In questi anni mi sono occupato molto di istituzione scolastica, analizzando il suo stato attuale, chiedendomi e chiedendo a insegnanti e pedagogisti se questa fosse la scuola migliore possibile e, nel caso, cosa cambiare della presente scuola italiana.

La conoscenza dell’argomento che ho maturato in questi anni, frequentando scuole e insegnanti non solo italiani, mi ha portato a elaborare e proporre, con un paio di amici, Francesco Bernabei e Giovanni Acquati, un luogo di conoscenza che non so nemmeno più se chiamare scuola, perché questo termine ha ormai assunto dei connotati ben delineati nella coscienza di ognuno di noi. Non so bene che nome dare a questo spazio, per il momento lo chiamerò “La scelta”, perché i genitori che porteranno in questo luogo di conoscenza i propri figli avranno fatto una scelta ben precisa e alla fine di questo scritto avrete ben chiaro il perché.

Penso a “La scelta” come a un luogo dove gli adulti non siano degli educatori né tantomeno degli insegnanti, perché non è necessario lasciare il segno in nessuno. A seconda della fascia d’età con la quale si relazioneranno li vedo più come degli “aiutanti”, con studenti fino ai dieci anni o scuole elementari, “dipanatori”, con discenti dai dieci ai quattordici anni o scuole medie e “preparatori didattici” dai quattordici ai diciannove anni, cioè le superiori. I termini sono solo indicativi, ma appunto hanno la funzione di indicare il ruolo dell’adulto.

I bambini non sono dei deficienti, nel senso etimologico del termine, non sono esseri vuoti che hanno bisogno di essere formati e riempiti da adulti che sanno cosa è giusto per loro. Sono, al contrario, persone con una loro dignità, che vanno rispettate e che contengono tutte le caratteristiche e peculiarità che contribuiranno al loro essere adulto. Pertanto la figura dell’adulto è quella di chi aiuta il discente a prendere coscienza delle sue unicità, a riconoscere le proprie emozioni e a comprenderle, ad apprendere e sviluppare i sentimenti, anche attraverso il racconto dei miti.

Gli aiutanti sono tali in quanto incoraggiano il pensiero personale e autonomo degli studenti che li porterà a fare delle scelte consapevoli, stimolano le loro capacità intellettive attraverso il gioco e l’osservazione della natura; li aiutano a interagire con i compagni e con l’intorno adottando un modello collaborativo e non competitivo creando, così, una rete di sostegno e complicità tra gli scolari e fornendo le basi per una visione olistica della vita che li attende. Una vita dove l’aspetto tecnologico non è predominante, ma al servizio dell’essere umano e dove le capacità manuali rivestono ancora un ruolo importante, sia per l’apprendimento di abilità artigianali che per lo sviluppo delle facoltà artistiche presenti in ogni studente.

Nel periodo adolescenziale la figura dell’adulto non è più quella dell’aiutante, della guida. In quel periodo l’adolescente è in una fase della sua crescita dove non è più un bambino, ma nemmeno si può definire adulto; vorrebbe staccarsi dalla sua fanciullezza e dalla famiglia, verso la quale nutre sentimenti contrastanti, ma allo stesso tempo non sa bene cosa vuole e dove sta andando. È un momento molto difficile per l’essere umano e l’adulto che lo affianca deve possedere le doti di un dipanatore, di uno sbrogliatore di matasse e confusione. In quel periodo lo studente ha più bisogno di un supporto psicologico che di una formazione nozionistica, per quanto questa non vada dimenticata o accantonata. Lo studente, in questa fase delicata del suo sviluppo, provenendo dagli anni precedenti di frequentazione de “La scelta”, ha acquisito una buona conoscenza di base di sé, ha intravisto i suoi limiti e le sue possibilità, è confidente nei propri mezzi e dispone di un bagaglio esperienziale solido che gli permetterà di affrontare l’adolescenza senza grossi scrolloni, grazie alla guida fornitagli dagli adulti.

Il periodo che coincide con le scuole superiori va diviso in due fasi, come accade nella scuola: il biennio, fino ai sedici anni, e il triennio. Gli anni del biennio sono fondamentali perché lo studente comprenda quale potrebbe essere la sua vocazione in età adulta. A tal fine rivestono particolare importanza i primi anni passati ne “La scelta” dove, grazie al sostegno degli aiutanti, ha verificato la propria predisposizione o meno nel confronto di attività manuali. In questa fase quelle peculiarità acquisteranno un significato diverso dall’esplorazione avvenuta precedentemente; saranno testate nella pratica di un’attività artigianale manualistica e artistica. Gli studenti verranno affiancati in questo particolare compito da artisti e artigiani in pensione che trasmetteranno la passione per la propria arte ai discenti. Alla fine del biennio l’alunno potrà scegliere se continuare con gli studi o dedicarsi a una di queste attività.

In questo nuovo modello educativo rivestono grande importanza sia i genitori che gli adulti che affiancheranno gli studenti. I primi, dopo aver dato prova di grande determinazione nell’aver scelto questo modello per i propri piccoli, verranno costantemente aggiornati sulla loro condizione all’interno dello spazio didattico e avranno sempre un ruolo di primo piano ne “La scelta”, attraverso momenti di confronto con il personale docente. È fondamentale che tra genitori e personale si instauri un rapporto di reciproca stima e fiducia e questo può avvenire solo grazie a un sincero desiderio di vedere i propri figli seguire un’evoluzione naturale e armoniosa.

Gli adulti che affiancheranno gli studenti verranno scelti in base alla propria passione verso la loro professione, quasi da intenderla come una vocazione, qualcosa di cui non possono fare a meno, con particolare riguardo verso quelli di una fascia d’età non troppo distante da quella degli alunni. Dovranno dare comprovata capacità di saper indurre nel discente l’autopercezione, in modo da comprendere le proprie predisposizioni, inclinazioni e risorse interiori. Seguiranno una formazione continua che cominceranno almeno sei mesi prima di prendere servizio, e che durerà per tutto il periodo che passeranno ne “La scelta”. Per quanto espresso riguardo il rapporto con i genitori diventa quindi inevitabile che il personale docente disponga di una spiccata disponibilità a collaborare con i nuclei familiari.

La condizione che precede tutto questo scenario è che gli adulti tutti si rendano conto che “La scelta” non riguarda solo gli studenti, ma anche e soprattutto loro; sono gli adulti i primi a doversi rendere conto della necessità di operare un cambiamento della loro percezione della scuola, della società e del mondo degli adulti per come lo conosciamo. Senza questa presa di coscienza e disponibilità all’evoluzione personale non è possibile pensare di affiancare i giovani nel loro percorso di crescita. La scelta non offre dogmi e prese di posizioni nette, ma stimola le possibilità intrinseche di ogni discente e li accompagna verso l’acquisizione di una coscienza autentica e in continuo mutamento ed evoluzione. Come potrebbero farlo con degli adulti immobilizzati in credi e supposizioni?

Per poter realizzare concretamente questa idea, questo metodo educativo, stiamo dando vita a una cooperativa che sarà il luogo amministrativo che conterrà sia “La scelta” che tutte le scuole parentali, residenziali e scuole private non statali che aderiranno al modo di intendere questo luogo come quello preposto alla crescita delle generazioni future. La cooperativa servirà a dare supporto amministrativo alle scuole, ma soprattutto sarà il loro referente didattico, aiutandole a utilizzare “La scelta” come metodo didattico nelle loro strutture e continuando a seguirle e sostenerle anche attraverso i corsi di formazione dei docenti e il supporto di consulenti.

La cooperativa sarà il luogo dove le generazioni future, gli adulti che le accompagnano e le famiglie, inizieranno un percorso di emancipazione dagli assiomi a cui la società nel suo complesso si è ormai assuefatta.

D’altronde, questo non è altro che il percorso dell’avventura della vita.