Solitamente gli storici della letteratura considerano Murders in Rue Morgue di Edgar Allan Poe del 1841 il primo vero racconto giallo.

In realtà vi sono esempi di "gialli" ben più antichi.

Il caso più famoso (e antico) è quello dell' Edipo re di Sofocle: l'oracolo ordina a Edipo di trovare l'assassino di re Laio per far cessare la peste di Tebe. L' Edipo di Sofocle si lancia in una vera e propria indagine che lo porterà ad una conclusione sconcertante: lui è l'assassino: qui Sofocle "infrange" la quarta delle venti regole per scrivere un buon romanzo poliziesco stilate da S.S. van Dine, ovvero Né l'investigatore né alcun altro dei poliziotti ufficiali deve mai risultare colpevole. Questo non è un buon gioco: è come offrire a qualcuno un soldone lucido per un marengo; è una falsa testimonianza. In realtà anche la Christie "gioca sporco" in maniera simile (ma non identica) nel suo "The murder of Roger Ackroyd", che infatti fu criticato dai puristi del giallo: ma Sofocle e la Christie erano geni. E il genio rompe le regole (persino prima che siano stabilite, come nel caso di Sofocle).

Tornando a Sofocle, vediamo anche che l’Edipo re spezza un’altra classica regola dei gialli: il trionfo della ragione. Gli investigatori moderni, da Dupin a Sherlock Holmes a Hercule Poirot, sono il trionfo della razionalità. Sono, in effetti, quasi tutti figli dell’epoca positivista. In Sofocle il razionale Edipo ha uno scontro con l’indovino Tiresia, portatore di un sapere sacro e “sovrarazionale”: sarà proprio l’indovino ad avere ragione. Non è impossibile che Sofocle prenda di mira il razionalismo dei filosofi ateniesi vicini a Pericle, in particolare a Anassagora e i sofisti.

Nell'antica Cina abbiamo invece il genere del Gong an, popolarizzato in occidente dal giallista olandese Robert van Gulik: di solito il protagonista è un magistrato locale che indaga su tre delitti correlati. Questo genere prevede anche apparizioni soprannaturali di spettri e fantasmi.

Il protagonista più noto dei Gong an è il giudice Dee, che è anche il personaggio ripreso da van Gulik dopo che tradusse l'originale Dee Gong an ("i celebri casi del giudice Dee"). Altro popolare personaggio di questo genere popolare cinese è il giudice Bao.

Infine non si possono non citare Le Mille e una Notte: questa meraviglia assoluta della letteratura araba e mondiale ci regala il racconto delle tre mele: il califfo Harun al-Rashid obbliga il visir Jafar a indagare sull'assassinio di tre donne. Avrà tre giorni di tempo, scaduti i quali sarà decapitato. Jafar si imbarca controvoglia in questa indagine, e la porta a buon fine: ma per una serie di botte di fortuna, e non per il suo acume, ma per una serie di fortunati eventi.

Finora abbiamo però elencato i classici whodunit in cui solo l’assassino si scopre solo alla fine. Nel 1968 però apparve un geniale telefilm americano: Colombo (in originale Columbo) in cui un geniale e sgangherato tenente della omicidi italoamericano risolveva casi intricati. La particolarità del telefilm stava nel fatto che veniva immediatamente mostrato l’assassino e lo spettatore seguiva le mosse del detective. La suspense non era data dal sapere chi era il colpevole, ma in che modo il tenente Colombo avrebbe incastrato il colpevole. Ma anche qui abbiamo alla base un grande classico, russo questa volta: Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij.

Perché Delitto e Castigo è anche un giallo (ovviamente non può essere ridotto solo a quello ma c'è questa componente) e un giallo dove sappiamo subito chi è l'assassino.

Anzi, l'assassino è il protagonista.

Ok, Raskolnikov se lo ricordano tutti. Ma non tutti si ricordano di Porfirij Petrovič, il poliziotto che lo incastra. Che agisce come Colombo, è sgangherato come Colombo, pone le stesse domande a trabocchetto di Colombo e fa il finto tonto esattamente come Colombo.

L'ispirazione da Delitto e Castigo e dal personaggio di Porfirij Petrovič è stata ammessa apertamente dai due creatori della serie Richard Levinson e William Link.