Che effetto fa visitare un museo, un castello reale o una reggia? Lo sguardo va oltre quel giardino immenso, dove le fontane zampillano di acqua viva. Non è difficile sentirsi Re o Regine, a volte. D’altra parte la parola “Sovrano” significa detenere un potere non sottoposto ad alcuna autorità superiore. Nobili o plebei o schiavi, in fondo, certe cose sono per tutti. Come i sogni, come la cultura e le idee. E queste ultime, brillano di un potere assoluto, sono sovrane, perché sovrastano persino le miserie umane.
La più antica università laica statale al mondo si trova a Napoli e porta il nome di un grande Sovrano: Federico II di Svevia. Fu fondata il 5 giugno 1224 e oggi è un polo universitario prestigioso per innumerevoli motivi. L’Ateneo, infatti, vanta 42 centri di ricerca e servizi, due orti botanici e 108 biblioteche tra cui una telematica.
Nel mese di novembre 2023, l’Università ha festeggiato 800 anni di storia. Per l’occasione si sono avvicendati diversi volti noti, tra cui il Presidente Sergio Mattarella, che è intervenuto alla cerimonia dell’anno accademico e ha visitato anche il complesso universitario di Scampia. Infatti, nel 2022 proprio in uno dei quartieri simbolo del degrado campano è stata inaugurata una succursale dell’Università Federico II. Poche settimane prima, l’Ateneo napoletano conferiva la laurea honoris causa in Innovation and International management a Tim Cook, CEO della Apple. Il Manager, nell'occasione, aveva parlato anche di Scampia e delle enormi potenzialità di questa importante sede universitaria.
L’imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia, forse non avrebbe mai immaginato che una sua creatura avrebbe conquistato un respiro internazionale di tale portata. Federico II creò lo Studium (attuale Federico II) all’interno del regno, per consentire ai sudditi di usufruire di una formazione esclusiva. Napoli era legata al poeta Virgilio, godeva di un’ottima posizione, di un clima mite, quale luogo migliore per far fiorire e coltivare cultura? Nella neonata Federico II si studiava la medicina e il diritto, la teologia. Il Settecento fu il periodo più fiorente per l’Università, qui insegnò anche Giambattista Vico. La prima facoltà di economia è nata a Napoli, come la prima cattedra di astronomia.
Federica.eu è la prima piattaforma in Europa per numero di Mooc (Massive Open Online Courses), con 300 corsi attivi, e si trova persino nella top ten mondiale. Molti corsi Mooc sono stati prodotti durante la pandemia. La didattica multimediale della Federico II è cresciuta, fino ad abbracciare la modalità di Smart education e potenziando l’e-learning di qualità. Sulla piattaforma prendono vita anche corsi di altri atenei, tanto che l’Università napoletana vanta una delle più grandi offerte formative a livello internazionale. La Federico II è il centro della conoscenza Made in Italy, che viene esportata, che diventa internazionale, che sa creare rete e valore.
Nelle università, i nostri giovani crescono in conoscenza, si nutrono di quella cultura, simbolo dell'evoluzione della specie umana. Che peccato, che nella società attuale, questi giovani siano costretti a sgomitare e che nonostante questo non trovano spazio, nessun modo di esprimersi se non gridando, se non manifestando. Non c’è posto per loro, nella politica, nelle stanze dei bottoni, nelle aziende prestigiose da quando le poltrone sono tutte occupate da persone vecchie. Nei Paesi più arretrati, lo studio viene negato alle donne, considerate esseri inferiori. La cultura, segno di emancipazione, fa ancora paura. Il mondo della scuola è sotto attacco da diversi punti vista. È preso di mira da genitori che litigano con gli insegnanti per i cattivi voti, che intentano cause contro la bocciatura delle loro creature. Senza soffermarsi e interrogarsi sui motivi. Non può il proprio figlio essere un asino, non si spiega, non è possibile.
Eppure dalle università, l’ultimo baluardo della nostra civiltà, arriva un grido disperato, che non sappiamo ascoltare. Una piazza che protesta è sintomo di qualcosa di sano, di forte, di una volontà di cambiare, di qualcosa che è già cambiato. Federico II era conosciuto come Stupor Mundi, Stupore del mondo, perché aveva una personalità unica. Nipote di Federico Barbarossa, il sovrano amava definirsi legge animata in terra, perché convinto che la sua missione fosse legata alla volontà di dio. Ha trasformato il suo nome in una grande università, che non ha nulla da invidiare agli atenei internazionali, anzi la Federico II fa scuola.
Non a caso, il grido di cambiamento arriva proprio dalle università, come una scintilla. Come la primavera araba, come la prima vittima del velo caduto, come i tristi avvenimenti che raccontano dell’ennesimo uomo che uccide una donna, colpevole di essere donna. In Italia il catcalling non è reato, sebbene possa rientrare in alcuni reati previsti dal Codice penale. In Francia, invece, lo è. Il catcalling si riferisce originariamente al ‘verso che i gatti fanno di notte', poi si evolve e il significato è grido, lamento, fino ai tempi moderni, quando ci riferiamo agli apprezzamenti maschili, ai fischi rivolti a una bella ragazza per intenderci. L'Università di Roma Tor Vergata il 5 dicembre scorso ha conferito 7 premi per tesi di laurea su tematiche di genere e ha dedicato la cerimonia a Giulia Cecchettin e nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne (sabato 25 novembre) sono state ricordate tutte le donne uccise in Italia. Giulia avrà la laurea in Ingegneria, la rettrice dell'Università di Padova ha dichiarato: «Una cerimonia quando la famiglia sarà pronta».
Giornali e tv da giorni non parlano d’altro: di Giulia, del femminicidio e le piazze si accendono, e il dibattito brucia sulle parole-manifesto di Elena, la sorella della vittima. Infatti, una lettera della ragazza inviata al Corriere della sera diventa un manifesto:
«Filippo è il figlio sano del patriarcato, della cultura dello stupro. Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto. Il femminicidio è un delitto di potere. Il mostro è un’eccezione, una persona esterna alla società, della quale la società non deve prendersi la responsabilità. La cultura dello stupro è ciò che legittima ogni comportamento che va a ledere la figura della donna, a partire dalle cose a cui talvolta non viene nemmeno data importanza ma che di importanza ne hanno eccome, come il controllo, la possessività, il catcalling. Ogni uomo viene privilegiato da questa cultura. È responsabilità degli uomini in questa società patriarcale, dato il loro privilegio e il loro potere, educare e chiamare amici e colleghi non appena sentono il minimo accenno di violenza sessista. Ditelo a quell’amico che controlla la propria ragazza, ditelo a quel collega che fa catcalling alle passanti, rendetevi ostili a comportamenti del genere accettati dalla società, che non sono altro che il preludio del femminicidio. Il femminicidio è un omicidio di Stato, perché lo Stato non ci tutela, perché non ci protegge. Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere. Serve un’educazione sessuale e affettiva capillare, serve insegnare che l’amore non è possesso. Bisogna finanziare i centri antiviolenza e bisogna dare la possibilità di chiedere aiuto a chi ne ha bisogno. Questa è una lettera, ma anche un manifesto, un Vademecum, uno schiaffo alle nostre coscienze».
Cambiamo allora, uomini e donne, iniziando dal bunga bunga ai complimenti, agli apprezzamenti non richiesti, alle risatine ammiccanti, a chi si sente in diritto di toccare il culo alla giornalista dopo una partita di pallone, alla cultura dello stupro, così come la descrive Elena. Per Giulia bruciamo tutto, per tutte le donne, per gli uomini.