Antonio Lusi, il Lupo, va alla ricerca delle emozioni con la sua musica, attraverso la quale trasmette in risonanza la metafisica della vita. I dati più oggettivi del vissuto quotidiano, i legami, le emozioni e i ricordi, sono il punto di partenza e le fondamenta della sua creatività.
Proprio come un lupo, che nonostante si muove in branco, ha bisogno della sua personalità, di essere se stesso. Si muove solitario in un cammino stilistico tutto personale. La sua musica ricerca spazi simbolici della tradizione e della matematica, una numerologia che si affianca alla perfezione della musica che fa vibrare sentimenti, emozioni, sensazioni, proprio come lui fa vibrare le corde del suo basso.
Un artista che ha già dato vita a numerose composizioni, concerti, collaborazioni di alto livello con artisti che solcano i palchi della scena nazionale. Nel 2022 esce il suo ultimo album da solista, Combination uscito per lʼetichetta Maninalto! che racchiude tutte le sue più importanti collaborazioni, registrato tra Italia e America: 9 tracce che vanno dal rock alla fusion, passando per dolci ballad. Numerosi gli articoli su riviste di settore, una a cura di Joel Mciver in cui si parla dellʼapproccio agli strumenti e strumentazione utilizzata dal vivo.
Ospite della trasmissione di Red Ronnie; Premiato Circo Volante del Barone Rosso e di We Have 4 Dre4m, insieme a Lele Melotti e Valter Vincenti. Ha prodotto insieme a Hornet Plugins un Vst (l3012) dedicato allʼutilizzo del basso da lui stesso sviluppato in collaborazione con lʼazienda.
Produce altri brani: My Head, con Jennifer Batten, Greg Bissonette e Valter Vincenti: brano che apre il concerto di P. Gilbert, del Festival Visioni in musica 2022; Guest in Peace, vede la partecipazione di Dave Weckl e Fabrizio Bosso; Nessuno è perfetto, con Matt Laug e Brusco.
Luna ci vediamo domani, esce nel 2020, con grandi collaborazioni: James Senese, Fabrizio Bosso, Gatto Panceri, Lele Melotti, Massimo Manzi. The Rockers, del cantante Alborosie, ha registrato il suo basso nelle canzoni: A piedi scalzi, Fire in the dark, Cest la vie.
If You Want, vede la collaborazione di Poogie Bell alla batteria e M.M., registra il primo disco di Giuseppe Anastasi, Canzoni ravvicinate del vecchio tipo, vincitore del premio Tenco 2018, fa parte dellʼEtichetta One More Dub, dove collabora a tutto tondo con il chitarrista e direttore artistico e arrangiatore Valter Vincenti e il fonico Alessando Quadraccia.
Collabora anche con Proamp, per lʼamplificazione; con Liuteria Cesarini, per i bassi; nella famiglia Magrabò per le tracolle. Il suo primo album da solista è Seven.
Una delle tappe della sua ricerca, introspettiva e matematica, un ordine perfetto della musica e dei suoni, in cui è esplicito il richiamo al numero 7, con tutta la sua simbologia numerica, alchemica e magica: numero che attraversa la cabala, la bibbia, sospende la realtà e la rigetta con le vibrazioni della musica; attraverso i giorni della creazione il cammino del musicista percorre la filosofia del suo presente e la ricerca profonda di se stesso per raggiungere il suo spirito, la consapevolezza e la crescita.
Una nuova consapevolezza è sempre celata dietro ad ogni sforzo creativo. Il cammino di Antonio ripercorre le generazioni della sua famiglia, gli avvenimenti negli anni, che corrispondono alla sua crescita, ai valori morali trasmessi e fatti propri. Sua Bisnonna, Angelina Caruso, nipote di Enrico Caruso, deve per forza avergli trasmesso qualcosa di se, il gene della musica e della creatività che forse solo le donne possono trasmettere, una delicatezza nel sentire e armonia dʼespressione.
Nasce ad Avezzano il 30 dicembre 1986. Da ragazzo, in silenzio, per caso, e con stupore, si ritrova a suonare, come se l'avesse sempre fatto, lʼintuito gli ha messo in mano lo strumento giusto, le mani hanno toccato corde esatte in modo preciso. Anche se lʼinizio è stato facile, è stato poi lo studio serrato e coerente nel tempo, che lo hanno portato lontano: studia nella sede di Bologna - Music Accademy dove segue un corso triennale, e poi presso la Rock School di Londra.
Dalle prime band con le quali provava nei garage di casa, per suonare a feste e nei pub, raggiunge il professionismo e inizia collaborazioni di alto livello con musicisti e cantanti e posa i passi su palchi nazionali.
Il suo percorso intreccia insegnamento, eventi musicali, sessioni in studio con diverse band e numerose situazioni diverse. La passione fa vibrare la musica e con essa anche le corde della voce; ma i testi, sono il risultato di una profonda introspezione, di una ricerca sofferta del proprio io; una ricerca spirituale che diventa cammino morale e intellettuale. inizia da uno stato d’animo ben preciso, riconoscibile, inconfondibile.
La strada non è lasciata al caso, viene percorsa, anche con sofferenza, studiata, compresa ed interiorizzata. Scava in profondità per tirare fuori una musica profonda, spirituale, che non è mai banale e pone sempre le basi per un passo in più. È per questo che riesce a raggiungere lʼanimo di chi ascolta, come in una vibrazione allʼunisono.
Il destino che mette Antonio di fronte alla realtà, alle scelte, ai cambiamenti, è quello che gli dà lo strumento migliore per un’evoluzione di personalità e di stile, si specchia in un cammino personale che diventa metafisica e P greco della musica, un diapason che gli fa accordare la musica con la sua anima.
Questo insegna la pazienza del lavoro. Nel suo primo disco da solista, Seven, uscito sotto lʼetichetta One More Dub, le emozioni salgono i sette scalini della vita, sette generi musicali per un enigma personale: la trasformazione della propria anima. Ecco che il disco parla del disagio, della perdita, della lotta, ma anche della ribellione alla manipolazione, alle convenzioni, alla morale senza valori; per poi approdare, come nuovo Ulisse alle origini: ad una lirica leggera, alla canzone Napoletana.
Il disco si conclude con un inno alla leggerezza, alla serenità di animo, al cammino soave nella consapevolezza della vita. la musica Rock di Lusi non è mai fine a se stessa. È frutto di un progetto impegnativo che conserva valori assoluti e personali e come una musica controcorrente va alla ricerca dei valori mescolati nel caos generale della società non più capace di ascoltarsi e fermarsi nel silenzio.
Antonio vuole portare la sua visione nel mondo e non passa inosservato: Alborosie, Lele Melotti, Dave Weckl, James Senese, Jennifer Batten, Carl Verheyen, Fabrizio Bosso, Gregg Bissonette, Brusco, Matt Laug, Gatto Panceri, Poogie Bell, Massimo Manzi.
Collaborazioni di livello che stupiscono sempre piacevolmente in crescendo, ogni volta un arricchimento perché ognuno porta e lascia ad Antonio sempre qualcosa, unʼesperienza, un dettaglio, una nuova visione, un nuovo ascolto. Da una produzione di alti livelli, nasce un testo controcorrente, satirico, in cui i sentimenti divengono dolore per la mescolanza di identità fasulle, di giochi spietati senza regole, che dalla società attanagliano nellʼintimo chi cerca di immergere le mani in un senso più profondo. Nomi importanti per singoli che vanno alla diretta esplorazione della società moderna attraverso la lente dellʼamore che a volte diviene un fischio permanente che si trasforma in metafisico fino a fissarsi nel cervello.
Acufene è creata dalla Band The Winners B.B., formata da Valter Vincenti alla chitarra, che con Antonio Lusi, voce e basso del gruppo, si sono occupati dellʼarrangiamento, produzione e realizzazione; Bruno Erminero allʼOrgano Hammond; Saverio Federici alla Batteria. Alla realizzazione del pezzo ha collaborato Alborosie, autore del testo e della melodia; ospite speciale nella realizzazione del pezzo, Lele Melotti alla batteria, che ha collaborato, tra gli altri, anche con Vasco Rossi, Ram4zzotti, Renato Zero. La crescita musicale va allʼesplorazione di generi diversi tra loro; solo con lo studio si può arrivare a nuove sonorità, nuove creazioni che nascono da fusioni, contaminazioni, per esplorare nuove mete e raggiungere altri confini che diventano nuovi punti di partenza, nuove origini per un cammino verso il futuro.
La società, con i testi rock di Antonio, viene a volte fotografata in modo spietato e viene portato in superficie lʼamore vissuto con mediocrità e apparenza, fonte di illusioni e trascuratezze. Unʼabitudine dolorosa che che non si sente nemmeno più, ci ha gettato dentro un vortice, stordito e disorientato.
Antonio - il Lupo - vuol mostrarci corpi imperfetti, stereotipi di mode, pregiudizi preziosi, un vuoto dellʼanima che tutto questo riempie come un bisogno, un amore fagocitato; ma l’anima ha bisogno di altro. Anche il Rock di Lusi ha bisogno degli strumenti preziosi del tempo. Utilizza per le sue sonorità gli strumenti classici della musica, come punto di vista privilegiato, un rock al quale resta fedele perché quelle sonorità lo portano al senso profondo della ricerca. I valori così non vengono persi, nemmeno l’umiltà di suonare con intime radici: il Blues contamina gli strumenti artigianali e originali per restare il più fedele possibile, come un artigiano della musica. La musica di Antonio Lusi trascende la ricerca, il tempo, il viaggio, la consapevolezza esistenziale.