Non esistono fiabe non cruente. Tutte le fiabe provengono dalla profondità del sangue e dell’angoscia.
(Franz Kafka)
Un giorno, un po’ più in là del presente, in prossimità di un futuro all’apparenza artificiale, favole e fiabe si trovano ai bordi di pagine stropicciate, in conferenza, in una discarica.
Prende la parola “C’era una volta”: «Cari fratelli e sorelle è arrivata la nostra fine. Ho saputo che si sfogliano sempre meno libri di carta».
Interviene nella discussione “Il Principe azzurro”: «Ci sono adesso le versioni digitali, più comode e nella lettura non cambia nulla».
“Cappuccetto Rosso”, spostando la testa a destra e sinistra, fa presente che la carta è tattile e i bambini associano meglio colori e stati d’animo alle parole. “Il Lupo”, che aspettava l’occasione per poter aggredire la piccola preda, anche se verbalmente, la contesta con parole graffianti: «Io e te abbiamo un colore, io nero, tu rosso e i nostri stati d'animo giungono. Con le versioni digitali si interagisce subito subito e si mette in campo ciò che si percepisce».
"Biancaneve": «Perché vi preoccupate di qualcosa che non avverrà mai? Noi non moriremo, cambieremo solo posto, ci leggeranno tenendo tra le mani un Kindle, o ci ascolteranno con gli auricolari e ci coloreranno con le penne digitali. Non ci sarà nulla di artificiale nei nostri vecchi mondi».
“La strega cattiva” sibila una risata alle parole di Biancaneve aggiungendo: «Anche le mele ci saranno sempre...».
“La bella addormentata” si sveglia tra un monitor rotto e un lampadario scheggiato, raccontando la sua ultima avventura al parco, accaduta il giorno prima.
«I bambini giocano, mentre le mamme chiacchierano tra loro.
Nasce un dibattito su carta e digitale
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Mi trovo, di carta, nella borsa di Maria, mamma di Shazia, una bambina di nove anni e mi trovo anche nel Kindle di Amir papà di Ahmed, un bambino di nove anni. Frequentano insieme la stessa classe.
Maria sostiene che i libri di carta odorano del profumo che usa la mamma, quando li legge ai figli o del cioccolato della merenda. Li tocchi, li senti scorrere, possono strapparsi, macchiarsi, stropicciarsi. È come se fossero partecipi della vita quotidiana.
Amir sostiene che gli eBook sono più economici e leggeri. Puoi portarne centinaia con te e hanno dei link per accedere ad altri contenuti multimediali.
"Sì ma i ragazzi si distraggono nella comprensione del testo originario con questi sbalzi ipertestuali", ribatte Maria.
Si avvicina Ahmed che tiene per mano Shazia:
"Ci vogliamo scambiare le fiabe per una settimana, voglio prestare il mio Kindle a Shazia".
E da quell’istante non ricordo più nulla, svegliandomi con voi in questa discarica».
Una voce cavernosa in lontananza echeggia: «Non siamo in una discarica» mentre un’altra aggiunge: «Guardatevi attorno».
Le voci erano quelle di un bue e di un gatto ai margini polverosi di una copia della Bibbia e di una copia del Corano.
Tutto intorno distruzione, e non era un terremoto. Era la guerra.
Rewind: il giorno del parco a casa di Shazia
La sirena suona e mamma dice che qui in cantina è più sicuro. Io e Rachele ci abbracciamo sotto le coperte, le racconto le favole così la mia voce copre quel brutto suono che fa male. Il libro delle favole digitale di Ahmed mi piace perché si illumina e posso leggere pure al buio. Le bambole non parlano, però lo so che è felice. Sta nascosta buona buona come quando la portavo di nascosto nello zainetto della scuola.
Oggi compio nove anni. Voglio diventare astronauta anche se ho una gamba sola, anche Rachele ha una gamba sola. All’uscita della scuola, ad aspettarci c’è una bomba. Però siamo vive, solo con una gamba in meno. Voglio diventare astronauta e controllare dallo spazio che non ci sia nessuna bomba ad aspettare i bambini che escono dalla scuola.
Ciao diario, a domani. La mamma dice che devo scrivere e leggere se voglio diventare un’astronauta e le mamme non dicono le bugie.
Epilogo
Shazia non diventerà mai un’astronauta e, da qualche parte in quella distruzione, Rachele è ancora abbracciata alla sua amichetta, nell’attesa di un’altra favola che non ascolterà più.
Questa brutta favola è originaria da ogni posto in cui la guerra è padrona di terre e persone. In questo momento il pensiero giunge diretto in Ucraina e Russia, in Israele e Palestina. Ma potrebbe accadere all’improvviso ovunque.