“Le società sono organismi viventi”, sosteneva Francisco Varela, biologo e filosofo cileno che, assieme al suo mentore Humberto Maturana, ha introdotto il termine “autopoiesi” nel linguaggio di chi studia la complessità delle cose e i legami che tengono uniti gli esseri senzienti. “La vita è un equilibrio dinamico”, scriveva Gregory Bateson.
Le società evolvono, sono in metamorfosi costante, possiedono un “qui-e-ora” che è frutto delle relazioni intessute in passato dai singoli elementi che le compongono, hanno aspettative rispetto al futuro, sono instabili, oscillanti e sostanzialmente imprevedibili.
Un po’ come un individuo. Un po’ come te. Un po’ come ogni organo del tuo corpo. Un po’ come una singola cellula del tuo organismo. Tutto si tiene, tutto è collegato, tutto è concatenato. Tutto è entanglement.
Le forme poetiche della vita
La parola “autopoiesi” deriva dal greco auto-, che vuol dire ‘da sé’, e dal sostantivo poíēsis, a sua volta dal verbo poiéō, ‘creo’, ‘faccio’, ‘produco’ e si riferisce alla capacità di un sistema di mantenere e riprodurre sé stesso. Mantenere e riprodurre, verbi che oggi si amalgamano bene con l’idea della sostenibilità. Questo concetto, utilizzato dai biologi cileni Humberto Maturana e Francisco Varela, è fondamentale per comprendere la natura dei sistemi viventi. E in definitiva è decisivo anche per comprendere la tua stessa natura. Per conoscere te stesso o te stessa. Per conoscere e ri-conoscere quegli elementi di poesia (parola italiana derivata direttamente dalla poíēsis greca) che ti rendono parte (indispensabile) dell’umanità. L'autopoiesi non è solo un processo biologico, ma una metafora potente per la vita stessa, un ciclo continuo di nascita, crescita e rigenerazione.
L'autopoiesi rappresenta un paradigma rivoluzionario che sfida le tradizionali concezioni meccanicistiche della vita. Invece di vedere gli organismi come macchine assemblate da componenti separati, l'autopoiesi ci invita a considerare la vita come un processo integrato e auto-sostenuto. Tutto si tiene insieme.
Proviamo a smontare una macchina. Con un buon libretto di istruzioni, siamo in grado di rimontarla così com’era prima dello smontaggio. Ecco, questa è meccanica. Questo è determinismo. Questa è la situazione non complessa in cui a un input corrisponde un output certo e predicibile ma la macchina non è in grado di riprodurre sé stessa da sola.
Negli organismi viventi per definizione complessi ciò non accade. Per analizzare le situazioni complesse bisogna acquisire la consapevolezza dell’autopoiesi. Questo concetto, di autoriproduzione, ha implicazioni profonde non solo per la biologia ma anche per la filosofia, la sociologia e per tutte le discipline che analizzano le vicende degli esseri umani che si aggregano tra loro, come l’economia.
Organizzazione, rinnovamento, sostenibilità
Esplorando i sinonimi di autopoiesi, troviamo termini come "auto-organizzazione", "auto-rinnovamento" e "auto-sostenibilità". Questi sinonimi ci aiutano a cogliere le diverse sfaccettature del concetto, a entrare nel caleidoscopio del senso, a lasciarci ammaliare dalle tessere colorate di significato che si dispongono di fronte al nostro sguardo. L'auto-organizzazione sottolinea la capacità di un sistema di strutturarsi senza interventi esterni, mentre l'auto-rinnovamento evidenzia il potere di rigenerarsi. L'auto-sostenibilità, infine, parla della capacità di mantenersi nel tempo, un aspetto cruciale per la sopravvivenza.
L'auto-organizzazione è un fenomeno osservabile in molti contesti naturali e artificiali. Per esempio, le colonie di formiche mostrano un alto grado di auto-organizzazione, con individui che collaborano per il bene della colonia senza una direzione centrale. Lo stesso possiamo dire per gli stormi degli uccelli nel cielo che definiscono la loro rotta volteggiando da un continente all’altro senza che dall’alto o dall’esterno giungano le regole da seguire. Allo stesso modo, le città possono crescere e svilupparsi attraverso processi di auto-organizzazione, dove le interazioni tra i cittadini e le infrastrutture creano un sistema complesso e dinamico. Le interazioni sono ciò che conta, ciò che vale, ciò che consente la grande differenza. “L’auto-organizzazione è il segreto della vita”, affermava Ilya Prigogine, premio Nobel per la chimica nel 1977 e grande studioso di sistemi complessi.
L'auto-rinnovamento è un altro aspetto chiave dell'autopoiesi. Le cellule del nostro corpo, ad esempio, si rinnovano costantemente attraverso processi di divisione e differenziazione. Questo continuo rinnovamento è essenziale per la salute e la vitalità degli organismi. Anche le comunità umane possono beneficiare di processi di auto-rinnovamento, attraverso l'innovazione e l'adattamento alle nuove sfide, per esempio nelle aziende laddove la longevità va sempre a braccetto con la capacità di rompere gli schemi e di tentare di percorrere strade nuove.
L'auto-sostenibilità, infine, è un concetto cruciale per la sopravvivenza a lungo termine. Un sistema auto-sostenibile è in grado di mantenersi nel tempo, utilizzando le risorse in modo efficiente e rigenerandosi in continuazione. Questo principio è fondamentale per lo sviluppo sostenibile, che mira a soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri. Di più riflessioni sull’autopoiesi avremmo bisogno quando consumiamo più di quanto siamo in grado di rigenerare.
La nuvola e la carta
L'autopoiesi trova espressioni diverse nelle varie lingue e culture. In inglese, il termine self-creation e in francese il termine auto-création evocano un senso di autonomia e indipendenza. In tedesco, Selbsterschaffung mette in evidenza l'autonomia e l'indipendenza del processo. Queste diverse espressioni linguistiche ci aiutano a vedere l'autopoiesi da prospettive multiple, arricchendo la nostra comprensione del concetto ed enfatizzando l’idea che ciascuno di noi possiede una mente colorata e una testa ben fatta, come ci insegna il maestro Edgar Morin.
Le culture indigene spesso hanno una visione olistica della vita, che risuona profondamente con il concetto di autopoiesi. Ad esempio, molte culture native americane vedono la natura come un sistema vivente e interconnesso dove ogni parte contribuisce al benessere del tutto. Lo stesso avviene nelle culture orientali permeate del concetto di interessenza. Questa visione olistica è in linea con l'idea di autopoiesi, dove ogni componente di un sistema vivente contribuisce al suo auto-mantenimento e alla sua rigenerazione.
Nel meraviglioso volume Essere pace (Roma, Ubaldini, 1989) il monaco zen vietnamita Thich Nhat Hahn raccontava questa storia a proposito di un foglio di carta:
Un poeta, guardando questa pagina, si accorge subito che dentro c'è una nuvola. Senza la nuvola, non c'è pioggia. Senza pioggia, gli alberi non crescono. E senza gli alberi, non possiamo fare la carta. La nuvola è indispensabile all'esistenza della carta. Se c'è questo foglio di carta, è perché c'è anche la nuvola. Possiamo allora dire che la nuvola e la carta inter-sono. Nessuna nuvola, nessuna carta: per questo diciamo che la nuvola e il foglio inter-sono.
Ecco, nell’autopoiesi la carta è un po’ nuvola e la nuvola è un po’ carta.
Il costante divenire che si auto-determina
L'autopoiesi non è solo un concetto teorico, ma ha applicazioni pratiche in molti campi.
In biologia, l'autopoiesi è fondamentale per comprendere i processi di sviluppo e differenziazione cellulare. Le cellule staminali, ad esempio, hanno la capacità di auto-rinnovarsi e differenziarsi in vari tipi di cellule specializzate, un processo essenziale per la crescita e la riparazione dei tessuti. Questo principio è alla base della medicina rigenerativa, che mira a riparare o sostituire i tessuti danneggiati attraverso l'uso di cellule staminali.
In sociologia, l'autopoiesi può essere utilizzata per analizzare come le comunità si auto-organizzano e si sostengono. Le comunità resilienti sono in grado di adattarsi e rispondere alle sfide attraverso processi di auto-organizzazione e innovazione. Ad esempio, le comunità che affrontano disastri naturali spesso sviluppano strategie di auto-sostegno e cooperazione per superare le difficoltà.
Nel mondo del lavoro, l'autopoiesi può ispirare nuovi modelli di gestione aziendale. Le organizzazioni auto-organizzate sono in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e di innovare continuamente. Questo approccio può portare a una maggiore efficienza e creatività, migliorando la competitività e la sostenibilità a lungo termine.
Tutto scorre, tutto si abbraccia
In conclusione, autopoiesi è un concetto che ti impone di riflettere sulla natura della tua vita e di tutti i sistemi viventi. Ti ricorda che la vita è un processo dinamico, un ciclo continuo di creazione e rigenerazione. Attraverso l'autopoiesi, possiamo trovare ispirazione per comprendere meglio noi stessi e il mondo che ci circonda. Inspirando ed espirando, possiamo trovare spunti per costruire sistemi più resilienti e sostenibili.
L'autopoiesi ti insegna che la vita non è un processo statico, ma un continuo divenire. Panta rei, tutto scorre. Ogni momento è un'opportunità per la rigenerazione e la crescita. Questo principio può essere applicato a molti aspetti della nostra vita, dalla salute personale alla gestione delle organizzazioni, dalla sostenibilità ambientale alla costruzione di comunità resilienti.
In definitiva, l'autopoiesi ci offre una visione della vita come un processo integrato e auto-sostenuto. Ci invita a vedere noi stessi e il mondo come parte di un tutto interconnesso, dove ogni parte contribuisce al benessere del tutto. Tutto si tiene, tutto si abbraccia.