Pierre-Auguste Renoir, nato a Limoges nel 1841, dimostra, fin dall'infanzia, di essere dotato nel disegno e nel canto: la famiglia è di modeste condizioni, la madre è una sarta e il padre lavora nei tessuti e hanno tre figli. Quando al ragazzo viene proposto di far parte della prestigiosa Scuola di Canto dell'Opera di Parigi, dove nel frattempo si è trasferita la famiglia, viene preferito inserirlo nel mondo del lavoro, più redditizio.

All'età di 13 anni Auguste diventa decoratore di porcellane nella bottega Levy, ove inizia a dipingere fiori su tazze, bottiglie, vasi e oggetti vari. In seguito, notata la sua bravura, tanto che viene scherzosamente chiamato "il piccolo Rembrant", gli vengono commissionati i più impegnativi ritratti di Maria Antonietta.

Auguste, nel tempo libero, frequenta ammirato il Louvre, affascinato dalla ritrattistica, in cui man mano si perfeziona, anche dipingendo i familiari e gli amici. Ben presto si iscrive a una scuola privata di Beaux Arts, dove inizia a conoscere la prospettiva, l'uso dei colori e si esercita nel disegno della figura dal vero. Nel 1858 Levy è costretto a chiudere la bottega, perchè ormai il lavoro manuale è sostituito dalla stampa meccanica.

Renoir accetta di lavorare con il fratello, che dipinge ventagli, stoffe e decora soffitti. Nel 1862 viene ammesso all'Ecole des Beaux Arts, che frequenta per tre anni, sostenendo tutti gli esami, ma non emergendo in modo particolare, perchè la scuola accademica non lo entusiasma, preferendo dedicarsi alle lezioni serali del pittore Gleyre, che accoglie nel suo atèlier un gruppo di trenta aspiranti artisti.

Ha già molte conoscenze nel campo artistico, è amico di Monet, Bazille e di Sisley, a cui si aggiungono ben presto Degas e Manet. Tutti questi artisti condividono il suo desiderio di esporre al famoso Salon, che può procurare successo e l'opportunità di vendere le opere. Naturalmente non sempre il Salon ammette alle esposizioni i giovani emergenti e, in ogni caso, espone le loro opere molto in alto, in posizioni meno visibili. Renoir ha già dimostrato di avere disposizione per il ritratto, per cui sono proprio i ritratti le prime opere che gli vengono accettate.

Da tempo questo genere gli ha permesso condizioni di vita migliori, perchè, ben presto, la buona borghesia gli commissiona ritratti. Il suo primo atèlier è in condivisione con Bazille e Sisley, molto povero e freddo ed è proprio il ritratto dell'imponente padre di Sisley, figura aristocratica e di bell'aspetto, che viene accettato ed esposto al Salon. Intanto i committenti parigini continuano a commissionargli ritratti, per cui può finalmente trasferirsi in uno studio più confortevole a Montmartre, che terrà per dieci anni.

La sua pittura è ancora di tipo accademico perchè ammira Fragonard, Boucher, David, Delacroix e Ingres e cerca di fare della buona pittura tradizionale e classica. Sarà l'amicizia con il gruppo degli artisti che diverranno gli Impressionisti che lo spingerà ad adottare una pittura più moderna, più chiara, dipinta en plein air. Lui non si sente un ribelle, nè un rivoluzionario, tuttavia l'amicizia lo spinge verso un dipingere antiaccademico, che lui adotta in modo molto personale, pur cercando di rispettare le novità che propone.

Gli Impressionisti sono conosciuti per cercare di dipingere l'attimo fuggente, il momento in cui l'atmosfera cambia di colore per la proiezione della luce solare. I colori si trasformano costantemente, per cui la pittura deve diventare molto veloce, per poter seguire le modificazioni del tempo.

Renoir dipinge utilizzando i colori scuri, specialmente per gli sfondi delle sue opere: andando a dipingere nella foresta di Fontainbleu coi suoi amici, inizia ad utilizzare colori più chiari. Sono momenti di pittura, di amicizia e anche di riposo e divertimento. Le opere che ha dipinto in questo periodo sono fedeli alle regole impressioniste come "La Grenoullière", del 1868, dipinta a Fontainbleu, dove si è recato insieme a Monet per dipingere en plein air.

L'opera viene dipinta da entrambi gli artisti, quasi dallo stesso punto di vista, ma con risultati ben diversi perchè i colori che usa Monet sono più delicati e luminosi. Viene descritto un barcone, quasi una piccola isola galleggiante, in cui gruppi di persone in festa stanno trascorrendo una domenica pomeriggio bagnandosi, facendo della vela o del cannotaggio. Le signore sono vestite elegantemente e alcune hanno portato con sè i loro cagnolini. Si può ballare, viene descritto un momento di grande serenità e in cio è evidente quella joie de vivre tanto auspicata e cercata dagli Impressionisti.

Quest'opera di Renoir è uno dei suoi capolavori, è una tela molto grande, che verrà poi esposta solo nel 1874 nella Prima Mostra degli Impressionisti. Purtroppo, a quel tempo l'opera non ha alcun successo, i giochi di luce, che filtra attraverso le foglie e lascia macchie di colore sui visi, sulle cose e sul selciato, vengono considerati come errori dell'artista e molto criticati, nonostante Renoir sia l'artista più apprezzato del gruppo. Per cui è logico che lui non disdegni di esporre, nello stesso tempo, al Salon i suoi ritratti, quando gli vengono accettati.

Ma in questo periodo si appoggia molto, fino al 1870, ai suoi amici, con cui trascorre molte ore al caffè Guerbois, dove si discute, ci si confronta, ma dove si vivono anche momenti di relax e di piacere: è il periodo bohemiène dell'artista che la guerra franco-prussiana del 1870 interrompe. I giovani vengono mandati al fronte e Bazille vi perde la vita, con grande dolore di Renoir, che, dopo essere stato nei Pirenei a occuparsi di cavalli per conto dell'esercito, torna a Parigi per riprendere l'attività di artista.

La conoscenza del mercante Durand-Ruel gli dà la possibiltà di far apprezzare maggiornte le sue opere e la sua situazione finanziaria migliora. Il nuovo atelièr in rue S. Georges, è un luogo di incontro tra artisti, letterati e critici. Dipingere la Signora Charpentier e i figli, molto ammirato, gli procura un grande successo tra la media borghesia del tempo ed incomincia ad avere dei collezionisti che acquistano molte delle sue opere.

Renoir, grande amante delle donne, ha avuto, in giovane età, una lunga relazione con la giovanissima modella Luise Trèhot, che ritrae in più di venti opere. Quando ritorna dalla guerra, l'artista trova la modella ormai sposata con un altro. Comunque non gli mancano le amanti, quasi sempre sue modelle. Tra queste una, Aline Charigot, ventenne, lo colpisce particolarmente e tra i due nasce una grande passione. Insieme vanno a nuotare, a ballare, in barca.

Auguste vorrebbe continuare la sua vita da scapolo impenitente, che ha ormai 38 anni. Per dimenticarla parte per un lungo viaggio in cui visiterà la Normandia, l'Algeria, la Spagna e quindi si reca in Italia, dove approfondisce lo studio di Tiziano e Raffaello. Tornato in patria a Parigi ritrova Aline, che l'ha aspettato. La passione dirompe e nel 1885 nasce, fuori dal matrimonio, il figlio Pierre. La relazione continua, ma solo nel 1890 Auguste si decide a sposare Aline, dalla quale avrà altri due figli, Jean, che diverrà il famoso regista, e Claude.

Intanto iniziano le prime avvisaglie di una grave forma di reumatismo invalidante, che progressivamente porterà l'artista a perdere l'uso delle gambe, per cui sarà costretto a usare una sedia a rotelle. Ma il problema più grande deriva dalla difficoltà a muovere le mani: l'artista non si scoraggia, continua a dipingere, alla fine facendosi legare i pennelli alle dita dalla giovane bambinaia dei suoi figli, Gabrielle, che gli fa anche da modella nelle ultime opere.

Intanto si è trasferito sulla Costa Azzurra, alla ricerca di un clima più mite, dove si fa costruire una villa nei pressi di Cagnes, Les Collettes. Molti giovani artisti si recano a trovarlo, omaggiandolo per la fama e la bravura. Ma non tutti lo ammirano. Modigliani ad esempio, va a trovarlo, ma se ne va sbattendogli la porta, perchè detesta le forme troppo abbondanti, tra cui Gabrielle la bambinaia e Dedée, di cui si innamorerà il figlio Jean e che diventerà sua nuora, prima moglie del celebre regista.

La moglie Aline ha sempre saputo delle tante donne accanto all'artista e l'ha mal sopportato se ad un certo punto l'abbandona. Nel 1915, la donna, che era obesa e afflitta dal diabete, viene a mancare. Renoir ne soffre molto e nel 1919 viene a mancare anche lui. Ma fino alla fine l'artista, pur soffrendo e lamentandosi, continua a dipingere opere sempre più armoniose e istintive, con colori caldi, dove spesso domina il rosso. Sono quasi tutti nudi femminili, dalle forme ampie e sensuali, risplendenti di colori radiosi: le bagnanti sono il suo tema preferito. Sono donne libere, disinibite, che vivono appieno la loro femminilità.

Le forme delle bagnanti si integrano nella natura che è arricchita da grandi alberi e fiori che si rispecchiano nell'acqua: il desiderio ultimo dell'artista è di amalgamarle nella natura in modo da unire le energie telluriche alla femminilità, che per lui non se ne può dissociare. Ebbe a dichiarare: "Io dipingo la figura fino a che la pelle pare diventare vera e viva e ti viene la voglia di darle un pizzicotto!"

Quello che ci chiediamo oggi è: "Pierre-Auguste Renoir è stato un vero Impressionista?" È sicuramente annoverato tra gli Impressionisti e viene considerato tale, alcune delle più spettacolari opere di questa corrente appartengono sicuramente a lui, come il "Bal au Moulin de la Galette", la "Grenouilleire" , "Le Déjeunier des Canotiers" e la "La Senna ad Argenteuil", anche se se ne diversifica in seguito.

Gli Impressionisti sono stati dei ribelli che hanno faticato non poco a essere accettati dai critici e dal pubblico che visitava le loro mostre. La loro parabola non è neppure durata un ventennio, alla fine già si stavano affermando artisti come Seurat e Signac, che dipingono con una pennellata caratterizzata dal puntinismo, secondo le regole di Chevreuil. La pennellata impressionista, unica e fantastica, che segue i moti della luce e ne riproduce i colori, non ha fatto in tempo ad affermarsi che è stata subito soppiantata non solo dai Neoimpressionisti, ma anche dai Nabis, ai quali si è ispirato Gauguin e successivamente anche Van Gogh.

Ma il fenomeno dell'Impressionismo è soprattutto la storia di un gruppo di amici così coeso da essere a volte indistinguibili tra di loro nelle opere. Renoir si è avvicinato a loro in nome di un'amicizia che l'ha spinto ad abbandonare la pittura accademica con cui dipingeva le sue opere, per la pittura di paesaggio, più chiara, perchè dipinge en plein air. È un modo per stare insieme a questo gruppo di amici, di cui apprezza tanto la compagnia e per loro si sforza anche di imitarne lo stile.

In comune hanno sicuramente il disdegno nei confronti delle rigide regole dell'accademismo, ma l'obiettivo principale di Renoir è sempre quello di esporre al Salon, il luogo ufficiale in cui si consacra un artista, che può così avere un riconoscimento istituzionale.

L'artista, in comune con loro, ha anche il fatto di creare opere senza obiettivi di ispirazione intellettuale o di riflessioni teoriche. Per lui, come per gli Impressionisti, le tele sono l'espressione del piacere, della vita e della bellezza naturale, la famosa joie de vivre che descrive i luoghi ameni frequentati dai parigini, nei momenti di distensione, quando spesso l'acqua, coi suoi riflessi, la fa da padrona, mentre il luogo in cui dipingere la natura viene scelto negli angoli più mirabili.

Renoir, tra tutti gli Impressionisti, è quello che dipinge maggiormente per divertirsi, come dichiara, da giovane, al suo maestro Gleyre, che lo rimprovera per questo atteggiamento verso la pittura, che è allo stesso tempo anche verso la vita, caratterizzata da un genuino entusiasmo capace di stupirsi davanti alle meraviglie del creato. Sa gustarne la bellezza e sa trasferirla sulla tela con un'intensa partecipazione emotiva. Tuttavia, le sue opere mirabili e assolutamente impressioniste a quel tempo non hanno registrato alcun successo, ma suscitato molte critiche.

Perciò Renoir si allontana ben presto da loro per una pittura più solida e incisiva, soprattutto dopo il viaggio in Italia e la conoscenza del nostro Rinascimento, basata su di un disegno preciso e nitido, sull’attenzione ai volumi e alla monumentalità delle figure, che sono rese con pennellate vivide e delicate, per catturare l'umore giocoso del soggetto, la sua giovinezza e l'opulenza delle carni e dell'incarnato. Perchè alla fine si dedica soprattutto a ritratti e nudi di donne, verso le quali non lesina la sua ammirazione.

Ma è stato anche un incantevole ritrattista dell'infanzia di cui ha colto la grazia e la ritrosia, come nessun altro pittore!