse l’ e poi fondò il Festival. Un’esecuzione memorabile. Perché il direttore era un musicista leggendario, perché il direttore amava la libertà e volle suonare l’opera di un compositore tedesco, in una terra di lingua tedesca, lontano dall’oscurità di quell’epoca.
E questa terra luminosa fu Lucerna, basti il nome, l’incantevole Lucerna, che Jean Nouvel, progettista dell’auditorium che dal 1998 ospita la rassegna a Pasqua, d’estate e in autunno (Lucerne Festival at Easter; Lucerne Festival in summer e Lucerne Festival at the Piano), ha incorniciato fra la terrazza e il tetto dell’edificio, grazie a mirabilie architettoniche .
Come fosse un quadro, come fosse un sogno, come fosse un incantesimo. Il quadro delle facciate e dei campanili che si specchiano nel fiume Reuss e nel lago, degli antichi ponti di legno. Non mancano i cigni, scostanti ma fiabeschi. Il sogno di passeggiare in una città che sembra essere stata ideata per ospitare un festival di musica tanto questa riecheggia mentre si passeggia nella luce, anche se l’ultima nota è ormai silenzio. L’incantesimo della bacchetta di Claudio Abbado che, dal 2003, inaugura l’edizione estiva con la Lucerne Festival Orchestra. Alla fine dei suoi concerti capita di piangere per la commozione e di applaudire ancora e ancora, quando i musicisti sono andati via, quando i riflettori sono spenti e le porte aperte. Di applaudire fino a che il maestro riappare, da solo, per un salutino affettuoso. Un cenno della mano destra che è diventato irrinunciabile per il pubblico, quasi come il gesto della mano sinistra durante l’esecuzione.
E all’uscita ci si serve di una manciata di caramelle offerte nel foyer. Forse la Fondazione le ha messe lì per smorzare i colpi di tosse, ma sono le caramelle della gioia e del ricordo. Tanto che a prenderne più d’una non ci si sente smodati, ma un po’ bambini e un po’ proustiani.
La prossima edizione del Lucerne Festival in summer, intitolata Faith, si terrà dall’8 agosto al 15 settembre: inaugura il maestro italiano con Egmont di Beethoven e il Requiem di Mozart (www.lucernefestival.ch)
L’idillio prosegue.