Uso lo smartphone come walkman tenendo un paio di auricolari alle orecchie. Giro così in questo pomeriggio per la mia cittadina - "mia" naturalmente nell'assoluto rispetto dell'attuale amministrazione comunale e dei vari rappresentanti di altri enti compresi quelli provinciali, regionali e probabilmente anche nazionali nonché internazionali: oggidì bisogna stare accorti a usare con disinvoltura gli aggettivi che indicano possesso, qualche lettore potrebbe travisare, qualche lettore potrebbe interpretare male e far diventare un aggettivo possessivo una questione politica in senso stretto.
Comunque, come cercavo di dire, quest'oggi giro per Tortona con lo smartphone usato a mo' di walkman. Sto ascoltando una playlist da me accuratamente predisposta.
Mentre attraverso la via Emilia (la strada maestra della città) in direzione del Santuario della Madonna della Guardia ascolto un brano dal titolo "Cercami" di Adriano Celentano. È una cover della canzone "Cercami" di Enzo Gragnaniello - e mi scuso per le ridondanze delle ripetizioni: noto peraltro che le cover dei brani musicali a differenza dei remake dei film al cinematografo non spostano mai una virgola di ciò che concerne titoli e parole come se per i musicisti le note fossero tranquillamente modificabili mentre all'alfabeto toccasse un'aura di inviolabile sacralità. O forse, in fin dei conti, a un musicista delle parole non importa nulla, una vale l'altra: mentre a un cinematografaro, pur comportandosi in modo diametralmente opposto a paragone di un musicista, non importa nulla di nulla... musiche, battute, trame, titoli... Passa su tutto come un tifone.
"Cercami" di Enzo Gragnaniello ha un arrangiamento più sui generis; "Cercami" di Celentano mi è sempre parsa più commerciale. Ascoltavo questo brano a sedici, diciassette anni essendo andato a comprare di corsa il CD dove è incluso "Cercami" dopo aver assistito in Tv all'emozionante lancio promozionale : un'enorme tenda bianca, e dietro la tenda la pura ombra del Molleggiato a cantare un pezzo rock-funky con un assolo di chitarra elettrica finale da togliere il fiato. Ascoltando "Cercami" che ha sonorità d'impronta chiaramente spagnoleggiante ho sempre pensato a un brano commerciale poiché venivo io dall'ascolto pressoché quotidiano dei grandi chitarristi del flamenco-fusion spagnolo. Adesso, però, sono ritornato su questo giudizio ritenendo invece che questa canzone sia semplicemente bella in modo quasi imbarazzante - come peraltro lo sono tutte le belle canzoni di Celentano.
All'altezza dell'edicola votiva raffigurante una madonnina in Corso Don Orione al termine di "Cercami" di Adriano Celentano parte "Cercami" di Ornella Vanoni che dura fino a quando svolto in Strada Viola. L'aria è frizzante a causa del tempo uggioso e mi alzo il bavero del cappotto. Attraverso un tratto di Strada Viola e svolto in Via Guala fermandomi da una ringhiera dalla quale è impossibile non ammirare per qualche momento la statua della Madonna della Guardia. Frattanto, terminato il brano cantato da Ornella Vanoni segue "Cercami" di Renato Zero. Lascio che la musica si confonda ai miei pensieri (sempre che "miei pensieri" vada inteso in subordine rispetto ai pensieri dei grandi pensatori capaci loro sì di esprimere cogitazioni profonde lasciando agli altri, al limite, il pensiero di un pensiero già pensato, detto, scritto, venduto, studiato e istituzionalizzato) mentre i ricordi in quel punto di città mi avvolgono come sempre accade.
Termina "Cercami" di Renato Zero e segue ad essa "Cercami" di Mimmo Locasciulli. Non si tratta di una cover: è un brano diverso, con un bel testo, dal titolo omonimo. Mi accompagna fino a quando non arrivo alla cappelletta di un'altra madonnina all'angolo di Via Guala, Via Emilio Bassi e Via XX settembre dove mi siedo per un momento ascoltando le cover di "Cercami" di Renato Zero cantate da Mina e poi da Fiorella Mannoia. Quindi, mi rialzo mentre parte "Cercami" dei Pooh.
Tutte queste belle canzoni è come se mi avessero sciacquato la mente e sono pronto per rientrare a casa, anche perché sotto il cappotto indosso solo una camicia e comincio a sentire freddo. Mentre torno a casa attraversando Piazza Felice Cavallotti e ripercorrendo in senso contrario Via Emilia è la volta dello struggente sassofono di Fausto Papetti nella sua personale versione di una sua "Cercami". Sosto davanti a un paio di negozi chiusi per cessata attività le cui vetrine ostendono incerate nere d'aspetto funebre e decido di saltare "Cercami cercami" di Enrico Ruggeri preferendo invece una terza cover di "Cercami" di Renato Zero interpretata da Sal da Vinci.
Arrivo al portone d'ingresso, infilo la chiave, giro ed entro nell'androne del mio palazzo ("mio" in senso puramente metaforico) sotto le lenti delle telecamere nascoste installate per motivi di sicurezza. Mi tolgo gli auricolari e me li ficco in tasca.
Cercami.
Chissà perché ho fatta questa playlist piena di canzoni che si intitolano "Cercami"...
Anche se il perché mi sembra chiaro. Avevo voglia di ascoltare un po' di bella musica.
No?