Le elezioni a Taiwan hanno confermato il Partito Progressista Democratico (DPP) alla guida dell'isola, con il neo-eletto presidente Lai Ching-te, noto anche come William Lai. Il DPP, contrario a qualsiasi processo di unificazione con la Repubblica Popolare Cinese, si trova ora ad affrontare una sfida significativa, poiché non detiene la maggioranza in Parlamento, complicando la sua capacità di approvare leggi e di muoversi a livello politico.
L'affluenza alle elezioni è stata straordinaria, superando il 70%, evidenziando l'importanza di questo appuntamento elettorale. Tuttavia, il contesto geopolitico è estremamente delicato, con la Cina, che considera Taiwan parte del proprio territorio, che ha aumentato la pressione diplomatica e militare dopo l'ascesa del DPP al potere nel 2016.
Chi è William Lai?
William Lai Ching-te, è una figura politica di rilievo noto per la sua strenua difesa della sovranità dell'isola. Nato a ottobre 1959, compirà 65 anni quest'anno. Pur avendo intrapreso la carriera medica, con un percorso di studi che lo ha portato persino ad Harvard negli Stati Uniti, ha deciso di abbandonare la pratica medica per dedicarsi alla politica, dimostrando una determinazione incrollabile.
La sua carriera politica ha avuto inizio alla fine degli anni '80, quando Taiwan abolì la legge marziale e avviò le riforme politiche. Lai è stato eletto parlamentare e successivamente ha ricoperto la carica di sindaco della città meridionale di Tainan. Ha poi servito come premier durante la presidenza di Tsai Ing-wen tra il 2017 e il 2019.
Lai è stato accusato da Pechino di essere un "istigatore di guerra" e un "piantagrane" a causa delle sue posizioni autonomiste, particolarmente per il suo passato sostegno esplicito all'indipendenza di Taiwan. Tuttavia, negli anni recenti, ha drasticamente modificato la sua postura, impegnandosi a dare priorità allo status quo e a adottare l'approccio più moderato della ex presidente Tsai.
Come ha risposto la Cina?
La Cina ha risposto ai risultati delle elezioni a Taiwan con un chiaro disappunto e un richiamo all'obiettivo di riunificazione. Il presidente cinese Xi Jinping aveva chiaramente espresso il desiderio di riunificare Taiwan con la Cina nel suo discorso di fine anno, sottolineando che la riunificazione è un'inevitabilità storica.
Nel primo commento ufficiale, Chen Binhua, portavoce dell'Ufficio per gli Affari di Taiwan del Consiglio di Stato, ha dichiarato che i risultati delle elezioni rivelano che il Partito Progressista Democratico (DPP) "non può rappresentare l'opinione pubblica tradizionale dell'isola". Ha anche affermato che le elezioni non cambieranno la tendenza alla riunificazione della Cina e ha sottolineato l'impegno contro qualsiasi tentativo di indipendenza da parte di Taiwan.
Il ministero degli Affari Esteri di Taiwan ha risposto invitando Pechino a rispettare i risultati elettorali, affrontare la realtà e abbandonare i piani di repressione di Taiwan. Hanno sottolineato la necessità di promuovere interazioni positive tra le due sponde dello Stretto.
Il pensiero americano?
Gli Stati Uniti non sostengono l'indipendenza di Taiwan, dichiara il presidente americano Joe Biden, cercando di stemperare le tensioni nella delicata situazione tra l'isola autonoma e la Repubblica Popolare Cinese (RPC). Un passo che riflette la complessità delle relazioni diplomatiche nella regione.
L'amministrazione americana è stata chiara nel sottolineare che tale posizione non rappresenta un cambio di schieramento a favore della Cina, bensì un tentativo di mantenere un equilibrio diplomatico e ridurre le potenziali tensioni tra Washington e Pechino.
La politica ufficiale degli Stati Uniti aderisce al principio di "Una Cina", riconoscendo che sia Taiwan che la Cina continentale fanno parte di un'unica entità. Questo approccio è stato adottato negli anni '70 e ha continuato a guidare le relazioni tra gli Stati Uniti e la regione. Nonostante ciò, gli Stati Uniti mantengono relazioni non ufficiali con Taiwan e hanno impegni a difendere l'isola da un'aggressione militare esterna.
La dichiarazione di Biden è intervenuta nel contesto delle recenti elezioni a Taiwan, che hanno confermato il presidente Lai Ching-te, noto anche come William Lai, alla guida dell'isola. Il Partito Progressista Democratico (DPP) di Lai è noto per le sue posizioni più indipendentiste rispetto al Partito Nazionalista (KMT), tradizionalmente più vicino a Pechino.
Gli Stati Uniti, dunque, cercano di bilanciare il sostegno a Taiwan con la volontà di evitare un conflitto aperto con la Cina. Un esplicito appoggio all'indipendenza di Taiwan potrebbe innescare una reazione negativa da parte della RPC, aumentando le tensioni diplomatiche e il rischio di un intervento militare.
La dichiarazione di Biden ha anche sottolineato che gli Stati Uniti interverrebbero solo in caso di un'aggressione militare cinese su Taiwan. La cautela è dettata dalla volontà di evitare azioni che potrebbero portare a uno scontro diretto tra le due superpotenze.