Nato dalla mente di Kanehito Yamada e dalla matita di Tsukasa Abe, Frieren – Oltre la fine del viaggio si è posto fin da subito come un manga capace di portare una ventata di freschezza importante nel genere shōnen, pur partendo da connotati popolari e ben noti anche al pubblico più generalista.

Il plot, difatti, si dipana inizialmente attorno ad un gruppo di avventurieri ben assortito, composto dal guerriero nanico Eisen, dal chierico Heiter, dall’eroe Himmel e, infine, dalla maga elfa Frieren. Uno scenario che strizza rapidamente l’occhio ad una platea di lettori molto ampia e variegata, potendo contare su di un immaginario fantasy ormai ben consolidato grazie ai giochi di ruolo da tavolo, come Dungeons & Dragons, agli ARPG (Action Role-Play Gaming), come la serie The Elder Scrolls di Bethesda, e alle grandi saghe tra libri e cinema, come Il Signore degli Anelli.

Frieren – Oltre la fine del viaggio, nonostante questo, è riuscito però a portare in dote un’importante dose di originalità, scavando a fondo in quegli interstizi narrativi che solitamente vengono persi nello svolgimento, sovente più orientato all’azione o, al limite, al pensiero propedeutico alla stessa.

Andando per gradi, è anzitutto interessante notare l’elemento spiazzante dell’apertura, che si colloca in una finestra temporale insolita ed inaspettata: basti pensare che i protagonisti, citati poche righe sopra, non vengono infatti mostrati all’inizio delle loro peripezie, ma al termine delle stesse; siamo anche oltre il concetto di medias res, perché l’impresa è già compiuta e la minaccia che tormentava il mondo è stata messa a tacere.

È pur vero che nelle saghe fantasy risulta tutt’altro che insolito creare una storia da cui poi attingere per alimentare il mito e porre le basi per le vicende successive; ma ciò che invece non viene fatto così spesso è il posizionamento iniziale a metà tra due cornici temporali, che situa il lettore in uno scenario decisamente peculiare. Uno scenario, oltretutto, privo di importanti nozioni legate alla storia pregressa dei personaggi e delle loro eroiche azioni, che vengono momentaneamente relegate alla memoria individuale dei protagonisti in un vero e proprio atto di narrazione esterna, utile per mantenere ancora più in sospeso il giudizio del fruitore.

Come se non bastasse, i paladini di turno vengono rapidamente sottoposti ad un balzo temporale di mezzo secolo, corrispondente al periodo di tempo che viene fatto intercorrere tra i rituali saluti di fine avventura ed il successivo, nonché ultimo, riconciliamento della vecchia compagnia al completo.

Un lasso di tempo enorme, capace di influire in particolar modo sulla vita di Himmel: questi, ormai anziano ed incapace di deambulare in autonomia, si spegnerà infatti poco dopo aver rivisto i vecchi amici. Un evento sconvolgente soprattutto per Frieren, che non aveva mai avuto modo di sperimentare così da vicino la caducità dell’esistenza, esponenzialmente più marcata negli esseri umani rispetto a creature, appunto, come gli elfi.

Un evento spartiacque, che si consuma nei primissimi capitoli del manga e dell’anime derivato, prodotto dallo studio nipponico Madhouse; ciò contribuisce a far emergere lentamente il profondo affetto che aveva unito i protagonisti, non sempre apertamente professato ma spesso situato, invece, nelle trame più nascoste dei legami esistenti. Circa venti anni dopo, inoltre, pure il chierico Heiter abbandona il mondo terreno, non prima, però, di aver affidato la propria allieva Fern a Frieren, pregandola di farne la propria apprendista.

L’apertura dell’opera fin qui descritta costituisce, perciò, una sintesi estremamente rapida dei 70 anni intercorsi tra il termine del viaggio della compagnia ed il nuovo scenario, con Frieren che decide di addestrare Fern per renderla una maga estremamente potente. Questa premessa, che funge da ponte tra le due avventure, diventa fondamentale per gettare l’elfa Frieren in tutta una serie di pensieri sul tempo trascorso con la vecchia compagnia e sui preziosi ricordi derivati.

Ed è proprio a partire dal desiderio di poter parlare ancora con l’eroe Himmel, il compagno d’avventura scomparso, che prende piede il vero plot del racconto: il lungo cammino in direzione di un luogo mitico nel quale si riuniscono le anime dei defunti. Superate queste premesse, che vengono condensate nell’arco di un numero relativamente ridotto di capitoli, l’opera di Kanehito Yamada può finalmente sprigionare tutto il proprio potenziale sul piano delle emozioni e della crescita personale.

La componente battle tipica di molti shōnen è comunque presente: basti pensare allo spettacolare combattimento tra un drago e l’allievo del guerriero nanico Eisen, Stark, che decide di unirsi a Frieren e Fern nella nuova avventura; le animazioni offerte dallo studio Madhouse generano davvero un prodotto di qualità eccelsa nelle fasi più concitate dell’intenso duello, alzando rapidamente l’asticella anche in questa consueta, e quasi canonica, derivazione del genere.

Ma ciò a cui viene dato maggior peso narrativo è indubbiamente, come già accennato, l’aspetto più personale ed intimista dei personaggi; in particolare di Frieren, protagonista di un viaggio dell’eroe nel quale rivivrà le proprie esperienze passate e metterà il fruitore dell’opera al corrente dei momenti salienti vissuti nella grande avventura precedente, soprattutto sul piano umano – parola che, mai come in questo caso, assume un’accezione davvero importante, dato che la natura elfica non agevola, in un primo momento, la piena comprensione di tutto lo spettro emotivo da parte della protagonista.

Attraverso i flashback di tali momenti preziosi, Frieren scoprirà alcuni lati nascosti ed insospettabili di sé stessa; una sorta di autoterapia, una presa di coscienza che passa anche attraverso alcuni momenti carichi di grande delicatezza e, al contempo, capaci pure di trovare approvazione in ogni gamer. Come quando, durante l’esplorazione di un dungeon, riemergono i ricordi e le parole di Himmel, che diversamente dai propri compagni di viaggio amava immergersi fino in fondo nello scenario di turno, cercando tesori e segreti in ogni angolo del luogo appena scoperto.

Ben lungi dal voler diventare un’opera superficiale o veniale, Frieren – Oltre la fine del viaggio sfrutta momenti come questo esclusivamente per rafforzare il percorso di crescita della protagonista, facendo sapientemente ricorso ad elementi che trovano un vivo fondamento nella memoria (e negli istinti) di ogni appassionato del genere. Con tale volontà, l’episodio del dungeon poc’anzi citato finisce per avere una grande centralità non tanto per il riferimento alla propensione epistemofilica che accompagna ogni esploratore, quanto per il potere simbolico-evocativo dello stesso, che si lega a doppio filo con il ricordo di Himmel e con il desiderio di una maggiore conoscenza di sé.

L’opera offre decine di situazioni capaci di innescare un paesaggio sentimentale di questa portata e pregnanza, legando sempre più il lettore – o lo spettatore – alle vicende dei protagonisti; conseguentemente, l’avanzamento del viaggio porta in dote una sempre maggiore chiarezza sul passato e sui moti interiori.

In ultimo, è fondamentale sottolineare come il manga – serializzato sulla rivista Weekly Shōnen Sunday a partire dall’aprile 2020 e vincitore del prestigioso premio Manga Taishō nel 2021 – sia tutt’ora in produzione, mentre l’anime prodotto da Madhouse ha visto l’uscita dell’ultimo episodio nel marzo scorso.

Non è tuttora noto, in maniera ufficiale, quale sarà il destino riservato all’opera sul piano della trasposizione anime, anche se qualche indizio fa propendere per una sua prosecuzione. Vi è, in ogni caso, un dato estremamente interessante da tenere a mente: l’ultima classifica stilata dagli utenti di MyAnimeList (una vera e propria istituzione in materia, con oltre 100 milioni di visitatori al mese) ha trovato proprio in Frieren – Oltre la fine del viaggio la serie in grado di scalzare dal gradino più alto del podio un colosso come Fullmetal Alchemist Brotherhood.

Sarebbe un vero peccato concludere il viaggio arrivati a questo punto e con così tanta qualità, ma i riscontri estremamente incoraggianti potrebbero giocare un ruolo determinante in questa decisione!