Il disco d'esordio del musicista napoletano, una fusione visionaria di rock, alternative, house, techno, ambient e synthwave.

La definizione che hai immaginato per la tua proposta, “per viaggi”, è molto intrigante. Com’è nata questa idea e che tipo di viaggio evoca la tua musica?

In realtà è stata una definizione data dalle persone che hanno ascoltato le prime stesure dei brani in anteprima, cosa che mi ha inorgoglito essendo io un grande appassionato di viaggio, fotografia e video e ho sempre ritenuto queste passioni un tutt’uno con la musica.

A Large Space In A Small Room è il tuo disco d’esordio. Spesso in un primo album c’è tutto il mondo di un artista: è così anche per te?

Questo è il primo album da solista, in precedenza ho fatto dischi con Fragile, Vena, Static Wave Form, formazioni che spaziavano dall’alternative rock al noise fino all’elettronica, ma credo che ogni disco rappresenti solo una parte del tuo mondo, o meglio, solo un periodo della tua vita, ma io non mi sono mai accorto della trasformazione delle sonorità, è stata del tutto naturale e spontanea.

Noklan tra passato e presente. Proponi una musica contemporanea che viene pubblicata dalla più antica casa discografica italiana, Phonotype. Come convivono queste diverse dimensioni temporali?

La Phonotype esportava artisti (napoletani, ma anche non napoletani) nel mondo quando la cosiddetta “Musica Italiana” ancora non esisteva, quindi se ci pensi è stata una label pioneristica più che contemporanea, no?

Fare musica a Napoli è stimolante ma certo non semplice, è così anche per chi ha optato per una cifra artistica così diversa come la tua?

Per me Napoli ha sempre offerto un panorama musicale molto vario, anche rispetto al resto d’Italia, penso che questo sia un plus. Il problema di Napoli e dell’Italia, rispetto a molte altre realtà europee, è pensare alla musica (ma all’arte in generale) come semplice “intrattenimento” o, peggio ancora, come puro business e non come bene culturale primario su cui investire seriamente. Ho sempre sentito dire che alcuni generi (che poi in pratica sono tutti esclusi il pop, la trap e il rap) in Italia non vanno, però poi vengono a fare tour in Italia artisti che fanno rock, elettronica, jazz e altro e fanno sold out ovunque, allora l’utenza c’è o no? Io credo proprio di si.

Che strumenti hai usato per realizzare l’album?

A differenza di lavori precedenti, Noklan nasce più dal gioco, motivo per il quale ho iniziato a suonare strumenti con cui non avevo un enorme confidenza, come synth analogici e digitali, drum machine, campionatori, e solo in un secondo momento ho aggiunto qualche chitarra.

Hai sottolineato la convivenza di varie influenze nella tua musica. Quali sono i nomi di artisti o gruppi senza i quali l’avventura di Noklan non sarebbe mai partita?

Sicuramente posso citare artisti come Trent Reznor, Lorn, Kiasmos, Moderat, Trentemøller, Apparat, Nils Frahm, M83, Forest Swords e tanti altri…

Sei un artista solitario ma non isolato, infatti hai partecipato a varie collaborazioni in diversi progetti: quanto sono importanti queste partnership per fare musica?

Sono fondamentali. Sono stato molto fortunato perché Noklan nasce come progetto solista, ma sono stato sempre supportato da persone, musicisti e non, che ognuno nel proprio campo hanno contribuito alla realizzazione del primo disco, partendo da Francesco Giuliano che ha curato mix e mastering all’Innerwood Music Mansion, Massimo Manzo che ha curato tutta l’identità visiva, Marco Torese che girato il primo videoclip e tantissimi altri ancora.

Noklan dal vivo: cosa cambia in concerto rispetto al disco?

Dal vivo tendo a mantenere le struttura base dei brani, ma mi piace aggiungere parti suonate al momento che nel disco non ci sono, in modo da concedermi anche la “possibilità di sbagliare” e diventa così più divertente. Ovviamente c’è una grossa componente visiva di luci e proiezioni che è parte integrante di questo genere di performance.

Chi è Noklan

Noklan (Francesco Marrone) è un musicista e producer originario di Napoli. La sua musica è una fusione sorprendente di generi, unisce infatti elementi di rock, alternative, house, techno, ambient e synthwave per creare un suono unico e coinvolgente. Le sue tracce sono un viaggio attraverso paesaggi sonori, dove melodie avvolgenti e ritmi ipnotici e ossessivi si fondono con immagini. Si potrebbe definire “musica per viaggi”.

Oltre alla sua attività solista, Noklan ha collaborato con altri artisti e produttori, portando in vita progetti musicali come Fragile, Vena, Static Wave Form, nonché alla scrittura e alla produzione di colonne sonore per cortometraggi.

Dopo il singolo Rust, Phonotype pubblica il suo album d'esordio A Large Space In A Small Room, missato e masterizzato da Francesco Giuliano alla Innerwood Music Mansion.