Paul, un inquieto, alla ricerca della serenità che non trova perchè è lui a portare scompiglio ovunque si rechi. La quiete va cercata dentro di noi, mentre l'artista la cerca attorno a sè, a contatto con la natura e un mondo primitivo, privo delle sovrastrutture che complicano la vita. Ma si porta sempre dietro il tumulto della sua natura avida, appassionata, avventurosa, mai paga. Complice, in questo suo modo di agire, un'infanzia particolare, un lungo viaggio in nave, quando muove i primi passi e gli anni dell'infanzia nel Perù dell'800, luogo ancora primitivo, ma ricco di stimoli per un bimbo curioso e irrequieto. Una mamma, Aline, bella, comprensiva e affettuosa, che sa capirlo e stargli accanto, per smorzare la sua smania di avventura.
Poi un secondo viaggio, il ritorno in Europa e lunghi anni di studi presso scuole confessionali, severe e rigide, dove non trova nulla che lo interessi, uno zio molto distante, austero e poco disponibile, una sorella dispotica che lo tiranneggia per controllarne gli ardori da puledro indomabile. La mamma resiste per i figli nella dimora di famiglia, perchè non ha beni, avendoli abbandonati in Perù, perchè Aline non si fida a crescere i figli in un luogo in cui non è possibile ricevere un'educazione adeguata e non c'è sicurezza fisica a causa dei troppi disordini politici e sociali.
Tuttavia a Orléans, nella casa dei suoceri, si sente prigioniera e appena ne ha l'occasione fugge a Parigi, con la scusa di lavorare come sarta. A Parigi c'è Edouard Arosa, un amico e collega del defunto marito, uomo facoltoso, con cui intesse una relazione: Paul a tredici anni, quando non ne può più dello zio, della sorella e della scuola, si rifugia a Parigi dalla mamma. Ben presto però si rende conto della relazione da lei intrattenuta con quello che sarà il suo tutore per volere della madre. Paul mal sopporta la situazione, ma la giovane età gli impone di accettarla, cercando una soluzione che gli permetta di allontanarsi.
Ricordando i viaggi in nave dell'infanzia, che gli sembrano l'unica via di uscita, tenta di entrare nella Marina Navale, ma non riesce a superare l'esame di ammissione per lo scarso impegno nello studio. Opta allora per la Marina mercantile, come allievo pilota e parte quando non ha ancora 18 anni. Ha modo così di viaggiare per tre anni e visitare il mondo, conoscere realtà sconosciute, che lo rendono consapevole come sia possibile vivere situazioni diverse, dove forse si può trovare una felicità che la società francese del tempo non offre, con le sue imposizioni e regole del vivere civile, che mal si adattano al suo spirito inquieto. La sua innata curiosità, la sete di avventura, soddisfano il suo carattere, quando la notizia della morte della mamma, unica persona che l'ha compreso e accettato, lo getta nello sconforto più totale.
A Parigi partecipa alla guerra franco-prussiana, nella Marina militare. Tornato dalla guerra, il suo tutore Arosa si occupa di lui e la figlia, pittrice dilettante, lo incoraggia a disegnare e gli insegna i rudimenti della pittura. Eduard Arosa è un mecenate collezionista di opere d'arte: Delacroix, Corot, la Scuola di Barbison, Courbet, sono gli artisti di cui Gauguin ammira le opere nel salotti del suo ricco tutore. Tra le persone che frequentano il collezionista c'è l'artista Pizzarro, amico di Corot, da cui Gauguin apprenderà le prime vere nozioni di pittura. Questo artista è un figlio del suo tempo, che respira l'aria nuova dell'Impressionismo, infatti alcuni giovani artisti, tra cui il più appassionato è Monet, stanno contestando l'accademismo ancora operante ed apprezzato al Salon, il luogo ufficiale delle esposizioni istituzionali.
Memori della lezione di Corot e della sua Scuola di Barbison, questi giovani, stanno dipingendo en plein air, ispirandosi alla natura, più che ai canoni classici del disegno e della pittura. Da tempo c'è un nuovo atteggiamento della società e delle coscienze personali, ormai consapevoli del diritto di esprimere la propria personalità senza restrizioni imposte dalle regole tradizionali. Il desiderio di esprimere la propria pittura, secondo l'impulso creativo, ispirandosi alla natura e alla vita della città, vista nei suoi aspetti più lusinghieri, incoraggia questo gruppo che consolida le proprie idee incontrandosi nel famoso caffè Guerbois.
Pizzarro è il decano, dalla lunga e folta barba, che col tempo si imbianca, dandogli un aspetto profetico, molto amato per la disponibilità e la capacità di crearsi amicizie. Quando conosce Paul, più giovane di 18 anni, lui è già un affermato maestro di pittura, che espone le opere al Salon, ma nello stesso tempo è interessato ai nuovi amici che propongono un'arte più libera, più vicina all'istino creativo, di maggior soddisfazione.
La vivacità di Paul, lo spirito di avventura, il desiderio di conoscenza, spingono Pizzarro ad impartigli lezioni che lo distolgono dal suo primo approccio all'arte troppo tradizionale e banale: questo giovane è troppo ardente per non essere spinto verso i dettami più nuovi che questi artisti intendono sviluppare. E lo induce a schiarire il colore della pittura, lo invita a dipingere en plein air, a Pontoise, suo luogo di elezione, per indurlo a dipingere a contatto con la natura, col mutare del tempo e della luce, in opere veloci che restituiscono l'impressione del momento.
Paul ne è affascinato e si esercita, non senza difficoltà. Intanto ha iniziato a lavorare, con l'appoggio di Arosa, presso un ufficio di cambio e ha incontrato una bella fanciulla danese, Mette Gad, che sposa a 25 anni, quando la sua situazione economica si è consolidata e può mantenere una famiglia. Ne nascono in dieci anni, cinque figli, una femmina, Aline, e quattro maschi. Paul frequenta la società borghese e divide il suo tempo tra la famiglia e il lavoro, ma non trascura la pittura, in cui ha finalmente trovato interessi appaganti.
Ha incominciato anche a farsi conoscere nel mondo degli artisti acquistando opere d'arte, imitando Arosa, ma nel suo caso, essendo meno abbiente, s'è dovuto accontentare di artisti esordienti e poco conosciuti come Monet, Sisley e Degas e naturalmente Pizzarro. Viene quindi accettato nel contesto artistico e può addirittura partecipare nel 1879 alla sesta esposizione impressionista e alla successiva, anche se è stato accettato con molte riserve per intercessione di Pizzarro, che crede in lui.
Ma Paul, nonostante la sua pittura sia luminosa e chiara come quella dei colleghi, rimane un autodidatta, che esprime nelle opere una personalità già ben formata e a tratti distante da loro, pur condividendone le tematiche. La natura e la vita che si svolge attorno ad essa, sono l'obiettivo principale dei dipinti di questo gruppo solidale e coeso, che si ritrova negli stessi luoghi per dipingere i medesimi soggetti: a volte non si distingue quasi un artista dall'altro, tanto sono in simbiosi. Ma Gauguin si riconosce subito, perchè la sua materia è sorda, pastosa e molto spesso neo-impressionista, ormai influenzato dalle novità di Seurat e Signac, che pongono fine al periodo impressionista, seguendo le nuove teorie del colore, che tanto sta coinvolgendo il mondo dell'arte.
Paul è affascinato, come molti altri artisti, dai pittori giapponesi: col tempo adotta sempre più il loro tipo di pittura sintetica, piatta, in cui non esistono i particolari e sulla forma domina il cloisonnisme, che lui ha appreso da Emile Bernard e che ricorda le vetrate delle cattedrali, dove, tra una tessera e l'altra, ci sono contorni scuri.
Ma Paul, che non si è accontentato di esprimere l'impressione, è anche l'ispiratore del Simbolismo, quando cerca nell'immagine realistica di esprimere anche il pensiero sotteso. Ne risultano opere che presentano un piano realistico e uno simbolista, ma che nell'insieme creano un'armomia equilibrata, soprattutto nell'uso del colore, che col tempo diventa sempre più particolare ed audace.
Un equilibrio che l'artista è ben lungi dal trovare dentro di sè: Paul, ad un certo punto, perso il lavoro perchè licenziato, trascina la famiglia a Rouen, dove è cresciuto Pizzarro, nel nord della Francia, luogo in cui la vita è meno costosa. Mette gli concede un anno di tempo, ma l'attività artistica non decolla, le sue opere non si vendono e non sono apprezzate. La moglie deve crescere i figli, quindi torna a Copenaghen dalla famiglia, dove trova lavoro come traduttrice. Per andare avanti venderà via via le opere di Monet, Degas, Sisley e Pizzarro.
Paul la segue senza entusiamo, cerca anche lì di entrare nel mercato dell'arte e vivere di essa, ma è costretto a vendere teli impermeabili per sbarcare il lunario. Deluso, ad un certo punto decide di tornare in Francia e prende con sè il figlio Clovis di sei anni. A Parigi il piccolo si ammala di vaiolo e Paul, per farlo curare, è costretto a lavorare come attacchino. Riporta quindi il bambino dalla mamma, incapace di prendersene cura, e decide di recarsi a Pont Aven in Bretagna, ove si trova un folto gruppo di artisti conosciuti a Parigi, come Bernard, che già conosce: ritiene il luogo adatto per ritrovare quella natura primitiva e selvaggia che va vagheggiando da tempo, alla ricerca di un Paradiso Terreste che per ora gli è negato.
Nei suoi spostamenti e nelle sue traversie, quella che non ha mai tralasciato, è stata la pittura: ha continuato imperterrito in ogni situazione, a esprimere la sua creatività, che gli dà sollievo, nell'agitazione passionale della sua vita.
Inizia una nuova relazione con Juliette Huet, una modista che gli fa da modella e che gli darà una figlia. A Pont Aven si incontra con la colonia di artisti, tra cui Emile Bernard e Charles Laval, coi quali divide esperienze e confronti artistici. Diventa l'ispiratore del Sintetismo, anche se poi gli verrà contestato da Bernard, che si ritiene l'antesignano di questa corrente.
Nonostante alcune esposizioni, la sua pittura non viene apprezzata perchè non è capita, la sua irrequitezza d'artista lo spinge a partire per Panama, insieme a Laval, convinto di trovare persone disposte ad acquistare le sue opere e di avere l'aiuto del facoltoso cognato che ci risiede da tempo. Ma non trova nulla di tutto ciò, entrambi i pittori soffrono per il clima tropicale e la malaria, si ammalano, sono costretti a lavorare come scavatori, il canale di Panama in costruzione offre la possibiltà di guadagno. I due lavorano quel tanto per ottenere i fondi per partire per le isole Antille, tra il Golfo del Messico e l'America, dove sperano di trovare migliori condizioni di vita.
All'inizio Paul è affascinato dalla natura e dalla gente, dalle nuove abitudini primitive, gli pare di aver trovato l'Eden, ma è colpito nuovamente dalla malaria e dalla dissenteria, per cui i due devono tornarsene a Parigi, Paul con opere meravigliose, che comunque è riuscito a dipingere e che riporta in patria arrotolando le tele, che tuttavia non vengono apprezzate. Solo Theo Van Gogh gliene acquista due e Paul ha modo di approfondire la conoscenza con Vincent, il fratello di Theo, che è un artista da poco approdato a Parigi e che, come lui, è alla ricerca di uno status riconosciuto.
Neppure Vincent è considerato, è autodidatta come Paul ed è anche più esaltato ed irrequieto di lui, ha trovato lo scopo definitivo nella pittura dopo anni di scelte inadeguate e di insuccessi, dovuti al suo temperamento irascibile, caratterizzato da un bipolarismo che lo rende una persona dolce e disponibile e a tratti agitata, persino violenta, sia nella passione che negli atteggiamenti di fanatismo, che hanno già caratterizzato la sua vita. Ma Theo è deciso ad aiutare il fratello, la convivenza tra i due non è facile, per cui Paul decide di trasferirsi ad Arles, in Provenza, convinto di trovare nella luce del sud l'ispirazione per le sue opere. Vorrebbe formare un gruppo di artisti che possano condividere un nuovo modo di intendere la pittura.
Theo propone allo squinternato Paul, sempre a caccia di fondi per soddisfare i suoi vizi, le donne, l'alcol, la bella vita, di recarsi ad Arles presso Vincent, con la promessa di 150 franchi al mese in cambio di un'opera e la convivenza col fratello. L'artista accetta, non avendo altre possibilità e resiste per due mesi. Nonostante Vincent abbia molto desiderato e contato sulla sua presenza, è poi un ospite iroso e collerico, difficile da trattare. I due, nonostante un primo periodo di reciproco aiuto e di collaborazione, sono in disaccordo su tutto e quando entrambi hanno bevuto rischiano anche lo scontro fisico.
Paul si rende conto di essere in pericolo, si trasferisce in albergo, in attesa di partire, Vincent disperato e adirato si mozza l'orecchio e lo consegna nel bordello: a causa dell'episodio viene ricoverato in ospedale, mentre Paul, chiedendo scusa a Theo, fugge a Parigi. Di quel periodo in Provenza rimangono alcune sue opere notevoli, tra cui il ritratto di Vincent che dipinge i girasoli.
La mostra successiva, che lo ospita a Bruxelles, è ancora una volta un grande insuccesso, il pubblico lo irride, non arriva a capire la novità delle sue opere, troppo all'avanguadia. Paul deluso, ricordando i giorni felici nelle Antille, si convince che solo in un mondo diverso e primitivo può trovare la sua serenità e convince il governo a inviarlo in missione esplorativa a Tahiti, nella Polinesia, dove la Francia sta per insediare un nuovo governatorato. L'intento è di conoscere i luoghi, in realtà con obiettivi colonialisti.
Paul arriva a Papeete nel 1891, ha 43 anni: conta di instaurare buoni rapporti con l'ultimo sovrano indigeno, l'alcolizzato Pommarè V°, che però, quasi subito viene a mancare. Il governo francese, che si instaura al suo posto, porta con sè anche la civiltà e le abitudini francesi, che Paul aveva evitato cercando uno stato primitivo e selvaggio. Anche la sua nuova compagna, Titti, una mulatta per metà francese, l'ha deluso, perchè troppo borghese e falsa.
Si inoltra quindi nell'interno dell'isola dove vigono i costumi primitivi. Cerca una casa, affitta una capanna sul mare e si compra una moglie tredicenne, che la famiglia gli cede volentieri, perchè è costume dell'isola praticare l'amore libero e quindi per i genitori di Aura non è un problema concedere una figlia dietro compenso, quando il rapporto sessuale viene elargito gratuitamente.
I primi tempi sono idilliaci: l'esotismo di Aura lo incanta e lui la dipinge in molte tele, ma è colpito dall'atteggiamento di disimpegno della ragazza, che affronta la vita come gli altri isolani, con fatalità e indolenza, spesso in preda ad ataviche e sconsiderate paure. Trova la giovanissima pensierosa e misteriosa, non ne riesce a penetrare l'anima, anche se sta imparando sia la lingua che i costumi maori.
Ben presto la ragazza è in attesa di un figlio, ma nulla trattiene Paul dal desiderio di tornare in patria, perchè sente la mancanza delle abitudini francesi, delle discussioni con gli amici e le loro complicità. Cerca quindi in tutti i modi di farsi rimpatriare dal governatore nel 1893. Naturalmente ritorna in patria carico di nuovi dipinti arrotolati e subito si fa allestire una mostra a Parigi, presso la Galleria Durand-Ruel, che però non ha successo come pubblico, mentre comincia a destare interesse tra gli artisti e alcuni critici.
Paul è vicino alla catastrofe, quando viene a mancare lo zio Isidore e Paul ne è l'erede. Subito si disfa dei beni, dopo feroci litigi con Mette, che vorrebbe un aiuto per i figli, ma che non ottiene da Paul, che è lesto nel far sparire la cospicua cifra ottenuta, con un brillante e dispendioso tenore di vita, che condivide con Anna, una meticcia dai costumi liberi. Nello studio di Paul, sulla cui porta ha affisso il cartello "Qui si ama" e dove ha appeso le opere dipinte in Polinesia, l'artista ha creato un ambiente esotico, dove gli amici possono trovare un mondo allegro e trasgressivo tale da far pensare agli estranei che vi si svolgano orgie. Paul dilapida sconsideratamente il patrimonio, vantando le meravigliose esperienze di Paesi esotici ed idilliaci, per stupire i parigini legati alle regole.
Nel 1893 visita la famiglia a Copenaghen ed è l'ultima volta che li vedrà, poi torna a Pont Aven con Anna. La ragazza, molto appariscente e disinibita, colpisce negativamente la sensibilità degli abitanti del luogo. Diversi episodi sgradevoli caratterizzano quel periodo, fino a un fatto tragico, con gravi conseguenze. Alcuni marinai rivolgono frasi volgari alla donna, Paul, uomo d'azione, reagisce e ha la peggio. Si frattura una caviglia e, nonostante i due mesi di ricovero in ospedale, non tornerà come prima, rimanendo claudicante.
Tornato a Parigi, trova depredado il suo studio da Anna, che ha lasciato le tele, ma ha portato via ogni altro bene. Paul è sempre più amareggiato, non riesce a vendere le opere dipinte nelle isole e vede come unica soluzione tornare in Polinesia, dove la vita è molto più semplice. Riunisce le sue opere e apre un'asta all'Hotel Drout, dove ottiene appena di che ripartire. Nel 1895 è di nuovo a Tahiti, cerca Aura, che nel frattempo s'è risposata.
Paul decide di inoltrarsi a Paunania e si trova una nuova compagna nella quattordicenne Paura, dalla quale avrà due figli. I primi tempi sono nuovamente felici accanto a questa giovinezza fresca e libera, che lui dipinge con entusiamo, creando meravigliose opere sempre più armoniche, nonostante l'audacia dei colori espressivi, è un Fauve "ante litteram".
L'artista è un uomo comunque molto malato, da tempo è stato contagiato con la sifilide da una prostituta e si stanno facendo sempre più evidenti le conseguenze. Anche il suo cuore ne ha risentito ed è molto malandato. Paul ha continui dissapori con le autorità, soprattutto con i missionari che disapprovano la sua influenza negativa sugli isolani, che loro stanno cercando di convertire al Cristianesimo, cercando di moderarne i costumi. Ma Paul è convinto che per loro sia meglio una vita secondo la tradizione, che assecondi la natura. Il colpo di grazia gli viene dalla notizia della morte della giovane figlia Aline, ventenne, la sua preferita.
Nella disperazione tenta il suicidio, si reca su di una montagna e ingerisce cicuta, ma in dose così abbondante che la rigurgita. Non muore, ma soffre di terribili dolori, solo, abbandonato. Riesce comunque a superare il tragico momento e se ne torna alla capanna, che s'è costruito con l'aiuto degli isolani.
Nel 1901 è ormai così amareggiato che pensa che un nuovo trasferimento possa giovare alla sua salute e parte per le isole Marchesi, fermandosi ad Atuona. Si trova una nuova compagna, Maria Rosa, e anche da lei avrà un figlio. Si trasferisce a Hiva Oa, ma è sempre più malato, a tratti si riempie di foruncoli, ha piaghe dolorose sul corpo. Si schiera sempre più dalla parte degli indigeni, accusando i missionari di imbrogli e nefandezze. È odiato anche dalle autorità locali, che vedono in lui un sovversivo. Dalla Francia intanto i galleristi gli inviano i proventi delle sue opere che cominciano a vendersi.
Paul, nonostante tutto, continua a dipingere e crea in questo periodo i suoi capolavori. Alla fine verrà condannato a tre mesi di reclusione e a un'ammenda per sovversione: ma viene trovato morto un mattino, nel suo letto, dal vescovo protestante, e non verrà quindi imprigionato. Ha 54 anni. Viene sepolto in una fossa anonima e ne avrà una col suo nome solo dopo vent'anni: la sua ultima dimora, dopo tanto girovagare...
Per sempre, per lui parleranno le sue opere, che rimangono a testimonianza di uno spirito libero e indomabile, che ha preferito la libertà all'agiatezza e alla sicurezza, che alle certezze religiose europee ha preferito una fusione con i simboli maori, che alle nostre donne più raffinate, più colte, ha preferito le fanciulle in boccio primitive, ricche di afrori e disinibite, dai lunghi capelli neri, coperte solo da teli colorati, che sciolgono con la naturalezza dell'innocenza. Come si concedono, vivendo al ritmo della natura a contatto col mare, i cui riflessi rosati si stagliano sulla sabbia e attorno la natura lussureggiante fa da contorno idilliaco alla loro bellezza.
Noi lo ricordiamo soprattutto per la grazia ineguagliabile delle fanciulle maori, che ha dipinto mentre rimangono assorte in pensieri, mistero indecifrabile per lui, che invano cerca di svelare, dipingendole...