Lo scorso 14 febbraio al Cocoricò di Riccione l’autore Nicolò Sordo è andato in scena con Inferno Grande, all’interno di Scritture in scena, rassegna organizzata da Riccione Teatro con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”. Per la prima volta nella sua versione integrale l'autore veneto ha portato in scena Inferno grande, una storia ambientata nell’immaginaria Col Angeles, paesino turistico dove si aspetta il fine settimana per sballarsi di qualsiasi cosa, e dove l’inverno regala solitudini grandi come buchi neri. Lo spettacolo prende il nome dall’album musicale inciso con lo pseudonimo di Niki Neve, uscito recentemente con Beatfactory ed è la conclusione di un percorso artistico iniziato con la raccolta di racconti Col Angeles, vincitrice del Premio Scritture di Lago 2022.
“In 'Inferno grande' ci sono le canzoni uscite a maggio con i testi di Col Angeles più un brivido di qualcos’altro." Così presenta Nicolò Sordo il suo lavoro e continua: "da subito ho pensato che il libro e l’album dovessero andare via insieme, come due facce della stessa medaglia, dove uno è il b-side dell’altro senza sapere quale sia l’a-side e questa è l’occasione per farlo fino in fondo.” L’autore-regista è protagonista anche come attore, ad affiancarlo sul palco Federico Benatti (chitarra, voce), Riccardo Ottaviani (chitarra), Davide Recchia (batteria), Matteo Zanetti (basso, violoncello) e Roberto Zanetti (tastiera).
Nicolò Sordo è profondamente legato a Riccione, dove è stato scoperto come autore teatrale dal Premio Riccione per il Teatro con il concorso under 30 intitolato a Pier Vittorio Tondelli che ha vinto nel 2021 con “Ok Boomer (anch’io sono uno stronzo)” diventato uno spettacolo attualmente in tournée con la regia di Enrico Castellani e Valeria Raimondi (Babilonia Teatri). Si prospetta un anno intenso per l’autore veronese con due prime teatrali dei suoi testi: una con la regia di Elio De Capitani al Teatro Elfo Puccini di Milano, mentre l’altra prodotta da Noveteatro con la regia di Domenico Ammendola. Nel frattempo, uno studio di un nuovo lavoro, Perfect Days, è stato selezionato dal Premio “Borsa Teatrale Anna Pancirolli 2024” che si è disputato i primi di marzo.
Nicolò Sordo, 1992, originario di Colà, località di villeggiatura sul lago di Garda. Scrive invece di lavorare. Grazie alla sua vena autoriale ha vinto i premi Corti teatrali in lingua veneta con Tajarse Fora e NdN - Network Drammaturgia Nuova con Camminatori della patente ubriaca (rappresentato nei principali festival italiani, di cui l’ultimo Hystrio Festival). È premio Riccione Tondelli nel 2021 con Ok Boomer (Anch’io sono uno stronzo) che debutta al Romaeuropa Festival con la regia di Babilonia Teatri. Scrive per Marina Romondia Bye bye, progetto italo-francese vincitore di CURA 2022 e finalista al Premio Dante Cappelletti dello stesso anno. Grande appassionato di stivali a punta e camicie hawaiane, con lo pseudonimo Niki Neve ha pubblicato una raccolta di racconti, Col Angeles, vincitore del Premio Scritture di Lago 2022 e un album di canzoni, Inferno grande.
Come si fa a scrivere invece di lavorare?
Ho la sensazione che se non facessi quello che faccio non sarei finito bene. Mi sarei buttato in malo modo contro il muro d'insoddisfazione della realtà, finendo in qualche comunità di recupero come è successo a più di qualche amico o magari anche peggio. Forse sarei stato un ladro incapace o un maldestro scassinatore d'auto, chissà. La mia mentalità è più quella di chi mette a segno un colpo e poi taglia la corda in un posto caldo che quella di un lavoratore, ecco tutto.
Musica, libri, teatro, cosa rappresentano per te?
Sono le parti del mondo che non riesco a raggiungere e che mi vengono offerte in queste forme straordinarie. Sono i primi grandi viaggi che ho fatto. Nonostante ora come ora pensi che sia importante vedere con i propri occhi, toccare con mano, avere un'esperienza diretta, se non avessi letto, guardato e ascoltato ora non la penserei così. Sono un onnivoro e, come a tavola, non sono di gusti difficili.
Dove trai ispirazione?
Dalle cose e persone più vicine a me. È un riflesso involontario: capita spesso che la gente attacchi bottone e venga a raccontarmi la sua storia. Io non chiedo mai niente. Può capitare a Verona Porta Vescovo come nel porto di Tangeri, in un caffè di Istanbul o in una nave cargo per la Colombia. La scelta non è tanto da cosa trarre ispirazione ma più da cosa non trarne, perché poi quando mi immergo in una storia succede tutto anche a me. Cerco di fare più attenzione possibile.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ho due debutti teatrali ad ottobre: un mio testo verrà rappresentato a Milano al Teatro Elfo Puccini con la regia di Elio De Capitani e con in scena Michele Costabile, mentre l'altro sarà a cura di Domenico Ammendola per NoveTeatro. Sto cercando un produttore per una mia sceneggiatura, forse uscirà un disco di canzoni con un amico. Sto scrivendo un memoir a quattro mani sugli incidenti stradali di un biker di Col Angeles. Non so bene cosa succederà, la cosa certa è che per me questo è l'anno della doppia estate: a dicembre sarò in Messico. Grazie Marta per l'intervista e a presto.