Nell’estate 2019 mi venne in mente di scrivere un brano per bambini: non avendolo mai fatto non sapevo né come avrebbe dovuto essere la musica, né tanto meno le parole. Una certezza però l’avevo: da insegnante di lettere mi andava di provare a buttarmi su un testo che fosse attinente alla mia materia. Ripercorrendo le tappe di quel lavoro cercherò di stilare un piccolo vademecum per chi volesse lanciarsi in questa bellissima impresa.

Due argomenti papabili potevano essere l’epica, materia cara a molti ragazzi della secondaria ma settoriale poiché avrebbe escluso i bimbi della primaria, e la storia, molto meno gradita; decisi per quest’ultimo e, mettendomi nella mente di un bambino intento a studiarla saltò fuori l’espressione “La storia non mi va, proprio non la capisco”, pronunciata chissà quante volte da innumerevoli alunni.

Il seguito del testo arrivò in pochi giorni insieme alla melodia; un parto rapidissimo, tra l’altro gemellare, perché contemporaneamente scrissi anche La canzone dei paesi, un brano che presentai qualche mese dopo al concorso annuale dello Zecchino d’Oro (63° edizione) ma che non venne selezionato.

Dopo aver registrato tutto alla SIAE con il titolo La storia non mi va, la seconda fase riguardò il confezionamento di una base musicale e di un arrangiamento appropriato affinchè una bimba (chissà perché avevo in mente che dovesse essere cantato da una voce femminile…) lo potesse interpretare. Registrare in casa al giorno d’oggi è molto semplice: è sufficiente una tastiera per suonare le principali linee degli strumenti che si vorranno utilizzare, un microfono, una scheda audio per convertire i segnali analogici in digitale e un programma su PC per gestire le tracce registrate e curare il mix finale. Il prodotto risultante naturalmente non sarà mai accostabile a quello curato da uno studio professionale ma, con attrezzature di un certo livello, si possono già ottenere ottimi risultati.

Il lavoro mi richiese all’incirca una settimana: una volta verificata la cantabilità della melodia da parte di una voce bianca, chiesi a un mio amico di ‘imprestarmi’ sua figlia per registrare la traccia vocale. Può sembrare una cosa semplice ma posso assicurare che non lo è per niente perché i tempi e le dinamiche dei bambini sono assai particolari. Oltretutto Anna, questo il nome della bimba, sapeva sì cantare, ma non ancora leggere, e dunque dovette imparare a memoria il testo sulla versione cantata da me come prova; il risultato fu comunque splendido e la demo confezionata.

Spinto da una autostima un po’ sopra le righe, non mi rimaneva che mixarlo e procedere all’invio del brano a interpreti e case discografiche. La ricerca ricordo essere stata estenuante: centinaia di mail senza risposta e una decina con rifiuti non sempre cortesi.

Poi una sera una risposta è arrivata: si trattava di Michele Del Baldo, papà di Sofia, bimba dalle splendide capacità vocali e da tempo (eravamo a settembre del 2019) star di YouTube nel mondo delle canzoni per bambini. Mi disse che il pezzo poteva avere delle potenzialità, che era interessato alla sua produzione e che lo avrebbe inserito nell’ultimo album della figlia. Da quel momento le cose non si sono più fermate: ne uscì prima una versione video cantata da Sofia in studio di registrazione e, a distanza di poco, una versione cartone animato curata da Ludwig Parentela. In pochi giorni il brano arrivò a 20.000 visualizzazioni (il mio intero canale YouTube le ha raggiunte dopo quasi otto anni!) e cominciò a essere ascoltato in molte scuole primarie.

Obiettivo raggiunto dunque; invece no.

Grazie all’interessamento di Guillote, produttore e musicista argentino (al secolo Guillermo Alonso Prado) per il quale stavo lavorando da una quindicina di giorni, avendomi commissionato gli arrangiamenti orchestrali di alcuni suoi brani, cominciammo a pensare alla produzione del brano questa volta cantato direttamente da me e che uscì come Ep il primo dicembre 2019. Per la copertina mi avvalsi di un’attrice navigata: mia figlia Benedetta. Non fu difficile scattare la foto di lei disperata alla mia scrivania davanti a un suo libro di storia: il tutto le venne abbastanza spontaneo.

Da cosa nasce cosa e con grande tempismo Guillote mi propose un’efficace traduzione del testo in spagnolo: l’idea iniziale era stata quella di trovare un equivalente sudamericano di Sofia Del Baldo a cui proporre l’operazione; dopo vari ripensamenti però il progetto diventò molto più ambizioso. Ricorreva quell’anno il 55° anniversario dalla prima pubblicazione di Mafalda da parte di Quino. Guillermo, nato e cresciuto a Mendoza, la stessa città di Quino, ebbe l’intuizione di dedicare il brano al grande fumettista con l’idea (un po’ troppo grandiosa) di realizzare un videoclip con Mafalda che cantava la canzone al suo ideatore. La cosa purtroppo non andò in porto per problemi di diritti legati alla simpatica bambina ma per un po’ l’ipotesi fu esaltante.

Fu a quel punto che entrarono in scena due personaggi di levatura internazionale: Marcelino Azaguate e Sebastian Narvaez. Essendo Guillermo il produttore di Goma Pacheco, musicista e cantautore boliviano e a sua volta produttore di Marcelino Azaguate, uno tra i maggiori cantautori popolari che l’Argentina abbia attualmente, riuscì per interposta persona a contattare il suo chitarrista Sebastian Narvaez. L’idea era quella di tentare un arrangiamento differente del brano, così che ricordasse nella ritmica la tradizione musicale cujana. La maestria di Narvaez fu tale che nell’arco di una sola giornata reinterpretò il brano trasformandolo in un piccolo gioiello di musica popolare. Su quella base di chitarra fu innestata la voce di Guillote e ne uscì la prima versione in spagnolo per chitarra e canto, resa pubblica il 19 aprile 2020, in pieno lockdown da COVID-19.

Come ho detto, Narvaez è un collaboratore storico di Marcelino Azaguate e, probabilmente incuriosito dal pezzo, lo ha fatto ascoltare al cantautore che, con l’aiuto di Raul Reynoso, altro chitarrista fenomenale e musicista dell’orchestra stabile della storica Vendimia di Mendoza, ne ha inciso una sua versione dando a La historia no me va una nuova vita.

L’ultimo atto fu la trasformazione di questa versione in un brano per orchestra: il nuovo arrangiamento, che scrissi nel mese di dicembre 2019, fu registrato negli studi di El Ghetto e divenne un duetto: le parti vocali di Marcelino Azaguate ci furono spedite e le sovrapponemmo alle mie e ne nacque un duetto. Le leggi del mercato digitale però non si accontentano della sola traccia audio e dunque era necessario concludere l’operazione con un video.

Casualmente la registrazione di Marcelino fu ripresa da una telecamera fissa: da quel file Guillermo partì per il confezionamento del prodotto. In primo luogo, trattandosi di una collaborazione Italia/Argentina le immagini avrebbero dovuto essere rappresentative dei nostri rispettivi luoghi di appartenenza: a parte le riprese effettuate nel mio studio di registrazione in cui compaio mentre interpreto il brano, il testo della canzone si presta ad avere come location una biblioteca. Scegliemmo quella Civica di Verzuolo e quella Diocesana di Saluzzo in provincia di Cuneo e in gennaio, con l’autorizzazione degli enti in questione, effettuammo le riprese. In Argentina il girato fu effettuato nel deserto vicino a La Crucesita e nel parco General San Martin a Mendoza, città e territori cari a Marcelino, anche con le riprese aeree di un drone.

Nel frattempo in tutto il mondo scoppiò il COVID-19 bloccando tutte le attività concertistiche oltre a quelle economiche. Le operazioni di lancio del brano, legate ad altri lavori che nel frattempo avrebbero giustificato un mio viaggio in Argentina per registrare direttamente insieme a Marcelino e ad altri musicisti locali, svanirono e furono rimandate a una nuova data che purtroppo non venne mai.

Buon ascolto con la versione di Benedetta.

Oggi la maestra ci ha parlato dei romani:
amavano i leoni e conversavano in latino;
le loro battaglie ce le spiegherà domani.
Sono preoccupata perché non le saprò mai!

I babilonesi hanno fatto grandi cose.
I cartaginesi hanno dominato i mari.
I persiani coltivavano susini, peschi e rose
ma le date e i luoghi non mi son per niente chiari!

La storia non mi va,
proprio non la capisco:
è troppo complicata per una come me!
La storia non la so,
quasi quasi preferisco
studiare matematica con tutti i suoi perché.

Il bambino etrusco era molto fortunato
a vivere in Toscana proprio lì di fronte al mare;
certo si tuffava e di sicuro era abbronzato
ma le sue necropoli non riesco a tollerare!

Il triumvirato non ha proprio funzionato,
le invasioni barbare mi hanno devastato;
Alessandro Magno ha vinto i greci e anche gli indiani
ma non ricordo quando: sono fatti troppo strani.

La storia non mi va,
proprio non la capisco:
è troppo complicata per una come me!
La storia non la so,
quasi quasi preferisco
studiare matematica con tutti i suoi perché.

Con tutti questi popoli non ci capisco niente: hanno fatto strade, case e viaggi in mezzo mondo, sono tutti uguali e mi confondono la mente. Non ne posso più: “Maestra: ho il girocapotondo!”

La storia non mi va,
proprio non la capisco:
è troppo complicata per una come me!
Ma un giorno la saprò
perchè non mi sembra giusto
non capire il mondo e tutti quanti i suoi perché.