Ricordiamo quest’anno anche il successo americano della band inglese che fino ad allora non era riuscita ad imporsi oltreoceano, ma grazie alla campagna pubblicitaria della Capitol Records stregò con i suoi modi, il suo suono e le facce da ragazzi puliti e perbene dei musicisti che la componevano, anche i cugini americani.
Sarà allora che nascerà davvero la cosiddetta Beatlemania, di cui già si parlava in Europa, che tutto sommato non si è esaurita nemmeno oggi. Un vero successo, dato che i quattro dischi della band inglese distribuiti negli USA non ebbero grande accoglienza di critica e di pubblico.
Il manager dei Fab Four Brian Epstein, però, riuscì ad ottenere due passaggi del gruppo al famosissimo Ed Sullivan Show, uno dei programmi televisivi più seguiti negli Stati Uniti. L’ottenne per un cachet basso, ma valeva la pena provarci, anche perché Ed Sullivan aveva conosciuto il travolgente modo di accogliere i Beatles che c’era in Europa, dato che il suo aereo era arrivato in ritardo a Londra proprio perché il gruppo musicale stava rientrando dalla Svezia, atteso da un folto numero di persone. Pertanto vennero fissate le date di partecipazione dei Beatles al programma, nel febbraio 1964.
A quel punto, Epstein concordò anche due concerti alla Carnegie Hall di New York, grazie alla collaborazione di Sid Bernstein. Intanto uscirà negli State il singolo I Want to Hold Your Hand che salirà ben presto in testa alle classifiche.
Questo comportò che i biglietti per i concerti alla Carnegie Hall andarono a ruba, così come venne preso d’assalto l’Ed Sullivan Show, subissato da oltre 50mila richieste per 728 posti dell’auditorium dove veniva trasmesso.
Così la Capitol Records investì nell’affissione di migliaia di poster che annunciavano l’arrivo dei Beatles, previsto per il 7 febbraio a New York a bordo di un aereo Pan Am, seguito passo passo da centinaia di migliaia di sostenitori che li accompagnarono anche quando, a bordo di un limousine scortata dalla polizia, giunsero in città.
Quindi, ecco la partecipazione allo show di Ed Sullivan durante il quale presentarono cinque canzoni, tra le quali She Loves You e I Want to Hold Your Hand: fu record di ascolti, sfiorando il 45 per cento della popolazione statunitense.
I media parlarono anche di evento utile a superare il trauma dell’assassinio di John F. Kennedy avvenuto poco più di due mesi prima, ma usò anche toni critici poco edificanti per una band amata alla follia dal pubblico. Il 10 febbraio comunque ricevettero due dischi d’oro per quelle che venivano definite proprio dalla stampa delle banali canzonette! La tournée americana continuò a Washington e Miami, entrando nel marzo seguente nella classifica Hot 100 con ben dodici titoli.
In estate furono poi a San Francisco, Las Vegas, Vancouver e Montreal in Canada, Denver, Cincinnati, Atlantic City, Philadelphia, Jacksonville con ancora Washington e New York. L’aspetto molto interessante fu che i Beatles si rifiutarono di cantare proprio a Jacksonville, in Florida, al concerto previsto per l’11 settembre 1964, perché il pubblico era separato per razza, a seguito della discriminazione razziale ancora in atto nel Paese. Per i quattro ragazzi era inconcepibile che i neri non potessero sedersi vicino ai bianchi, che un musicista afroamericano non potesse essere considerato alla stregua di un musicista bianco.
Così scelsero anche di non esibirsi in Sudafrica o in Paesi dove comunque la popolazione era costretta per legge a stare separata, chiedendo sempre in anticipo se ci fossero delle discriminazioni che avrebbero impedito loro di accettare un concerto e un’esibizione pubblica.
Continuarono infatti a non voler suonare in Florida anche durante i loro tour americani degli anni 1965 e 1966.
I quattro Beatles, Paul McCartney, Ringo Starr, John Lennon e George Harrison, sono stati pertanto anche paladini di un mondo giusto, pacifico e in cui vivere serenamente, come cantavano nelle loro canzoni che hanno reso la musica beat un modo giovane e sempre attuale per rendere visibili i giovani e il loro mondo, sia legato all’outfit, sia interiore.