Ho bisogno che tu ci sia, Ginevra. Io non basto per lui…
Insieme, invece, completiamo la sua vita…
Lui, da quando è tornato, ridefinisce la mia, di vita.
E lo stava facendo proprio quando pensavo che non avessi più niente altro da attendermi.
Riesci a capirlo? So di chiederti troppo, ma prova, per un istante, a smettere i panni della figlia e a indossare solo quelli di donna…
La Locanda dei Libri è il nome di un agriturismo sul lago Trasimeno, in Umbria, un posto che è diventato negli anni il punto di riferimento per amanti dei libri e per scrittori. Qui, dopo trent'anni, si ritrovano Matilde, ex psicoterapeuta e proprietaria della locanda, e Matteo, avvocato di professione e scrittore per passione. La loro storia si è interrotta bruscamente anni prima e solo grazie alle pagine del romanzo scritto da Matteo, dai risvolti dichiaratamente autobiografici, i due, in qualche modo, si ritroveranno ma dovranno necessariamente fare i conti con il tempo che è trascorso, con le loro vite attuali e con gli errori commessi in nome dei rispettivi egoismi.
Parallelamente, per due individui che cercano di (ri)scoprirsi, altri due, Ginevra e Riccardo, in balia dei propri demoni, faticano a lasciarsi andare, seppur consapevoli della potenza del legame a cui, loro malgrado, non possono sottrarsi. La Locanda dei Libri è un luogo intriso di atmosfere speciali, di aromi, di colori, di arredi provenzali e, in particolar modo, di libri letti e amati, di emozioni di carta, appunto, dove Matilde, grazie all’amica di sempre, Emma, cerca di ricominciare a vivere dopo un’esistenza condotta secondo i dettami di un matrimonio di convenienza e di una professione di prestigio, entrambi naufragati miseramente sotto il peso del cinismo che li caratterizzava.
Ma La Locanda dei Libri è soprattutto un luogo in cui si intrecciano le storie di personaggi a cui la vita ha dato o sta dando una nuova opportunità: Matilde, Matteo, Emma, ma anche Riccardo, Ginevra… Le loro vicende si snodano attraverso capitoli brevissimi e densi di dialoghi scevri da qualsiasi sovrastruttura consentendo, in tal modo, al lettore di scandagliare le loro esistenze fin nelle fibre più intime. Sono soprattutto l’amicizia e l’amore a farla da padroni, eppure c’è anche tanta tristezza, tanta sofferenza, tanto odio che a fatica si stempera; è la vita che non fa sconti, ma che sembra comunque voler concedere un’altra possibilità.
Quasi tutti, infatti, protagonisti e avventori della Locanda, sono provati dalla vita, alcuni sembrano come schiacciati da un rullo compressore, altri appaiono come corde spezzate di uno strumento di gran valore, avendo smarrito, forse, la percezione della preziosità che li contraddistingue.
Matilde è una donna solo all’apparenza fragile, che ha abbandonato la propria carriera di psicologa; è una cinquantenne affascinante, colta ed elegante. Anche lei ha vissuto un divorzio con cui ha interrotto un matrimonio (senza figli) in cui l'amore e la passione erano sempre venuti meno.
Scoprire che Matteo, l'avvocato-scrittore, con cui aveva iniziato una tenera amicizia, decenni prima, è ancora preso da lei, la turba: fanno capolino i dubbi, i timori di una donna matura che non si sente più in grado di buttarsi a capofitto in una storia d'amore e che si porta dietro strascichi e rimpianti. Eppure, lei sente la necessità di rischiare per capire cosa è rimasto di quell’infatuazione giovanile. Ambedue sono cambiati, si portano dietro il peso non solo degli anni, ma di vite in cui, scopriranno poi, nessuno di loro si era sentito protagonista. Avranno ancora qualcosa da condividere? Avranno l’opportunità di ricominciare?
Tutte domande cui Matilde cercherà di trovare risposta invitando lo scrittore Matteo ne La locanda dei libri, l’agriturismo gestito con l'amica fidata Emma (sua ex paziente), ultra sessantenne professoressa in pensione, amante della cucina e dal temperamento granitico con cui ha cercato di mettere a tacere il dramma che l’ha investita anni prima. Il loro è un agriturismo sui generis, luogo deputato a punto di raccordo per clienti desiderosi di trascorrere giorni o settimane in un luogo pacifico, presso il lago Trasimeno, in cui staccare la spina dal quotidiano, leggendo o, chissà, provando addirittura a mettere su carta storie e riflessioni. Ed è proprio in questo contesto che Matilde pensa di invitare Matteo per tenere una conferenza sul romanzo noir, essendo lui autore versato nel genere.
Matteo, il protagonista maschile, è un avvocato affermato, la cui passione giovanile per la lettura ha finalmente trovato la massima espressione nella scrittura, sua vera ragione d’esistere, sacrificata in nome della carriera e di doveri familiari imposti dall’alto. Esordisce tardi, Matteo, con una trilogia noir, ma sarà il romanzo La libraia dai capelli rossi, dai risvolti dichiaratamente autobiografici, a rappresentare il punto di non ritorno. È qui che Matteo, infatti, racconta una storia che, ricalcando abbastanza fedelmente la propria (un matrimonio contratto per interesse e senza amore con la fredda e calcolatrice Cinzia, l’assumersi l’onere di fare da padre alla figlia di lei, Celeste, nonché la nascita e lo sviluppo del rapporto esclusivo e simbiotico con l'unica figlia nata da questa unione senza sentimento, Ginevra), lascia intendere come il vero e unico amore della sua vita fosse sempre stato uno: quello per Matilde. Matteo descriverà nel romanzo questa donna conosciuta trent’anni prima, una giovane ragazza dai capelli rossi che faceva la libraia per pagarsi gli studi universitari, e affiderà al suo alter ego di carta il compito di chiedere perdono per essere scappato all’improvviso, senza un motivo.
La pubblicazione di questo libro determinerà non pochi sconvolgimenti nelle esistenze di diverse persone. Anzitutto, in Ginevra, la figlia di Matteo e Cinzia. Ginevra ha poco meno di trent'anni, è una giornalista free lance talentuosa, intelligente, brillante ed estremamente pragmatica, che però vive la propria vita affettiva saltando da un letto all'altro senza mai legarsi a nessuno. Anzi, la sua è proprio una fuga, un voler scappare dai rischi di mettere radici. L'unico uomo della sua vita è stato da sempre suo padre Matteo con cui ha costruito negli anni un rapporto viscerale, simbiotico, a tratti patologico. Per lei, Matteo ha rappresentato il cardine di tutta la sua esistenza, un porto sicuro a cui approdare e in cui trovare conforto e complicità. Aspetti, questi, sempre negategli dalla madre. Leggere che il padre non ha mai dimenticato il suo primo amore e sapere della sua intenzione di ritrovarlo la turba in maniera profonda, scatenando in lei reazioni violente e sconsiderate. Nella sua vita, però, irromperà Riccardo, figlio di Emma, un uomo ombroso, dal passato tormentato e irrisolto, in fuga dai propri sensi di colpa. Due solitudini, le loro, che a fatica smusseranno i propri angoli e che dovranno attraversare non poche difficoltà legate alla loro incapacità di mettere a tacere i rispettivi egoismi.
È una locanda, quella descritta nel romanzo, che si percepisce reale, che si vorrebbe frequentare; una locanda in cui nessun dettaglio è lasciato al caso: massima è l’attenzione riservata alla descrizione delle persone, dei gesti, degli sguardi ma anche dell’ambiente, del cibo, dei romanzi che occupano ogni stanza dell’agriturismo. È una locanda le cui immagini vivide e vibranti investono il lettore che non può non essere avvolto dagli infiniti scorci del Lago Trasimeno, riversati su tela nel corso degli anni dal pittore Gregorio, frequentatore assiduo del posto, così come dai panorami intensi di una città, Perugia, che sembra essere in affanno e che fa fatica ad affrancarsi da un senso di declino e smarrimento, ma che, nonostante tutto, profuma di vino e cioccolato.
La locanda delle emozioni di carta, Bertoni Editore, 2013