Scrivere una canzone per bambini può sembrare semplice ma durante l’atto della stesura ci si accorge in fretta che si rischia di scadere in banalità testuali e di ricorrere a trite formule musicali. Una volta individuato l’argomento, raccontarlo e girarci intorno con parole “da bambini” racchiude senz’altro dei trabocchetti imprevisti: la semplificazione eccessiva esaurisce in un attimo le argomentazioni, l’uso smodato della rima può trasformare il testo in una cantilena e storpiare le parole per ottenere un effetto comico (oltre che ridicolo) risulta subito stucchevole.
Come esercizio di scrittura per apprendere l’arte della canzone – da appassionato dilettante – mi sono buttato un giorno su un argomento semplice come la descrizione del mio paese, vista naturalmente dal basso, cioè con gli occhi di un bambino. Mentre procedevo nel buttar giù idee mi sono però accorto di una cosa: quello che si vede gironzolando per le vie di un borgo può tranquillamente diventare la narrazione di un qualsiasi altro borgo.
Mi spiego meglio: in tutti i posti ci sono una chiesa, una piazza, una scuola, un parco, i fiori ai davanzali e via dicendo. Tutti i borghi natii sono belli agli occhi di chi ci è vissuto da bambino e tutti i bambini, messi di fronte a un compito di tale natura, raccontano più o meno le stesse cose. Più che un’esercitazione di scrittura stava diventando la costruzione di un modello intercambiabile di canzone, e così fu.
Il testo venne man mano alla luce semplicemente elencando caratteristiche rintracciabili un po' dappertutto ed eventualmente modificabili a piacere: già, perché a questo punto La canzone dei paesi sarebbe potuta diventare la canzone di tutti i paesi. Ecco perché, con la complicità di mia figlia allora frequentante la quarta elementare, coniai il bellissimo paese di Pescaglio che divenne presto lo scrigno di tutte le bellezze standard di un posto qualunque.
Divenuto il testo una scrittura sperimentale tout court, volevo ancora cercare di far percepire l’invidia degli ascoltatori in qualche modo, sana invidia anch’essa universale e intercambiabile a pensarci bene; tutti si è invidiosi o semplicemente stupiti dalle parole di bellezza riferite a qualche cosa che non ci appartiene.
Detto fatto: il ritornello sarebbe diventato il luogo deputato a questa circostanza e l’universalità dell’esternazione non poteva che essere cantata da un coro di bimbi speranzosi di poter visitare un giorno un luogo così bello. Però l’invidia (anche se sana) non è un bel concetto da trasmettere, e non solo ai bambini; ci voleva il lieto fine. In fondo tutti i luoghi del mondo si rassomigliano e questo già era il concetto di fondo del testo; tanto vale girare la frittata e far rendere consapevoli tutti che spesso non ci accorgiamo di vivere in posti bellissimi perché guardiamo sempre ad altro.
L’idea della Canzone dei paesi comunque ha funzionato perché, una volta registrata e fatta ascoltare un po’ in giro, fu adottata sia dal comune di Verzuolo, sia dal paese di Murazzo (entrambi in provincia di Cuneo) per descrivere le loro bellezze.
Provate ora a chiudere gli occhi, sostituite Pescaglio con il vostro luogo del cuore e lasciatevi guidare dalla piccola Benedetta in questo tour delle bellezze. Buon ascolto.
Io sono nata a Pescaglio,
il paese più bello di tutti.
Nessuno lo conosce ma ora vi racconto
com’è fatto e che cosa piace a me:
in centro c’è una piazza per fare un gran mercato
con tante case e lampioni tutt’intorno;
le strade sono strette e odoran di bucato
con mille fiori che fanno da contorno.
C’è una biblioteca per grandi e piccini
che ha tanti libri tutti colorati;
leggo in silenzio sdraiato sui cuscini
storie di maghi e scontri di pirati.
Che fantastico paese,
quanta invidia che mi fai!
Ci verrei una volta al mese
per veder quel che nel mio non avrò mai.
Insieme ai miei amici corro spensierato
e in bici sfreccio tra gli alberi dei viali:
mi sento proprio un bimbo fortunato
a vivere a Pescaglio tra persone eccezionali.
Abbiamo un pane croccante e delizioso
sfornato caldo la mattina presto.
Volete sapere chi lo fa?
Non è un segreto: è il mio bellissimo papà.
Infine c’è una scuola che qui tutti han frequentato
piena di luce e cartelline rosse,
in poco tempo mi sono affezionato
alle maestre e ai compagni della classe.
È un fantastico paese
anche se assomiglia al mio.
Ci verrei in vacanza un mese
ma poi tornerei qui dove vivo io.
In fondo tutti i luoghi del mondo
si rassomigliano come dei fratelli;
bisogna amarli e prendersene cura
e conservarli come fossero gioielli.
Che fantastici paesi
sono quelli in cui viviamo;
spesso non ce ne accorgiamo
ma tutto quello che sogniamo è proprio qua.