Ci sono insoliti ribelli che, se dici a qualcuno che non erano conformi a ciò che imponeva la società, molti non ci crederebbero. Erano ribelli silenziosi, poco appariscenti, che non avresti trovato in piazza ma che vivevano secondo i loro principi, in barba a regole e ciò che sarebbe stato più conveniente fare.

Una di quei ribelli non sospetti, fu Agatha Christie, nata Miller. Sorpresi? Non dovreste esserlo, dato che la Christie era una femminista sui generis, capace di dare spessore ai suoi personaggi e la prima a creare una detective al femminile, Miss Marple, quando il crimine veniva combattuto perlopiù dagli uomini.

Agatha Christie, nome completo Agatha Mary Clarissa Miller, era la più giovane di tre figli di una ricca coppia borghese, il cui padre la fece studiare fin da piccola. Frederick Alvah Miller, il padre della scrittrice, era un ricco agente di cambio americano, che morì in un tragico incidente stradale, lasciando la vedova in ristrettezze economiche.

Agatha fu tagliata fuori dalla possibilità di studiare, e abbandonati i sogni di diventare cantante – in realtà, era molto timida e poco disposta ad esibirsi in pubblico – divenne infermiera durante la Grande Guerra. Qui la sua vita cambiò. Venne a contatto con veleni (anni dopo lei stessa dirà datemi del veleno con cui giocare e sarò felice) e fece delle cattive conoscenze: Sherlock Holmes e Arsenè Lupin, libri abbandonati dai soldati e che lei lesse avidamente. Fu grazie a queste letture che nacque il suo personaggio più celebre, l’investigatore belga Poirot.

Ad essere sinceri, per quanto affascinante, qui non ci interessa molto Poirot. In fin dei conti, era un personaggio che rientrava nei canoni dell’epoca, un eccentrico investigatore perfettino e con le sue fisime, molto simile a Sherlock Holmes di sir Conan Doyle, che per un certo periodo ebbe il suo Watson, Hastings, che però venne presto abbandonato dall’autrice e fatto trasferire in Argentina, da dove sarebbe tornato solo una volta rimasto vedovo e quando era il momento di chiudere la storia di Poirot.

Il personaggio più rivoluzionario, anche se sembra strano, nacque dopo Poirot. Nacque già vecchia, seppur con meno esperienza del suo collega, ma stava infinitamente più simpatica alla sua autrice, che un po’ in lei ci si rivedeva.

Apparsa per la prima volta nel 1930 in La morte nel villaggio, Miss Marple conquistò il suo posto nella storia del giallo all’inglese, in compagnia del suo ingombrante fratello maggiore. Il personaggio di Miss Marple rappresentava un unicum nel panorama del giallo all’inglese, che aveva sempre privilegiato eccentrici detective coi loro fidi assistenti. Era il genere che vendeva di più, e pochi avrebbero osato scommettere su una vecchietta zitella che sferruzzava a maglia e il cui difetto principale era che fosse una donna.

Donne e delitti? Al massimo, le donne potevano essere vittime o carnefici senza particolare carattere, oppure delle femme fatale come Irene Adler. Si trattava sempre di luoghi comuni, scritti da uomini che poco si intendevano di donne, se la costruzione dei loro personaggi femminili doveva essere un indizio.

La Christie però sorprese tutti, creando un personaggio non solo destinato all’immortalità, ma a dare avvio a una lunga carrellata di investigatrici in gonnella. Noi oggi non avremmo Key Scarpetta, Imma Tatarani, Jessica Fletcher e tante altre se non fosse stato per Agatha Christie e la sua Miss Marple.

Ma chi è Miss Marple? In fiction, Miss Marple è una vecchia zia zitella, che per educazione è portata sempre a credere subito al peggio nelle persone, che vive tranquilla in un paesino inglese, St. Mary Mead. Curiosa indagatrice della natura umana, si diverte a fare collegamenti tra persone e fatti, trovando che alla fin fine la natura umana cambia poco, anche quando la modernità rischia di cancellare il suo vecchio mondo.

In senso più ampio, Miss Marple può essere considerata una trasposizione letteraria della stessa Christie, che amava molto il personaggio dell’amabile vecchietta, e condividevano caratteristiche simili. Entrambe con una sana dose di sfiducia verso il genere umano, Miss Marple in gioventù fu un’infermiera, come la stessa Christie, e sbrogliare matasse la dilettava. L’autrice le matasse le creava, ma aveva bisogno di un personaggio che l’aiutasse, seguendo i suoi ragionamenti logici.

Mentalità molto simili, creazione e creatore si rispecchiavano l’una nell’altra, in un eterno gioco di specchi che ancora oggi ci fa chiedere chi più abbia influenzato chi: alla fine la Christie è diventata Miss Marple o lo è sempre stata?