Salvatore aveva un sogno: una spiaggia enorme, un’acqua trasparente e fresca da cui attingere e una capanna tra gli alberi. Un sogno che abbiamo in tanti, ma che noi non abbiamo avuto il coraggio o l’opportunità di realizzare, mentre lui lo ha realizzato. Ha trovato un angolo della sua Sicilia, proprio dove il corso d’acqua Fiumefreddo si butta nel mare, un luogo incantato e magico dove attaccare le sue radici. Una spiaggia ampia fatta di piccoli ciottoli e con un’acqua trasparente, dove il Rio Fiumefreddo a fine corsa mischia le sue acque dolci con quelle salate, dopo aver percorso solo 2 km dalla pianura costiera dove sorge, accanto alla città che porta lo stesso nome. Le sorgenti sono due: la principale è Quadara grande, poi Capo d'acqua, più lontana dal mare. E attraversa una riserva naturale che si estende per circa 10 ettari, a tutela della fauna acquatica e della vegetazione mediterranea che cresce lungo le acque freddissime del fiume (12-13 gradi tutto l'anno).
Perché il fiume è così importante? Perché senza quest’acqua fredda e limpida Salvatore non potrebbe bere e cucinare. Senza il fiume non avrebbe la legna per fare il fuoco. E senza quel crescione d’acqua che nasce accanto al rio, non avrebbe un’erba commestibile con cui alimentarsi quando non c’è altro. Eppure c’è sempre anche qualcos’altro, molto altro. Intanto c’è sempre il pane, che Salvatore stesso cuoce col fuoco, impasta per il giusto tempo e poi mette in pentola aspettando la cottura con amore. E poi c’è il pesce che ogni tanto gli arriva dai suoi amici pescatori, senza che lui lo chieda.
Salvatore non chiede mai nulla a nessuno, ma pulisce la spiaggia per tutti. Si è fatto custode di una porzione di spiaggia da cui ogni giorno raccoglie scarti e sigarette lasciate da cittadini irrispettosi. All’inizio pensava non importasse a nessuno, solo a lui che voleva fare quella pulizia per rispetto e amore della natura, poi, invece, si è reso conto che la gente era contenta, perché aveva capito quanto fosse importante recuperare quel luogo incantato. Una spiaggia di ciottoli ripulita per tutti, persone del luogo, villeggianti, passanti, stranieri, tutti ospiti di Salvatore che non possiede nulla ma che dona tutto quello che ha. Condivide gli alimenti che ha a disposizione e questi si moltiplicano come quei pani e quei pesci che tanti secoli fa un uomo che camminava sulle acque moltiplicava per miracolo. Del resto se uno si chiama Salvatore in qualche modo è stato condizionato dal suo nome, che significa letteralmente "colui che salva" e deriva dal greco Σωτήρ (Soter), a sua volta traduzione dell'ebraico יְהוֹשֻׁעַ (Yĕhošūa’, che era il nome di Gesù).
Insomma "Salvatore" è la traduzione del nome Gesù. E che cosa salva quest’uomo? Per prima cosa ha salvato se stesso dalla schiavitù. Abitando in una capanna sulla spiaggia vive a contatto con la natura, ha a disposizione l’aria, il mare, l’acqua del fiume, dei tramonti e delle albe eccezionali, si nutre dei cicli del sole, respira l’aria carica di iodio e poi è circondato da ospiti che mangiano con lui, un piatto di pasta c’è sempre per chiunque. Non è mai stato solo in questi sette anni, gli amici lo vanno a trovare e ognuno porta qualcosa, non manca mai la farina - in qualche modo arriva -, la porta l’energia dell’universo. La generosità di Salvatore attrae la generosità degli altri, è una reazione a catena, una bomba esplosiva che si diffonde facendo aumentare la quantità di amore, perché lui non desidera altro, un mondo di Pace, dove tutti sono uguali e nessuno deve morire di fame. Accanto alla sua casa c’è una bandiera della Pace e nella spiaggia lui ha scritto queste quattro lettere con delle grosse pietre. I passanti cercano di non distruggere questa sua creazione, vogliono che resti il solco di queste lettere che si riflette sull’acqua del mare, nell’azzurro del cielo, nel rosso del tramonto, nel primo chiarore del mattino.
I tavoli di legno fanno parte della dimora a cielo aperto del nostro amico, per accogliere gli amici, adulti, giovani e bambini, individui di ogni età e sesso, che per Salvatore sono fratelli, anche i cani e i gatti che abitano con lui sono fratelli, gli tengono compagnia, lo proteggono, lo collegano alle origini.
Acqua, aria, terra, fuoco, ci sono tutti gli elementi necessari alla vita, a Salvatore sembra non mancare nulla, si sente completamente libero e non vorrebbe mai tornate a quella vita da oppresso che faceva prima, immerso nell’importanza dei beni materiali.
Aveva una moglie da cui ha divorziato, un lavoro di Guardia Giurata da cui è stato licenziato, dopo sedici anni di impiego. Salvatore detestava quella pistola di servizio che doveva sempre portarsi addosso, come poteva lui, pacifista nell’anima, andare in giro con una pistola? Era un oggetto che non poteva continuare a far parte della sua esistenza. Dopo i due anni dal licenziamento in cui ha ricevuto l’indennità di disoccupazione è rimasto senza lavoro, senza moglie e senza soldi: all’inizio ha avuto qualche preoccupazione per il denaro, ma poi si è reso conto che investire i suoi ultimi risparmi per organizzare il suo spazio in modo da poter condividere i suoi pochi beni con gli altri, gli ha fatto comprendere che i soldi non sono indispensabili. Infatti nemmeno li accetta se glieli vogliono dare, accoglie solo il cibo che gli giunge nella più pacifica e piacevole forma di baratto spontaneo che si possa praticare. Niente automobile, niente televisione, niente casa, una baracca accogliente, una tenda, dei tavoli, la spiaggia, gli alberi, i cani, i gatti. È una condizione che lo fa sentire totalmente libero, non tornerebbe più nello stato di libertà vigilata in cui viveva prima.
Si è ricavato un lavoro che regala all’Universo e per cui quest’ultimo lo ripaga con gioia e pienezza. Se un Dio esiste - e Salvatore è molto credente - è lui che provvede, le cose arrivano se siamo riusciti a riempire la nostra esistenza di Amore.
L’Amore? Di qualunque tipo esso sia, coniugale, tra amanti, filiale, materno, paterno, tra parenti, tra amici, per se stessi, per tutti gli esseri, per la natura, per la terra, per tutti gli uomini, oggi scarseggia, e questa piccola oasi di pace, amore e bene che Salvatore è riuscito a creare dalla mancanza di tutto è un esempio per rimettere in sesto la nostra società dell’arroganza.
È un messaggio per tutti coloro che vivono di corsa tra un impegno e l’altro, tra le volate nel traffico e le lunghe ora passate al cellulare, tra le interminabili discussioni con colleghi e le serate attaccati al tubo catodico, tra le promesse del dopo e le mancanze del mai, completamente distaccati da se stessi, addormentati alla vita, al benessere, alla felicità. E pensate se ogni bel posto, se ogni luogo magico, se ogni paese incantato avesse il suo custode, il suo angelo protettore, il suo Salvatore, come sarebbe bello arrivarci e sentire questa energia di protezione!